La Cina alla conquista degli abissi:
creata stazione di ricerca sul fondo dell’oceano
Secondo i media statali, i ricercatori cinesi hanno installato una stazione in profondità sul fondo dell’oceano che lavorerà con una flotta di droni subacquei per raccogliere dati e condurre esperimenti.
L’agenzia di stampa statale Xinhua ha riferito sabato che la stazione senza equipaggio e controllata a distanza era in posizione, ma non ha detto dove o a quale profondità fosse situata.
La stazione è stata posizionata con l’aiuto della nave di ricerca Tansuo 2, la più grande imbarcazione cinese di questo tipo in servizio, e del sommergibile Shenhai Yongshi, che può immergersi fino a 4.500 metri, secondo quanto riportato dalla Xinhua.
La stazione è dotata di vari sensori chimici e biologici per studiare la vita e le condizioni del fondo marino e ha una batteria al litio che permetterà al sistema di condurre osservazioni per almeno sei mesi.
La Xinhua ha citato il ricercatore Chen Jun, dell’Institute of Deep-Sea Science and Engineering dell’Accademia cinese delle scienze, secondo il quale la stazione potrebbe effettuare test e analisi alla pari di un laboratorio terrestre.
Chen ha anche aggiunto che la realizzazione di esperimenti in acque profonde aiuterebbe a evitare la corruzione o la perdita di dati dei campioni a causa dei cambiamenti ambientali.
La batteria – sviluppata congiuntamente dall’Istituto per le profondità marine e dall’Istituto di bioenergia e tecnologia dei bioprocessi di Qingdao – consentirà inoltre alla stazione di base di spostarsi sul fondale marino e di fornire energia ai droni in visita, ha dichiarato il CAS.
Secondo l’Accademia, i dati provenienti dalla stazione saranno inviati al centro di controllo a terra tramite Sea Wing, un aliante subacqueo che migliorerà la velocità e la sicurezza della trasmissione dei dati.
Un notevole passo avanti
Dal punto di vista scientifico l’aver installato una stazione abissale , ancorché automatica, è un passo avanti notevole.
Esistono però ancora dei problemi da risolvere, come la ricarica delle batterie della stazione.
Inoltre c’è un secondo, enorme problema: se la Cina può mantenere una stazione sottomarina abissale, questa potrebbe essere, un giorno, utilizzata anche per finalità di carattere militare.
Immaginate una struttura che possa essere attivata in caso di guerra per interdire un’area con l’uso di siluri e di mine marittime, ma che possa essere regolarmente ricaricata, magari in modo occulto, in modo da mantenerla in attività per molto tempo.
Potenzialmente, e senza grossi rischi, Pechino potrebbe interdire le maggiori linee di navigazione con rischi relativamente contenuti e con trappole difficili da identificare.
FONTE: scenarieconomici