Il miliardario respinge le accuse dell’hedge fund Hindenburg: non sono diventato ricco grazie all’amicizia con il primo ministro Modi
Il magnate indiano Gautam Adani ha respinto le teorie che ipotizzano come la sua ascesa al rango di uomo più ricco d’Asia (titolo perso questa settimana accompagnato da un crollo delle azioni del suo gruppo in borsa) fosse legata alla vicinanza al primo ministro indiano Narendra Modi. «Queste accuse sono prive di fondamento», ha obiettato il magnate sul canale televisivo India Today, aggiungendo che il fatto che i due uomini siano nati in Gujarat lo rende un «bersaglio facile». Secondo Adani, «il fatto è che il mio successo professionale non è dovuto a un singolo leader, ma alle riforme politiche e istituzionali avviate da diversi leader e governi in un lungo periodo di oltre tre decenni».
Le parole del magnate sono arrivate mentre il titolo Adani Enterprises, fiore all’occhiello del suo conglomerato che va dai porti all’energia, era appena crollato del 10% all’apertura della Borsa di Bombay, che ha sospeso più volte la quotazione. Durante la mattinata le azioni sono scese del 30% per poi concludere guadagnando l’1,2%. Adani Enterprises ha perso oltre il 60% della sua capitalizzazione di mercato, o più di 30 miliardi di dollari, tra la pubblicazione del rapporto della società di investimento statunitense Hindenburg Research il 24 gennaio e la chiusura degli scambi di venerdì 3. Nello stesso arco di tempo le società quotate del gruppo hanno perso in tutto 110 miliardi di dollari di capitalizzazione.
La debacle sul mercato azionario del gruppo è stata innescata dalle accuse di frode contabile mosse nel rapporto da Hindenburg Research. Anche Adani Power, Adani Green Energy, Adani Total Gas, di cui il colosso francese TotalEnergies detiene il 37,4%, e Adani Transmission hanno visto le loro negoziazioni sospese nella mattinata di venerdì 3. TotalEnergies ha giudicato «limitata» la sua «esposizione» legata alla sua partecipazione a diverse joint venture con il gruppo Adani. Il gruppo francese ha accolto con favore l’annuncio di Adani di «affidare una revisione generale a una delle quattro maggiori società di revisione finanziaria mondiale».
Adani possiede il 64% di Adani Enterprises. Secondo azionista è con l’8,73% Adani Tradeline, dove Gautam e il fratello Rajesh Adani sono amministratori di controllo. Il terzo maggiore azionista, con il 4,02%, è Life Insurance Corporation of India, di proprietà statale dell’India. L’elenco dei primi 20 azionisti di Adani Enterprises include anche due dei più grossi nomi di Wall Street: Vanguard detiene lo 0,75% delle azioni, mentre BlackRock Fund Advisors ha una partecipazione dello 0,57% e BlackRock Advisors (U.K.) Ltd dello 0,17%.
Elara Capital, che attualmente possiede l’1,7% di Adani Enterprises, è stato il maggiore azionista istituzionale fino a febbraio 202. Hindenburg ha accusato i fondi di Elara con sede a Mauritius di far parte di un piano per manipolare i prezzi delle azioni delle società di proprietà del gruppo Adani e nascondere quanto possedeva la famiglia. Da allora Elara ha ceduto il 72% delle azioni che deteneva nella società, secondo i dati FactSet. Jo Johnson, fratello dell’ex primo ministro britannico Boris Johnson, si è dimesso mercoledì 1 dal suo ruolo di direttore di Elara.
Fonte: MilanoFinanza
