Sanità
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Se la sanità va male la colpa è di chi l’ha sempre governata


Gentile direttore,
ho un moto di sdegno, quando leggo che chi ha distrutto la Sanità pubblica a livello Regionale ed a livello nazionale, promuova una petizione pubblica per salvarla.

Dov’erano i vari Errani, Bissoni, Bonaccini, Donini, Carradori, Lusenti, Speranza, Bindi, sindacati vari quando la mia categoria denunciava da 10 anni (e oltre, i tagli ai posti letto in Regione Emilia Romagna?

Dov’erano, in questi 10 anni, quando la mia categoria denunciava, inascoltata, la mancanza di risorse, di personale, di fondi, di ferie non godute, di straordinari non pagati, di incentivi non solo economici, in totale assenza di qualsiasi tipo di gratificazione per il capitale umano che si massacrava di lavoro negli ospedali pubblici?

Si sono chiesti perché da 10 anni c’è una fuga inarrestabile di personale sanitario dal pubblico al privato?

E ora, mi insegnano come salvare il SSN pubblico?

Se la questione non fosse drammatica ci sarebbe da farsi quattro risate e non accetto lezioni e soluzioni da chi, da 20 anni, ha distrutto la sanità pubblica italiana ed emiliana? Non siete credibili!


Solo ora si battono per una sanità pubblica quando la Bindi nel lontano 1999 allargava la platea delle prestazioni, anche quelle comprese nei LEA, quelle accreditate, quelle socio sanitarie (punto 4 art. 9, 229, come giustamente denuncia il Prof. Cavicchi).

Io a” bordo” della Sanità pubblica ci sono stata per 15 anni, poi ho gettato la spugna perchè il SSN stava morendo lentamente ma inesorabilmente e non ho certo bisogno di ricevere soluzioni apodittiche per salvare la sanità pubblica, dagli stessi che, in questi 20 anni l’hanno affondata!

La sottoscritta è un umile medico della Regione ER che qualche consiglio (non richiesto) lo avrebbe potuto fornire (come tanti altri colleghi), in quanto 36 anni di esperienza in ambito sanitario non si cancellano con un colpo di spugna e, forse, dico forse, qualche “pecca” nella gestione della Sanità da parte dell’Assessorato emiliano si è verificata ed una sana autocritica ed un bagno di umiltà, da parte della dirigenza politica sarebbe stata apprezzata.

Mai che qualcuno abbia interpellato la classe operaia, ossia i sanitari (medici, infermieri, OSS, tecnici, farmacisti, etc.) per sapere cosa non funzionasse, per informarsi sullo stato di salute del “Proletariato sanitario ” e, di conseguenza, del SSN/SSR!

Mai nessun politico che, in questi anni, si sia si affacciato da qualche porta di un ambulatorio di un PS italico, di un reparto di emergenza/chirurgico e ci fosse rimasto per un turno di 12 ore, per valutare” de visu”, cosa significhi entrare in una bolgia infernale e non poterne uscire, se non licenziandosi!

Mai che abbia sentito un mea culpa per i disservizi, per i tagli al personale, per le ferie non pagate, per i turni massacranti, per la scarsa gratificazione.

Mai un mea culpa, durante tutta la fase pre e post pandemia, per i molti colleghi morti e/o mandati allo sbaraglio senza adeguati DPI, per un personale sempre più precarizzato e demotivato, considerato che la Regione Emilia Romagna ha aumentato il lavoro precario dei medici del 193% e degli Infermieri dell’81%, o sbaglio? Mai nessuno che abbia avuto il coraggio di pronunciare la frase: Ho sbagliato!

Tutti costoro si sono riempiti la bocca con la retorica degli eroi, sbandierata da “politici locali e nazionali”, mentre si poneva in essere la schiavizzazione dei professionisti sanitari, quando la nostra categoria chiedeva solo il giusto rispetto ed il riconoscimento dei diritti legittimi.

Per concludere, ringrazio sentitamente tutti i colleghi sanitari che, in questi decenni, hanno dato e danno l’anima per far funzionare un sistema carente di personale e posti letto e mi chiedo se abbia ancora senso combattere.

Mirka Cocconcelli
Chirurgo ortopedico

Fonte: quotidianosanità

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