Twitter Yoel Roth
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Twitter, parla l’ex N.1 della sicurezza:
“Elon Musk ha le mani legate,
decidono Google e Apple”

Dopo le sue dimissioni da responsabile della sicurezza di Twitter, Yoel Roth si è confessato in una lunga e sentita intervista al New York Times.
Durante la conversazione con il prestigioso quotidiano americano, Roth ha parlato dei veri motivi che l’hanno spinto a dimettersi e del rapporto di dipendenza tra le piattaforme tech e l’oligopolio di Google e Apple.

«Tutte le decisioni vengono prese da Google e Apple»

È per questo motivo che ho scelto di lasciare l’azienda.
Le policy di Twitter vengono decise da editti unilaterali (le regole del Play Store e dell’App Store ndr) che non hanno molto a che far con la sicurezza e la fiducia degli utenti.

Social come Twitter, continua Roth, sarebbero impegnati in un perenne braccio di ferro contro Google e Apple.
Questi colossi possono decidere con uno schiocco di dita quali applicazioni rimuovere dai loro marketplace.
E quando le insidie non arrivano dal duopolio del mercato mobile, ci pensano i governi locali e gli inserzionisti ad imporre ulteriori pressioni.

“Non aderire alla perfezione alle linee guida di Apple e Google sarebbe catastrofico, il rischio è che Twitter venga espulso dai loro app store, rendendo più difficile l’accesso al social per miliardi di potenziali utenti.
Questo fornisce a Google ed Apple un enorme potere negoziale, sono loro ad avere voce in capitolo sulle decisioni che Twitter dovrà prendere”

Il messaggio è chiaro:
il sogno di Elon Musk di ripristinare la libertà di parola senza eccezioni è destinato a scontrarsi violentemente contro il muro della realtà.
A dirla tutta, il miliardario sembra esserne già più che consapevole, motivo per cui avrebbe già optato per alcuni compromessi:
nonostante le richieste degli utenti, il complottista Alex Jones non potrà mai più tornare su Twitter.

Recentemente Jones, patron dell’impero delle bufale cospirazioniste InfoWars, è stato condannato a pagare oltre 1 miliardo di dollari alle famiglie delle vittime della strage di Sandy Hook.

«Il mio primo genito è morto tra le mie braccia, non ho nessuna pietà per chi non si fa problemi ad usare la vita dei bambini per ottenere fama o denaro», ha spiegato il miliardario.

E poi la precisazione sulla libertà di parola, qualche giorno fa ha specificato:

“Freedom of speach non significa Freedom of reach”

In parole povere: i post con contenuti xenofobi, violenti o sgradevoli non verranno rimossi, ma verranno resi pressoché invisibili. Una specie di shadowban che impedirà ai commenti più estremi di diventare virali e venir visti da migliaia di utenti.

«Sarà possibile leggerli solo se li si cercherà manualmente e in modo specifico».

Ma basterà davvero per rassicurare gli inserzionisti in fuga (i brand boicottano Elon Musk: Audi e Pfizer se la danno a gambe) ed evitare il tracollo dei ricavi del social network?
Solamente dieci giorni fa Musk aveva messo in guardia i suoi dipendenti: “si rischia la bancarotta“.
E a maggior ragione: perché giocare con il fuoco?

FONTE: leganerd

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