Ritorna alla carica il "green pass"
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Tutto cambia e nulla si distrugge

Avv. Angelo Di Lorenzo
Avvocati Liberi

Tutto cambia e nulla si distrugge

Il Senato ha fatto in tempo (il termine della conversione scadeva il 29 maggio 2023) a convertire il cosiddetto “decreto bollette” su cui era stata posta la fiducia dal governo, con una maggioranza tutt’altro che trasversale: in 99 hanno votato a favore, mentre 54 sono stati i contrari e 2 gli astenuti.

Nonostante il nome suggestivo che oramai colpisce solo i beoti, in sede di conversione sono state apportate alcune modifiche ad un decreto legge che “vale” quasi 5 miliardi nel 2023, e che per le “bollette” fa davvero poco, sia in termini qualitativi che quantitativi.

Infatti tra le misure adottate si annovera il contributo fiscale sotto forma di credito d’imposta – fino a un massimo di 200mila euro ed entro il tetto del 20% della spesa sostenuta – per start up innovative nei settori dell’ambiente, delle energie rinnovabili e della sanità.

Sono altresì previste misure di semplificazione temporanee per la installazione di impianti fotovoltaici, e vengono estese le misure per la definizione agevolata dei ruoli per Regioni ed Enti locali, relativamente allo stralcio dei debiti fino a mille euro e della definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione (‘rottamazione-quater’).

Mentre per fronteggiare il caro-energia è stata confermata la misura del “bonus sociale” con un plafond di 400 milioni di euro per il secondo trimestre 2023 in favore dei clienti domestici economicamente svantaggiati ed in gravi condizioni di salute.

Gli altri no; gli altri è giusto che continuino a pagare prezzi lucrativi ed estorsivi per avere la luce ed il riscaldamento a casa, perché se non sei svantaggiato o non stai male è corretto che tutti si contribuisca alla speculazione delle imprese che operano nell’energia in un regime di ologopolio di fatto senza alcun mercato effettivo.

Anzi, siccome anche tali imprese energivore hanno bisogno di sostegno, invece che prelevare i loro extraprofitti oltre il limite del lecito e dell’accettabile, è stato dato loro un contributo straordinario per l’acquisto di energia elettrica e gas fino a giugno che sarà rivenduto poi sul “mercato libero”, oltre ad un credito d’imposta da utilizzare entro la fine dell’anno.

Quanto al capitolo salute, il decreto ha convalidato il payback dei dispositivi medici e i medici “gettonisti” ma ha escluso definitavemente la stabilizzazione dei precari di Irccs e Izs per sedicenti problemi di copertura finanziaria.

In pratica i soldi ci sono solo per alcuni e solo per il liberismo deregolato, ma non per i posti lavoro dei precari.

Infine nel capitolo fisco il decreto ha ampliato le previsioni in materia di adesione, di definizione e di conciliazione agevolata, oltre ad aver introdotto una speciale “causa di non punibilità” per alcuni reati tributari quando vi sia stato il pagamento integrale delle somme pretese dall’Agenzia delle Entrate prima della sentenza di appello.

Ed anche qui cade il trappolone, se pensiamo ai numerosi casi della pratica giudiziaria ove l’evasione riguarda “eccedenze” o somme a “calcolo presuntivo” da parte di chi compie gli accertamenti: in pratica tu paghi 250 di imposte, ma il fisco ti contesta che devi pagarne altri 50, e siccome non hai pagato nella misura corretta, poi ti applica le sanzioni e gli interessi per altri 200 e ti denuncia, parte il processo penale che oggi potrà essere definito se paghi l’intera eccedenza contestata di 200.

In pratica una collaborazione istituzionale tra fisco e processo per fare cassa con il salasso di coloro che hanno da perdere.

E questo vale anche se il malcapitato bersaglio ha avuto l’ardire di impugnare o contestare gli accettamenti di valore, come se proprio in quel bacino di contribuenti il fisco vada a pescare.

FONTE: ALI – Avvocati Liberi

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