Stefano Bisi: “Sogno di camminare con il Papa sotto la luce del Grande Architetto dell’Universo”
Riparte il dialogo tra Chiesa e Massoneria. Tre logge italiane partecipano a un seminario con monsignor Delpini, vescovo di Milano, il cardinale Coccopalmerio e il vescovo Staglianò. Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, a Huffpost: “Disgelo? Mai stato contro. C’è bisogno di apertura da entrambe le parti”
Una cortina di ferro che non è mai calata, ma che ora potrebbe iniziare a diradarsi. Il conflitto tra la Chiesa Cattolica e la Massoneria è divampato subito dopo il 1717 con la nascita della Grande Loggia d’Inghilterra, destinata a diventare la Grande Loggia Madre mondiale. La Sposa di Cristo, da par sua, ha sempre considerato l’organizzazione in contrasto a livello filosofico e morale con la dottrina cattolica. Dall’altro lato, nella sua storia, la Libera Muratoria ha sovente espresso posizioni anticlericali, negando in linea di principio il valore della verità e della religione rivelata. Ma oggi, a Milano, i Gran Maestri delle tre logge massoniche italiane – Grande Oriente d’Italia, Gran Loggia d’Italia degli Alam e Gran Loggia Regolare d’Italia – partecipano a un seminario con eminenti nomi della Chiesa: monsignor Delpini, il cardinale Coccopalmerio e il vescovo Staglianò. Segno di un ritrovato dialogo tra le parti? “È ciò che auspico”, dice a Huffpost Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
“Già negli anni Settanta – ricorda Bisi all’Huffpost – si registrarono contatti tra esponenti della Chiesa, in particolare padre Rosario Esposito e padre Giovanni Caprile, e i Grandi Maestri del Grande Oriente d’Italia. Poi c’è stato un periodo di raffreddamento. Quello che si svolgerà oggi è un seminario organizzato dal Gris, Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa, che si prefigge l’obiettivo di favorire il dialogo. Vediamo cosa ne verrà fuori”. L’incontro, pur essendo organizzato da un terzo attore, si inserisce in un contesto significativo: da qualche tempo, infatti, ci sono segnali di avvicinamento tra Massoneria e ambienti cattolici, soprattutto da quando, nel 2016, il cardinale Gianfranco Ravasi pubblicò su Il Sole 24 Ore un articolo dal titolo “Cari fratelli massoni”. Da quel momento le occasioni di incontro, promosse dalle logge o da alcune diocesi, si sono moltiplicate. Il Gran Maestro del Goi ricorda che “qualche anno fa, ad Arezzo, l’allora arcivescovo Riccardo Fontana presenziò a un incontro che celebrava i 150 anni di una loggia aretina. Poi a Terni, nel 2022, il vescovo Francesco Antonio Soddu venne all’inaugurazione della nostra sede insieme al prefetto, al sindaco e a un assessore comunale. Ma l’incontro odierno assume particolare valenza, anzitutto per la partecipazione di autorità religiose di primo piano. Non posso che leggerlo come un fatto positivo”.
Le cose si muovono, insomma, anche se i pronunciamenti della Chiesa contro la Massoneria si ripetono nei secoli e finora niente è cambiato nella legislazione sulla materia. Si va dalla bolla di scomunica In eminenti apostolatus specula (1738) di Clemente XII alla dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 26 novembre 1983, redatta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger e approvata da san Giovanni Paolo II, fino alla presa di posizione di Bergoglio, che lo scorso autunno ha ribadito che “l’iscrizione attiva alla Massoneria da parte di un fedele è proibita, a causa dell’inconciliabilità tra dottrina cattolica e massoneria”. Come venirne a capo? Secondo Bisi, “il fatto che Papa Francesco abbia ribadito l’inconciliabilità tra fede cattolica e l’appartenenza alla Massoneria non esclude la possibilità di confronto e dialogo. Nel corso del tempo le idee possono modificarsi: non siamo più nel 1870, ai tempi della breccia di Porta Pia. Casomai al giorno d’oggi la breccia deve servire a costruire ponti di luce, e non di oscurità”. Ma quale ponte verrà costruito oggi, a Milano, non sarà raccontato dalla stampa: l’incontro si svolgerà a porte chiuse. Perché questa scelta? “Non è stata una nostra decisione: lo ha stabilito il Gris, che è organizzatore del seminario. E quando si va in casa di altri bisogna rispettare le regole. Da parte mia, anche conoscendo il lavoro in prima persona, non c’era alcuna chiusura ai giornalisti’, risponde il Gran Maestro del Goi.
A ogni modo, si può parlare di disgelo? “Personalmente – spiega Bisi –, non ho mai mostrato un atteggiamento di gelo nei confronti della Chiesa. Basti pensare che il mio primo intervento al Grande Oriente d’Italia, più di quarant’anni fa, verteva proprio sui rapporti tra il mondo cattolico e la Massoneria. Tuttavia, affinché si possa davvero sciogliere il ghiaccio, è necessaria la collaborazione di entrambe le parti. Ritengo fondamentale ricordare quanto scrisse nel 2016 il cardinale Gianfranco Ravasi, al quale ho avuto modo di esprimere gratitudine per la sua attenzione. Ma purtroppo accade ancora che quando un’autorità ecclesiastica manifesta apertura al dialogo con la Massoneria, venga immediatamente accusata di appartenere alla stessa: mi rammarica profondamente. È essenziale superare questa narrazione e promuovere un clima di rispetto reciproco e comprensione”.
A chi gli domanda quale sia, in definitiva, il suo auspicio, Bisi risponde con eloquenza: “Mi piacerebbe che ogni giorno un Papa e un Gran Maestro potessero incontrarsi e fare un pezzo di strada insieme, sotto la luce del Grande Architetto dell’Universo”.
Fonte: HUFFPOST
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