Spid verso l’abolizione? Sono giorni decisivi per il futuro del sistema pubblico di identità digitale nato otto anni fa e oggi è utilizzato da 33,5 milioni di italiani. Le convenzioni con i gestori sono scadute il 31 dicembre scorso, come anticipato dal Wired. Serve quindi un accordo tra i gestori del servizio e il governo. Ma, ad oggi, non ce n’è traccia. Al momento è ancora attivo perché l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) ha prorogato d’ufficio gli accordi al 23 aprile 2023.
Lo Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, è formato da una coppia di credenziali digitali (username e password) che identifica un cittadino e gli consente di accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione (ma non solo).
Spid, cosa succede
Lo Stato paga alle aziende che gestiscono il servizio un milione di euro l’anno. Ma l’aumento dei volumi ha fatto lievitare i costi. In un recente vertice le aziende avrebbero chiesto che tale cifra arriva almeno a 50 milioni di euro complessivi da dividere poi tra gli operatori in proporzione. Ma ci sono altre condizioni che gli operatori hanno avanzato al governo.
COSA CHIEDONO I GESTORI
Alessio Butti di Assocertificatori, che rappresenta il 95% delle transazioni, ha scritto una lettera ad Alessandro Musumeci, capo della segreteria tecnica del sottosegretario all’Innovazione, sottolineando che oltre all’incremento del corrispettivo economico, gli operatori vogliono essere coinvolti nel caso in cui agenzia e esecutivo dovessero ripensare il futuro stesso dell’identità digitale degli italiani, l’eliminazione di schemi concorrenti e la candidatura dello Spid per il futuro sistema europeo comune di identità digitale. Condizioni sine qua non i servizi non andranno avanti oltre giugno 2023.
I NUMERI
Solo nel 2022 lo Spid ha consentito un miliardo di autenticazioni online. Il sistema sembra funzionare, ma non convince tutti. Almeno nel governo. A dicembre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessio Butti, aveva detto che il sistema doveva cominciare ad essere «spento», in favore della Carta di identità elettronica per evitare spese eccessive per lo Stato. Ma la parola definitiva di Palazzo Chigi deve essere ancora detta.
Fonte: MSN