Vaccinegate
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Nel numero di luglio/agosto 2022 abbiamo avuto il piacere di introdurre l’argomento “Vaccinegate”, il nostro progetto di analisi sui vaccini pediatrici portato avanti sin dal 2017 e approdato, a un esposto alla Procura della Repubblica di Roma.


Una breve premessa è necessaria e opportuna: Corvelva è un’associazione veneta che dal 1993 si batte per la libertà in campo vaccinale e terapeutico; dal 2017 ha ampliato il proprio operato e grazie al sostegno di tantissime famiglie associate ha potuto portare avanti diversi progetti, alcuni dei quali di rilievo internazionale.

Uno di questi, forse il più impattante, è stato il progetto di analisi sui vaccini pediatrici, oggetto della legge119/2017.

Questa legge, detta anche “legge Lorenzin” dal nome dell’allora ministro della Salute al tempo in carica, introdusse nel luglio 2017, di punto in bianco, 10 vaccini obbligatori nell’età 0/16 anni e lo fece retroattivamente, coinvolgendo quindi decine di migliaia di famiglie che si ritrovarono dall’oggi al domani “non in regola”.

Gli esiti si fecero sentire fin da subito nella loro pesantezza, in particolare nella fascia 0/6 anni, perché in questa fascia di età i bambini non in regola furono improvvisamente ritenuti un pericolo e letteralmente “sbattuti fuori” dagli asili nido e scuole materne che fino a quel momento avevano frequentato.


La legge 119 nacque da un decreto legge, emanato senza i presupposti di urgenza, portando come motivazione una fantomatica epidemia di morbillo (supportata con varie false dichiarazioni – tuttora rintracciabili sul web – dell’allora ministra, tra cui numeri a casaccio di fantomatici morti in altri Paesi, rivelatisi clamorosamente falsi).

Tutto ciò portò a una improvvisa e pesante emarginazione sociale, in primis per quei bimbi e le loro famiglie.

Decine di manifestazioni in tutta Italia, centinaia di migliaia di italiani che protestavano attivamente, incontri con rappresentanti politici, interventi sui media, campagne di sensibilizzazione sui diritti violati: tutto fu inutile, la politica aveva deciso, già allora senza alcuna base scientifica, ed oggi possiamo avere un quadro più completo di tutto questo. Non era che l’inizio.

Insomma, nel 2017 sentivamo l’urgenza di agire per tentare di arginare quella che, oggi lo sappiamo, era solo l’inizio di una “caccia al no-vax” i cui sviluppi abbiamo poi visto in questi due anni di “emergenza”Covid-19.

Questa fu la spinta che ci portò a iniziare, tra gli altri, il percorso delle analisi su quei vaccini, per tentare di riportare l’attenzione sul profilo della sicurezza e del principio di precauzione.

I risultati sono stati talmente preoccupanti da portarci a denominare l’intero progetto e le sue risultanze “Vaccinegate”.

È un tema che oggi più che mai dimostra la sua estrema importanza.

Come già evidenziato, “Vaccinegate” è, ed è stato uno dei progetti più importanti e impegnativi nella storia della nostra associazione:

si era deciso di portare avanti i risultati della Commissione Parlamentare d’Inchiesta “Uranio Impoverito” e ci siamo sostituiti allo Stato (che non finanziò gli approfondimenti che la commissione aveva auspicato), commissionando analisi chimiche e biologiche su diversi lotti, a laboratori accreditati e indipendenti.

Qui ci occuperemo di evidenziare i risultati più eclatanti e per questo prenderemo come esempio un vaccino in particolare, tuttora in uso in età pediatrica, che offre purtroppo un’ampia gamma di criticità.

Nel luglio 2018 rendevamo pubblici sul nostro sito gli esiti di analisi di laboratorio su vari campioni di vaccini in commercio.

Nel vaccino Priorix Tetra (vaccino quadrivalente anti morbillo, parotite, rosolia e varicella ,somministrato a bambini a partire dagli 11 mesi):

rilevammo mutazioni dei virus di parotite e di varicella presenti nel vaccino. Sempre nello stesso vaccino emerse una quantità allarmante di DNA genomico, presente in quantità tali da renderlo il primo ingrediente del vaccino stesso!
Di questo DNA riscontrato, il 78 % è “DNA genomico umano (MRC-5)” (linea cellulare derivata da feto abortito), il 4 % da “cellule embrionali di pollo” e il 14 % da virus della varicella.

L’EMA (European Medicines Agency), interpellata all’epoca da Corvelva nella sua qualità di autorità regolatoria e di farmacovigilanza, ha affermato che non vi sarebbe alcun rischio legato alla presenza di mutazioni e sostiene che ciò sarebbe dimostrato senza necessità di svolgere alcuno studio scientifico di sicurezza del medicinale, solo in base al fatto che dalla somministrazione ultradecennale dello stesso non sono state rilevate conseguenze e/o danni sulla popolazione interessata.

Ci domandiamo se l’aumento esponenziale negli ultimi decenni di malattie autoimmuni nonché cancerose non possa essere annoverata tra le possibili conseguenze (è lecito, data la risposta di EMA, porsi questo interrogativo).

Per quanto riguarda il DNA umano estraneo presente, la sua quantità è circa 140 volte superiore a quella raccomandata dall’FDA e dall’EMA e presenta problematiche che pongono seri dubbi sulla sicurezza, tra cui la presenza di frammenti di DNA provenienti da un genoma intero umano.


Tale era la nostra preoccupazione in merito che abbiamo voluto finanziare una ricerca specifica che andasse a studiare a fondo proprio le peculiarità di questo DNA.

