Conoscenza, competenza, abilità, autonomia e responsabilità: vi presento l’infermiere di Triage 09 MAR
Gentile Direttore,
in merito all’articolo del Dr. Giuseppe Belleri la scrivente, in qualità di Coordinatore Area Nursing SIMEU Lazio, ha il dovere di precisare alcune inesattezze dichiarate dallo stesso relative ad importanti concetti di natura tecnica e di responsabilità riguardo le competenze e l’agire degli Infermieri di Pronto Soccorso ed in particolare degli Infermieri di Triage che come da normativa vigente sono gli unici riconosciuti a svolgere tale attività.
Il Triage è una delle molteplici competenze avanzate dell’infermiere che lavora in Pronto Soccorso e consiste in una valutazione della condizione clinica dei pazienti.
Nelle Linee di indirizzo Nazionale al Triage è prevista l’assegnazione del codice numerico di priorità come esito di una decisione infermieristica basata su un processo scientifico e sugli elementi rilevati nelle fasi di valutazione permettendo di definire la priorità dell’accesso alle cure (door-needle) da attribuire al paziente in relazione alle sue condizioni cliniche, al rischio evolutivo e delle disponibilità delle risorse, così da definire la priorità al trattamento del paziente.
Il processo di Triage prevede 5 fasi:
1) valutazione sulla porta;
2) valutazione soggettiva;
3) valutazione oggettiva;
4) assegnazione del codice numerico di priorità;
5) rivalutazione del paziente.
Come da Linee di Indirizzo Nazionali 2019 al termine dell’iter clinico del paziente il medico indica l’appropriatezza dell’accesso che non riferisce ad alcun Codice “Cromatico”.
Nei Pronto Soccorso ancora non in regola con la normativa vigente il medico chiude la Cartella di Pronto Soccorso del paziente che ha concluso l’iter diagnostico terapeutico assegnando un codice di gravità che nulla a che vedere con il codice di priorità assegnato dall’infermiere di Triage.
Da molti anni il ruolo degli accessi a bassa priorità rispetto al fenomeno del sovraffollamento in Pronto Soccorso è oggetto di discussione ed alcuni studi (Canadian Association of Emergency Physicians and National Emergency Nurses Affiliaton) affermano che tali accessi non contribuiscono in modo sostanziale al problema del sovraffollamento, nonostante i flussi elevati.
Piuttosto sono causa di un diverso tipo di sovraffollamento, quello delle sale di attesa.
La domanda che il Dr. Belleri dovrebbe porsi è il perché si preferiscono i Pronto Soccorso piuttosto che altri setting di cura.
Il See&Treat è un modello di Triage
Come risposta assistenziale alle urgenze minori, risultato efficace soprattutto nel contenimento delle attese; vengono individuati i criteri che caratterizzano questa particolare risposta operativa, il percorso formativo di riferimento e si definiscono le problematiche di competenza del “See and Treat”.
Per ciascuna di queste è stabilito un protocollo di trattamento (concordato con gli specialisti) che guida il personale nella sua attività in questo particolare area di trattamento del Pronto Soccorso.
Sono inoltre previsti dei criteri di esclusione che fanno sì che il paziente venga trattato nei normali flussi di Pronto Soccorso.
Le leggi parlano chiaro: le attività mediche ed infermieristiche sono autonome e distinte.
L’aspetto legato all’estensione dell’autonomia e, conseguentemente, ad uno sviluppo della responsabilità riferisce all’evoluzione della pratica dell’infermiere dell’emergenza con l’assunzione di nuovi ruoli sempre più avanzati supportati dalle normative vigenti, per rispondere al Sistema Pronto Soccorso.
Sono già realtà istituzionalizzate ed accreditate in diversi Pronto Soccorso gli infermieri flussisti, infermieri di processo, infermieri del See&Treat, infermieri ecografisti, infermieri formati ed esperti che svolgono attività avanzate definite e pre-determinate che rappresentano l’innovazione più significativa che promuove questo professionista ad essere figura fondamentale dell’Emergenza.
Ai dubbi del Dr. Belleri rispondo che gli infermieri di Triage sono guidati da un processo scientifico per svolgere con professionalità, conoscenza, competenza ed abilità l’intero processo di Triage assumendosi le responsabilità di una attività così importante, impegnativa ed autonoma, che indica il percorso clinico assistenziale dei pazienti.
Concludo rivolgendo una domanda al Dr. Belleri: chiedo se sembra logico che, in un epoca in cui i cittadini comuni si rivolgono alle farmacie, al supermercato, su internet e acquistano autonomamente farmaci, integratori, presidi medico chirurgici e che ogni giorno utilizzano strumenti clinici comuni, l’infermiere non possa dare seguito ad interventi assistenziali avanzati, autonomi e responsabili.
Credo che la vera riflessione da fare con tutta l’onestà intellettuale di cui sono certa il Dr. Belleri si caratterizza è quella di capire che il problema del sovraffollamento dei Pronto Soccorso italiani non è più rappresento dai codici a bassa priorità ma dal Boarding … ma questa è un’altra storia.
Dott.ssa Agnese TestoniCoordinatore Area Nursing SIMEU Lazio
Fonte: quotidianosanità