Scoperti i “super-microbi” che salvano le piante dalla siccità
Nel sottosuolo esiste un’intricata rete di relazioni che permette alle piante di resistere anche alle condizioni più avverse.
È il mondo affascinante delle interazioni tra radici e microbi della rizosfera, la porzione di suolo che circonda le radici delle piante.
Un complesso sistema di scambi chimici che potrebbe rivelarsi la chiave per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici.
Un team di ricercatori ha studiato da vicino questo “patto di mutuo soccorso” in tre specie di piante tropicali, scoprendo come la risposta delle radici alla siccità possa modellare l’intero ecosistema del suolo.
Nella rizosfera, nessuno è solo
Sotto la superficie del terreno si cela un universo brulicante di vita microscopica, un esercito di batteri e funghi pronti a stringere alleanze con le radici per affrontare insieme le avversità.
È la rizosfera, come detto, il teatro di questa partnership strategica tra regno vegetale e regno dei microbi.
Qui, in un intricato gioco di scambi chimici, piante e microrganismi collaborano per nutrirsi, crescere e difendersi dalle minacce esterne. Un vero e proprio “mercato sotterraneo” dove la valuta sono zuccheri, enzimi e metaboliti.
Quando la siccità bussa alla porta
Cosa succede quando la siccità, il nemico numero uno delle piante, entra in scena “piombando” sul quieto equilibrio della rizosfera?
È qui che l’alleanza tra radici e microbi rivela tutto il suo valore.
Come cavalieri con le loro armature, i microrganismi accorrono in aiuto delle piante stressate, fornendo loro nutrienti preziosi e molecole protettive.
Non solo: le piante stesse, in risposta alla carenza d’acqua, modificano la composizione chimica delle sostanze che rilasciano nel suolo attraverso le radici, i cosiddetti “essudati”.
Questo cambio di “menù” attira microrganismi specializzati, capaci di aiutare la pianta a fronteggiare siccità e stress idrico.
Una sorta di “SOS biochimico” lanciato dalle radici ai loro piccoli alleati.
Tre piante, tre strategie
Nello studio su Science of The Total Environment che vi riporto qui, il team di ricercatori ha voluto studiare da vicino le interazioni rizosfera-microbi in tre diverse specie di piante tropicali: Piper auritum, Hibiscus rosa sinensis e Clitoria fairchildiana.
Grazie a tecniche all’avanguardia di sequenziamento genetico e analisi metabolomica, hanno scoperto che ciascuna pianta attua una strategia diversa per “arruolare” i microrganismi più utili durante la siccità.
Piper auritum, ad esempio, riduce il rilascio di essudati radicali, “stringendo la cinghia” e facendo meno affidamento sui microbi per modellare la chimica della rizosfera. Hibiscus rosa sinensis e Clitoria fairchildiana, invece, cambiano la composizione degli essudati, attirando comunità batteriche specifiche che le aiutano a far fronte allo stress.
La scoperta più sorprendente dello studio è che, anche in condizioni di grave siccità, le piante riescono a mantenere partnership specifiche e durature con alcuni microbi “fidati”. Un po’ come amici che si sostengono a vicenda nei momenti difficili, piante e microrganismi hanno evoluto strategie per rafforzare la reciproca resistenza agli stress ambientali.
Questo “patto di mutuo soccorso”, un vero e proprio gemellaggio, potrebbe rivelarsi un’arma preziosa per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici. Comprendere meglio come le piante interagiscono con i loro alleati microscopici potrebbe permetterci di sviluppare varietà vegetali più resilienti, capaci di prosperare anche in condizioni di scarsità d’acqua.
La rivoluzione verde parte dal basso
In sintesi, la chiave per un futuro più verde e sostenibile potrebbe nascondersi proprio sotto i nostri piedi, in quell’intricata ragnatela di relazioni che lega piante e microbi.
Un ecosistema invisibile agli occhi, ma fondamentale per la salute del suolo e la produttività delle colture.
FONTE: Futuro Prossimo
Inter
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