Comprimarie della scena mondiale sono attualmente tre nazionalità: Cina, Russia, Usa. Alla finestra osserva l’India, il gigante sottovalutato che sta cercando di trovare la propria strada e nel frattempo, sorveglia il Pakistan dove gli Usa continuano ad addestrare terroristi di finte organizzazioni islamiche estremiste. Una potenza costantemente attenta alle strategie cinesi che misura incrementando punti di osservazione navali e militari nei mari asiatici che si aggiungono alla gestione efficiente delle batterie di artiglieria pesante con puntamento elettronico posizionate lungo i confini con la Cina. Mantiene una incrollabile e secolare alleanza con la Russia, un rapporto che, in caso di tensioni con la Cina, potrebbe sparigliare gli equilibri definiti multipolari dal solito giornalismo spara-slogan.
Sulla scena globale si muovono Stati pericolosi, fra i quali Indonesia, Turchia, Giappone, Iran. Le bombe demografiche come Nigeria, Cina e soprattutto, India più popolosa della Cina. Queste entità sono in possesso di armi atomiche pulite, sporche, a basso potenziale. Un parco letale facilitato dal mercato globale delle armi che prospera senza essere minimamente scalfito dalle sanzioni pubblicizzate dal circo mediatico. Le normative internazionali, sostenute dai Paesi dell’anglosfera autonominatisi “portatori di pace e di democrazia” infrangono i divieti allestititi proprio da loro! Si aggiungono a questo scenario poco rassicurante le migrazioni. Si tratta di una vera e propria arma lanciata contro Paesi poco propensi ad “allinearsi” alle direttive delle catene di comando che faticano sempre più a controllare la situazione.
Le “tre carte” rappresentano le tre potenze citate ad inizio.
Sappiamo che ogni potenza si muove nel panorama internazionale per ottenere vantaggi maggiori in termini economici, militari, sociali e perfino culturali, per attuare una efficace difesa dei propri interessi anche con la realizzazione di operazioni neocolonialiste dispiegate su tutti i continenti.
Come ogni guerra cognitiva che si rispetti, la propaganda Usa, che continua a voler monopolizzare ogni percezione dell’occidente, cataloga la Cina e la Russia come “Stati canaglia”. Le loro azioni sono un attentato alla “democrazia” un concetto complesso monopolizzato dai centri universitari e di ricerca residenti nella anglosfera. L’eccezionalismo missionario degli Usa commercializza il suo concetto di democrazia creando un reticolo informativo-disinformativo mondiale legato e finanziato dalle aziende multinazionali, quasi tutte angloamericane.
Per capire se una notizia è vera o, perlomeno, credibile, si dovrebbero evidenziare coloro che la diffondono, cioè i committenti, e il costo presuntivo di ogni “operazione”. Quasi nessuno approfondisce la correlazione binomiale dei mandanti con i costi correlati alle loro iniziative. Le analisi dovrebbero fare ricorso alle categorie di “mandanti effettivi” e non di prestanomi e di interessi monetari diretti in gioco.
La pressione dell’anglosfera sul pianeta ha raggiunto livelli intollerabili e sempre più pericolosi. Da tempo, stanno creando una falsa sicurezza che induce questi Paesi ad adottare decisioni sempre più violente e genocide tramite la creazione di oltre duecento conflitti regionali in corso.
L’alleanza Russia-Cina-India e altri Paesi è una necessità dettata dalla variabilità degli interessi a geometria variabile che esistono da sempre nei giochi mondiali. La più evidente è la cooperazione fra Cina e Russia, due popoli che si odiano e si disprezzano reciprocamente da secoli, ma hanno capito che una strategia comune consente di realizzare un lento abbraccio mortale agli americani e ai suoi satelliti. Questa temporanea alleanza ha calamitato decine di Paesi che hanno valutato di sfuggire alla morsa del dollaro e delle armate oscure di assassinio angloamericane, dai monopoli commerciali onerosi e punta di diamante di un nuovo e più feroce neocolonialismo.
Finora abbiamo descritto una narrazione fintamente d’opposizione moderata e di lungo respiro. Altre considerazioni fanno pensare scenari differenti. Come è accaduto nelle lotte sanguinose fra , i gruppi superstiti hanno capito che proseguire la contesa non avrebbe portato risultati positivi e hanno deciso di sedersi intorno ad un tavolo per spartirsi i territori. Non è questo che le potenze vincitrici fecero a Yalta e che faranno prossimamente?
La titanica e pervasiva narrazione in corso dove assistiamo a conflitti continui, (mai diretti ma per procura) all’ossessivo bombardamento mediatico sull’ambiente (non di natura) danneggiato, al caos climatico, al lotta per le fonti d’acqua, sala denatalità e altre amenità simili, ha lo scopo di far accettare ed anzi sollecitar l’applicazione di normative severissime. Una pesante armatura securitaria a spese delle libertà civili di tutto il mondo progressivamente in estinzione. Come far accettare questa discesa agli inferi a tutta l’umanità? Si allestisce una gigantesca sceneggiatura mondiale con gli ingredienti della paura, della instabilità, della siccità, della fame, dell’ecologia-con-le-treccine e, infine, della salvazione escatologica e purificatrice del paradiso elettrico!
È probabile che i Paesi che hanno scelto il fronte del cosiddetto BRICS ne siano consapevoli, ma non hanno attualmente scelta.
Il gioco del dominio totale attuato finora con il gioco delle due carte giocate a Yalta qualche tempo fa è sostituito da quello con le tre carte Russia, Cina e USA.
Rien ne va plus …