Peste Suina Africana, uccisi nella mattinata di oggi, mercoledì 20 settembre 2023, i 10 maiali ospiti del rifugio “Cuori Liberi” di Zinasco.
Nella sola provincia di Pavia sono stati già abbattuti circa 34 mila maiali, Oipa: “Un’ecatombe”.
CONCLUSIONE DELLA GIORNATA (all’interno i video)
Uccisi i 10 maiali del Rifugio Cuori Liberi
Erano 10 i maiali per i quali l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) aveva chiesto una diversa fine, insieme ad altre associazioni.
Ma la fine è arrivata all’alba di stamattina quando le forze dell’ordine sono entrate nel rifugio “Cuori liberi” di Zinasco, e hanno così consentito agli operatori di ucciderli.
Proprio ieri le associazioni, avevano inviato un’istanza urgente alle autorità chiedendo un diverso esito della vicenda.
Istanza sostenuta da argomenti tanto etici quanto logici.
«I dieci animali, se tenuti in vita, sarebbero stati il simbolo del riscatto del lato umano che dovrebbe guidare leggi, regolamenti, ordinanze», commenta l’Oipa.
«Invece sono entrati ignorando le richieste degli attivisti e delle associazioni per la tutela degli animali.
In definitiva, di fronte a dieci animali perfettamente isolati, non destinati alla filiera alimentare, alcuni sani, altri portatori sani di Psa, si è preferito trattarli, come sempre, come oggetti, merce».
Abbattuti 34mila maiali
Nella sola provincia di Pavia sono stati abbattuti a oggi circa 34mila maiali.
“Queste le dimensioni più generali di un’ecatombe dettata dall’esistenza di allevamenti, intensivi e non, di animali considerati come mera fonte di reddito.
Una volta di più si conferma come la vera scelta a monte in grado di scongiurare tali disastri sia quella di non alimentarsi più di esseri senzienti”, conclude Oipa.
“Eradicazione PSA necessaria”
Di parare opposto Ats Pavia:
Le attività di eradicazione della Peste Suina Africana sono essenziali per contrastare la circolazione virale e salvaguardare tutti i suini, sia allevati per fini alimentari sia detenuti a scopo di affezione.
“Oggi sono state portate a termine le operazioni di soppressione mediante metodi eutanasici dei pochi suini ancora presenti nel focolaio di Peste Suina Africana diagnosticato ai primi di settembre presso il rifugio per animali dell’associazione Progetto Cuori Liberi di Zinasco.
La Peste Suina Africana ha colpito quaranta suini presenti presso l’associazione, di cui gran parte già deceduti nei giorni scorsi”, dichiara Ats Pavia.
Cos’è la Peste Suina Africana
La Peste Suina Africana è una malattia infettiva di natura virale molto temibile per la quale non sono disponibili al momento terapie specifiche o vaccini.
È caratterizzata da una alta morbilità.
Possibilità che un animale ammalato contagi altri animali, ma soprattutto da una elevatissima mortalità. Tutti i suini che si infettano muoiono, in tempo variabile in funzione di diversi fattori, ma mediamente nell’arco di pochi giorni.
Quando la malattia entra in un allevamento suino, quindi, tutti gli animali sono destinati a morire.
Il virus colpisce suini e cinghiali ed è molto resistente nell’ambiente.
L’uomo può diventare un veicolo di trasmissione
e diffondere l’infezione nel territorio se non vengono rispettare rigorose norme di biosicurezza (come il cambio di abbigliamento e calzature in entrata-uscita da allevamenti e zone a rischio).
Le attività di eradicazione della Peste Suina Africana sono essenziali per contrastare la circolazione virale e salvaguardare tutti i suini.
Allevati per fini alimentari, sia detenuti a scopo di affezione.
La malattia fortunatamente non colpisce l’uomo e si manifesta come una forma di setticemia emorragica
che porta rapidamente a morte i suini con febbre elevata (fino a 42°), ingrossamento della milza (fino a tre le volte le dimensioni fisiologiche), danni renali e compromissione delle capacità respiratorie (scolo nasale schiumoso ed emorragico).
La morte può essere improvvisa oppure essere preceduta da una fase preagonica molto dolorosa
Il decesso è determinato dalle gravi emorragie interne a carico di organi vitali come milza, reni e polmoni.
Per la sofferenza e grande malessere degli animali ammalati non vi sono cure palliative o di supporto.
Il contagio non colpisce solo i suini degli allevamenti intensivi ed i cinghiali ma, come in questo caso, può interessare anche suini allevati allo stato semibrado e non destinati alla alimentazione umana.
Per estinguere il focolaio
ed evitarne altri, prevenendo l’insorgenza di altri casi di malattia, devono essere attuati accurati interventi di disinfezione dei ricoveri animali e distruzione dei materiali non sanificabili.
Fonte: primapavia