Allarmante Studio dal CNR
«Sono rimasto colpito dall’ampia gamma di sindromi neurologiche che vedo in studio in pazienti che hanno assunto uno o più vaccini anti-COVID-19 sconsiderati. Molte volte mi chiedo quale sia il rischio derivante dagli studi sulla popolazione? La mia pratica è simile a quanto visto nella letteratura medica?»
scrive il famoso cardiologo americano Peter A. McCullough nel suo Substack.
Poi si è risposto con un nuovo importante studio rimbalzato dall’Italia (Milano) e dal titolo “NEURO-COVAX: uno studio basato sulla popolazione italiana sulle complicanze neurologiche dopo le vaccinazioni COVID-19” (“NEURO-COVAX: An Italian Population-Based Study of Neurological Complications after COVID-19 Vaccinations”)
Il Dossier Neuro-Covax
«In questo studio basato sulla popolazione italiana, abbiamo mirato a valutare le complicanze neurologiche dopo la prima e/o la seconda dose di vaccini anti-COVID-19 e i fattori potenzialmente associati a questi effetti avversi» hanno sottolineato Maria Salsone, Carlo Signorelli, Alessandro Oldani, Valerio Fabio Alberti, Vincenza Castronovo, Salvatore Mazzitelli, Massimo Minerva, Luigi Ferini-Strambi nel documento pubblicato su NIH-PubMed il 21 ottobre (revisionato il 18 da MDPI Vaccines).
«Il nostro studio ha incluso adulti di età pari o superiore a 18 anni che hanno ricevuto due dosi di vaccino nell’hub vaccinale di Novegro (Milano, Lombardia) tra il 7 e il 16 luglio 2021. Il questionario NEURO-COVAX è stato in grado di catturare gli eventi neurologici, l’insorgenza e la durata. I dati digitalizzati centralmente dalla Regione Lombardia sono stati utilizzati per abbinare le caratteristiche demografiche/cliniche e identificare un profilo di vulnerabilità».
«Sono state valutate le associazioni tra le linee vaccinali e lo sviluppo di complicanze. È stato inoltre effettuato l’abbinamento del sistema sanitario digitale per valutare gravi complicanze neurologiche (sindrome di Guillain-Barrè, paralisi di Bell, mielite trasversa, encefalite) e l’incidenza di ricoveri ospedalieri e/o il tasso di mortalità dopo due dosi di vaccini».
La ricerca si è concentrata su quattro diversi vaccini COVID-19: Ad26.COV2.S (Janssen J&J), BNT162b2 (Pfifer-Biontech), ChAdOx1nCoV-19 (AstraZeneca), mRNA-1273 (Moderna).
«Questo studio stima la prevalenza e il rischio di complicanze neurologiche potenzialmente associate ai vaccini COVID-19, migliorando così le linee guida sulla vaccinazione e arricchendo in futuro la medicina preventiva personalizzata»
Questa la conclusione di molte istituzioni sanitarie italiane: Istituto di Bioimmagine e Fisiologia Molecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche; Centro Disturbi del Sonno, Divisione di Neuroscienze, Istituto Scientifico San Raffaele; Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Vita-Salute San Raffaele, Sovrintendenza Sanitaria del Gruppo San Donato; Direzione Sanitaria, Istituto Scientifico San Raffaele.
“Circa il 31,2% del campione ha sviluppato complicanze neurologiche post-vaccinazione”
«La coorte NEURO-COVAX comprendeva 19.108 persone vaccinate: 15.368 con BNT162b2 (Pfizer), 2.077 con mRNA-1273, 1.651 con ChAdOx1nCov-19 e 12 con Ad26.COV2.S che sono stati successivamente esclusi. Circa il 31,2% del campione ha sviluppato complicazioni neurologiche post-vaccinazione, in particolare con ChAdOx1nCov-19. È emerso un profilo clinico vulnerabile, dove oltre il 40% delle persone sintomatiche presentava comorbilità nella propria storia clinica» si legge nell’Abstract.
Il Mistero sui Casi Neurologici Gravi
«Nel periodo che va da marzo ad agosto 2021, nessuno è stato ricoverato in ospedale e/o è morto per gravi complicazioni legate alla serie primaria di due vaccini COVID-19. Il ricovero in ospedale o la morte dopo un colpo non sono stati rilevati».
Ma contrasta anche con le 44mila lesioni cerebrali rilevate dai trials clinici di Pfizer su scala mondiale ma tenute a lungo occultate per non creare il panico.
Non solo. Come scritto in un reportage dell’aprile 2021, una tabella del Terzo rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco AIFA rileva un elevato numero di casi AEFI neurologici gravi già entro il marzo 2021.
Ma secondo lo studio dei ricercatori milanesi sembra che la popolazione lombarda sia stata particolarmente fortunata perché nessuno dei vaccinati vittima di tali eventi avversi seri sarebbe stato ricoverato o sarebbe deceduto.
Il condizionale è d’obbligo alla luce di questi numeri estremamente contraddittori con quelli della Farmacovigilanza nell’Unione Europea raccolti dalla piattaforma dell’European Medicines Agency (EMA), come avevamo rilevato nella precedente inchiesta dell’ottobre 2022.
McCullough: “Profilo sicurezza vaccini inaccettabile. Un protocollo di disintossicazione”
«In sintesi, uno scioccante 31,2% degli intervistati in questo ampio insieme di dati ha subito danni neurologici dopo due iniezioni con dati verificati nei registri sanitari. La maggior parte delle stime di rischio indicano che il profilo di sicurezza è inaccettabile. È allarmante che tutte le società neurologiche fino ad oggi raccomandino ancora i vaccini contro il COVID-19 e nessuna abbia emesso avvertenze di sicurezza sui prodotti» ha osservato il medico americano Peter McCullough.
«Nella mia pratica, ho riscontrato che 3-12 mesi di Protocollo McCullough Base Spike Detoxification (BSD) in aggiunta ad altri farmaci rappresentano un approccio ragionevole a questi problemi una volta esclusa una grave patologia intracranica – ha evidenziato il cardiologo – Il principio fondamentale della degradazione della proteina Spike sembra essere fondamentale per la gestione di queste sindromi cliniche. Nella mia esperienza, altri agenti tra cui corticosteroidi, gabapentin, NAC, nicotina e naltrexone a basso dosaggio possono aiutare con i sintomi, ma senza BSD non possono risolvere il problema».
Di seguito il PDF integrale dello studio italiano
Fonte: Gospa News