Suprema Corte di New York
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Per la Suprema Corte di New York
l’obbligo vaccinale Covid
è incostituzionale

La Suprema Corte di New York ha demolito l’obbligo di vaccinazione anti Covid che nella stessa New York è in vigore per i dipendenti pubblici dall’autunno 2021.
La sentenza, pronunciata lunedì 24 ottobre 2022, porta la firma del giudice Ralph Porzio.
Definisce l’obbligo

“incostituzionale, arbitrario e capriccioso”

e sottolinea che la vaccinazione non impedisce di contrarre e di trasmettere il Covid.

Del resto, si può aggiungere, la stessa Pfizer ha ammesso di non aver testato l’efficacia del suo vaccino nel fermare la trasmissione del virus.

La sentenza riguarda 16 operatori del servizi sanitari che, rifiutando la vaccinazione, hanno perso il lavoro e hanno conseguentemente deciso di intentare una causa.
Dovranno essere reintegrati, ha stabilito il giudice, e dovranno recuperare gli stipendi non percepiti in questo lasso di tempo.
Questo verdetto, ovviamente, apre la strada a una valanga di cause e di vittorie analoghe.

Probabilmente proprio il desiderio di scongiurare una valanga del genere ha indotto la Città di New York ad appellarsi contro la sentenza.
Nel febbraio scorso, termine ultimo per vaccinarsi, risultavano renitenti alla siringa (e dunque sull’orlo del licenziamento) circa 4mila dei 370mila dipendenti municipali.

2021: il sindaco di New York aveva stabilito l’obbligo di vaccinazione

Nel 2021, il sindaco di New York aveva infatti stabilito l’obbligo di vaccinazione anti Covid per tutti i lavoratori.
L’aveva fatto però, per così dire, in due rate: in ottobre per quelli del settore pubblico, in dicembre per quelli del settore privato.
Esentati tuttavia atleti, artisti e quanti si esibiscono in pubblico.
La disparità di trattamento è uno degli elementi che hanno convinto il giudice a bollare gli obblighi vaccinali come arbitrari e capricciosi.

L’obbligo nel settore privato decadrà a New York il primo novembre, anche se la municipalità – comportandosi come l’ultimo dei Mohicani – incoraggia le aziende private a dotarsi di una politica vaccinale e mantiene l’obbligo per i dipendenti pubblici che, per lavoro, entrano in contatto anche con una sola persona: cioè praticamente per tutti.

La disparità di trattamento rilevata dal giudice Porzio non accenna dunque a sparire.
Tuttavia la sua sentenza si spinge ben oltre.
Stabilisce che i dipendenti municipali non devono essere licenziati per aver scelto “di non proteggersi” attraverso il vaccino anti Covid.
Sottolinea infatti che si ammalano anche i vaccinati con tre dosi: l’obbligo di vaccino dunque non costituisce un beneficio per la collettività.

FONTE: visionetv

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