La prima domanda: il Dna presente è quello dichiarato? la risposta è stata affermativa: abbiamo potuto identificare proprio la linea cellulare MRC5 dichiarata dal produttore. Il DNA umano fetale rappresentato in questo vaccino è quindi un genoma individuale completo ovvero sono presenti tutti i cromosomi di un individuo di sesso maschile. Il problema enorme che ci si è parato davanti sta nella “qualità” di questo DNA: è evidentemente anomalo, presentando importanti incongruenze rispetto a un
genoma umano tipico, cioè a quello di un individuo sano. Numerose sono le varianti sconosciute (non annotate in database pubblici) e diverse di esse sono localizzate in geni coinvolti nel cancro.

Sono state individuate modificazioni importanti di geni notoriamente associati a varie forme tumorali, per tutti i 560 geni verificati; inoltre vi sono varianti di cui non sono note le conseguenze, ma che riguardano comunque geni coinvolti nell’induzione del cancro umano.

La dr.ssa Theresa Deisher, esperta mondiale sull’uso di cellule fetali e staminali e sui rischi sulla salute connessi alla presenza di DNA fetale residuo nei vaccini ha risposto con una lettera ai governanti, pubblicata anche nel nostro sito.


Si riporta un estratto della traduzione in italiano: “Recentemente, duplicazioni e delezioni ‘de novo’ sono state riconosciute fino al 10 % nei disturbi semplici dello spettro autistico supportando i fattori scatenanti ambientali sulla genetica dei disturbi dello
spettro autistico. La porzione di rosolia del vaccino MMR contiene contaminazioni di DNA fetale di origine umana di circa 175 ng, più di 10 volte oltre la soglia raccomandata dall’OMS di 10 ng per dose di vaccino. I vaccini prodotti con linee cellulari fetali umane contengono detriti cellulari e contaminazioni di DNA umano residuale, che non può essere completamente eliminato durante il processo di purificazione del virus”.
Prosegue la dr.ssa Deisher: “Iniettare i nostri bambini con contaminazioni di DNAfetale umano comporta il rischio di causare due patologie consolidate: Mutagenesi inserzionale: il DNA fetale umano si incorpora nel DNA del bambino causando mutazioni.

Malattia autoimmune:

il DNAumano fetale stimola la reazione del sistema immunitario ad attaccare il corpo del bambino”.
Concludendo, emerge che né le rispettive case produttrici hanno provveduto a controllare che la “sequenza dei genomi dei virus attenuati presenti nei vaccini rimanesse la medesima dichiarata in fase di immissione in commercio, né le competenti Autorità di vigilanza hanno provveduto a monitorare nel tempo la permanenza dell’esatta sequenza dei medicinali. Inoltre EMA, a fronte di espressa denuncia e richiesta di informazioni, non ha ritenuto di prendere i provvedimenti di sua competenza, affermando, senza la presentazione di alcuno studio, che non risultavano conseguenze dalle mutazioni di alcuni componenti dei vaccini.

Il vaccino Priorix Tetra risulta autorizzato dal 2008, ma le medesime preoccupazioni evidentemente emergono anche rispetto a tutti gli altri vaccini a virus vivo attenuato (e dunque che prevedono l’utilizzo di linee cellulari umane per la coltivazione dei
virus), anche precedenti.

Ciò che rimane, a seguito di tutta questa disquisizione necessariamente tecnica, è la necessità di prendere atto che il settore farmaceutico ed in particolare quello dell’industria vaccinale è gravato da ombre molto più antiche e profonde di quanto sia
apparso, anche a livello mediatico, in questo periodo.

Non è vero che i vaccini “classici” non rappresentano un problema, abbiamo dimostrato che anche quelli in somministrazione da decenni presentano potenziali rischi gravi.

Non è vero che le agenzie regolatorie svolgono la loro attività di vigilanza, stante che la nostra associazione ha denunciato i propri riscontri a tutte le agenzie, nonché alle istituzioni pubbliche senza ottenere alcun allarme né approfondimento ma solo risposte sui generis e non supportate dalle evidenze scientifiche che in tanti chiamano in causa parlando di vaccini.

Non è vero che l’interesse preminente è la tutela della salute dei cittadini, perché in questo caso i sistemi di sorveglianza si sarebbero attivati con tempestività e con la giusta dose di preoccupazione rispetto alle nostre allarmate segnalazioni.


Invece siamo stati costretti, dopo mesi di mancate risposte o vaghi tentativi di rassicurazione (non suffragati da dati scientifici) a rivolgerci alla Procura della Repubblica per un esposto-denuncia, nella speranza di ottenere quelle risposte ed eventualmente anche le contestazioni a quanto da noi riportato.

A oggi, ahimè, abbiamo ricevuto due richieste di archiviazione, cui abbiamo fatto opposizione e che sono state entrambe rigettate, e rimaniamo in attesa di una nuova udienza fissata per questo gennaio 2023.

Il Gip aveva chiesto alla controparte (Aifa) di presentare analisi analoghe alle nostre o che comunque potessero fornire risposte tecnico-scientifiche.

Questo ad oggi non è ancora avvenuto.
Vogliamo conservare un barlume di ottimismo, vista la gravità di quanto da noi denunciato.

Vogliamo credere che sia una possibilità per poter finalmente avere alcune risposte.
A prescindere dall’esito di questa prossima data, continueremo la nostra battaglia per la libertà di scelta vaccinale e terapeutica, al fianco delle migliaia di famiglie che lottano per difendere i propri diritti e la salute dei loro bambini.

Fonte: labiolca

Vaccinegate