Vicenda RKI Files
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Approfondimento in relazione all’articolo sulla vicenda RKI Files e la risposta del Robert Koch Institute

Covid, bufera in Germania: “documenti dimostrano che il CTS prese ordini dalla politica”

In Germania numerose delle scelte politiche prese dal governo durante la fase pandemica non si basarono su evidenze e consigli scientifici, ma furono politicamente motivate.
Tra queste l’obbligo vaccinale, la vaccinazione per i bambini e le restrizioni imposte a chi non fosse inoculato contro il Covid-19 o guarito dalla malattia.
È quanto emerso da un’inchiesta giornalistica, che ha pubblicato documenti riservati del Robert Koch Institute (RKI), l’organizzazione tedesca responsabile del controllo e della prevenzione delle malattie infettive. Un’inchiesta che ricorda da vicino quanto già emerso nel Regno Unito e in Italia (con le intercettazioni tra l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, e il Comitato Tecnico Scientifico), dove è stato dimostrato che – almeno in alcuni casi – non sia stata la politica a decidere in base alle evidenze scientifiche, ma i comitati scientifici ad essere forzati dai governi a coprire delle decisioni prese senza alcuna evidenza solida a supporto.

Vicenda RKI Files
Com’è andata

La vicenda segue procedimenti legali e udienze in tribunale in corso o effettuati da anni, i quali hanno portato alla pubblicazione di centinaia di pagine relative alle riunioni del RKI e ai dati utilizzati.
Tuttavia, di queste molte sono state pubblicate con parti oscurate e da allora quindi, diversi giornalisti e associazioni hanno avanzato diverse congetture a riguardo.
La giornalista Aya Velázquez, dopo aver ricevuto «per motivi di coscienza» da un informatore anonimo del Robert Koch Institute diversi gigabyte di file riguardanti tali documenti, ha pubblicato online le carte, che attualmente risultano scaricabili con un semplice click.

«I protocolli RKI dimostrano che la nostra politica sul coronavirus non si basava su considerazioni razionali e scientifiche. Numerose decisioni politiche, come il 2G, l’obbligo generale di vaccinazione relativo alla struttura e pianificato, o la vaccinazione dei bambini, erano decisioni puramente politiche, per le quali l’RKI, in quanto autorità vincolata da istruzioni, forniva una presunta legittimazione scientifica».

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La risposta del Robert Koch Institute

Tale denuncia, ripresa anche da alcuni giornali nazionali come il Berliner Zeitung, ha portato il Robert Koch Institute a pubblicare un comunicato di risposta, nel quale si legge:

Dichiarazione sui set di dati pubblicati esternamente con i protocolli del team di crisi RKI, 2020-2023 (23 luglio 2024)

Il 30 maggio 2024, il Robert Koch Institute (RKI) ha reso disponibili i protocolli della sua squadra di crisi COVID-19 da gennaio 2020 ad aprile 2021, in gran parte senza revisioni, sul sito web: www.rki.de/covid-19-kritikenstabsprotocols. Nella presente versione pubblicata vengono oscurati solo i dati personali ai sensi del § 5 della Legge sulla libertà d’informazione (IFG) e i segreti commerciali e aziendali di terzi ai sensi del § 6 della IFG. In precedenza i protocolli sono stati nuovamente controllati per determinare quali validi motivi di esclusione esistessero ai sensi della IFG e in questo contesto sono state eseguite anche procedure di partecipazione di terzi.

Allo stesso tempo, l’RKI ha annunciato che pubblicherà i verbali da maggio 2021 a luglio 2023, al termine delle riunioni delle squadre di crisi, il più rapidamente possibile dopo un’adeguata revisione e la partecipazione di terzi.

Dal 23 luglio 2024 il presunto “set di dati completo di tutti i verbali delle riunioni della squadra di crisi dell’RKI dal 2020 al 2023, non redatto” è disponibile per il download da fonti esterne. L’RKI non ha né controllato né verificato i set di dati. L’RKI disapprova espressamente che in questi set di dati vengano pubblicati illegalmente dati personali e segreti commerciali e aziendali di terzi e che in particolare vengano violati i diritti di terzi.

L’RKI continua a pianificare di pubblicare i restanti verbali il più rapidamente possibile entro la fine delle riunioni delle squadre di crisi nel luglio 2023. Anche l’RKI li metterà a disposizione in gran parte senza revisioni, nella misura in cui ciò è consentito dall’IFG, tenendo conto dei diritti legali di tutti i soggetti coinvolti. Qui sono attualmente in corso i necessari investimenti di terzi.

A partire dal: 23 luglio 2024

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I ministro della Sanità Karl Lauterbach

Sulla questione poi è intervenuto pure il ministro della Sanità Karl Lauterbach, che ha commentato:

«Il RKI stava già programmando, con il mio consenso, di pubblicare i file del team di crisi-Corona. Ora ciò avviene senza che i diritti di terzi, compresi i dipendenti, siano stati preventivamente tutelati. Non c’è ancora nulla da nascondere».

Vicenda RKI Files, Inchiesta Covid e The lockdown files

Le accuse fanno seguito a quelle avanzate contro altre istituzioni e politici di altri stati europei, come quelle racchiuse all’interno dell’inchiesta Covid in Italia e all’interno dei “The lockdown files” nel Regno Unito.

Mentre la prima infatti rivela che durante l’epoca pandemica è stato reso indefinibile il confine tra autorità scientifiche e politiche, le quali hanno interferito e usato il Comitato Tecnico Scientifico col fine di concordare l’operato del medesimo governo, nel Regno Unito gli oltre 100.000 file hanno mostrato che ministri, funzionari e scienziati hanno utilizzato tattiche intimidatorie per forzare la conformità e far passare diverse restrizioni pandemiche nonostante i dati scientifici suggerissero tutt’altro.

FONTE: L’Indipendente

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