La stessa tecnologia di collegamento usata per il Green Pass durante la pandemia per le prescrizioni elettroniche o la tessera di vaccinazione dell’UE. Questa l’idea che inizia a guadagnare terreno nell’agenda di lavoro della Commissione europea. A chiarirlo a Eunews il portavoce per la salute, Stefan De Keersmaecker
La stessa tecnologia del Green Pass usato per le vaccinazioni dal Coronavirus durante la pandemia per le prescrizioni elettroniche o la tessera di vaccinazione dell’UE nel quadro dello Spazio europeo dei dati sanitari. Questa l’idea che inizia a guadagnare terreno nell’agenda di lavoro della Commissione europea, che dovrebbe presentare i primi progetti pilota per entrambi questi casi d’uso imminentemente. A chiarirlo a Eunews il portavoce della Commissione europea per la salute, Stefan De Keersmaecker, anticipando inoltre che la Commissione non rinnoverà oltre giugno 2023 il regolamento che ha istituito il Green Pass.
E’ stata “una storia di successo dell’Ue. Il certificato digitale Covid dell’Ue ha facilitato il viaggio libero e sicuro per i cittadini ed è stato fondamentale per sostenere l’industria del turismo europea duramente colpita. Finora gli Stati membri hanno emesso più di 2,2 miliardi di certificati. Il certificato Covid ha fissato uno standard globale: oggi conta 78 paesi e territori in cinque continenti collegati al sistema (inclusa l’UE27)”, ha rivendicato. Tuttavia, il peggio della pandemia sembra essere alle spalle e dunque “nell’attuale scenario epidemiologico, la Commissione non intende proporre un’ulteriore proroga oltre il 30 giugno 2023”, ci conferma il portavoce.
Ma la Commissione e gli Stati membri stanno ora esaminando come la tecnologia e gli apprendimenti possono essere preservati e riutilizzati in caso di future pandemie, e non solo. “La tecnologia del certificato COVID digitale è abbastanza flessibile da poter essere riutilizzata anche come parte dello spazio europeo dei dati sanitari: le prescrizioni elettroniche o la carta di vaccinazione dell’Ue sono buoni esempi”, spiega De Keersmaecker, annunciando che sono in arrivo i primi “progetti pilota per entrambi questi casi d’uso. Sulla carta di vaccinazione dell’UE, nel luglio 2022 è stato pubblicato uno studio di fattibilità”, ha ricordato.
Tessere vaccinali e prescrizioni elettroniche non sono l’unico dossier sanitario a cui Bruxelles lavora con urgenza. Dopo averla rimandata a lungo, la Commissione europea dovrebbe presentare il prossimo 26 aprile la sua proposta di revisione della legislazione farmaceutica, la prima grande revisione delle norme europee sui medicinali in 20 anni. La Commissione ha già chiarito che punterà su innovazione e accesso ai farmaci, e sarà “un’opportunità irripetibile per aggiornare il ventennale quadro normativo dell’UE al fine di garantire un accesso più equo a medicinali di alta qualità a prezzi accessibili”. L’idea – prosegue – è quella di incentivare “l’innovazione per mantenere un settore farmaceutico competitivo a livello mondiale nell’Ue. Affronterà i fallimenti del mercato nel settore delle esigenze mediche insoddisfatte e contribuirà a combattere la resistenza antimicrobica. E ridurrà la burocrazia e renderà i medicinali rispettosi dell’ambiente. Il pacchetto affronterà anche la resistenza antimicrobica”, ha anticipato.
La proposta era attesa entro la fine del 2022, poi è stata rimandata a marzo e poi ancora ad aprile. Ma secondo Bruxelles non c’è da preoccuparsi sul ritardo accumulato, dovuto anche alle pressioni dell’industria. “Quando si tratta di una proposta così significativa e di vasta portata per i nostri pazienti e l’industria come questa riforma, la qualità sarà sempre favorita rispetto alla velocità”, ha motivato il portavoce. Proprio la pandemia di Covid ha messo in luce la forza dell’Unione ma anche le sue debolezze sul fronte sanitario in cui mancano competenze chiave, spingendola a ripensare le modalità con cui affronta le crisi sanitarie, pure rimanendo nel quadro dei trattati Ue. Per migliorare la risposta, Bruxelles ha la nuova agenzia HERA, l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie. “È una struttura di sicurezza sanitaria unica che ci consente di essere all’avanguardia. La sicurezza sanitaria sta diventando uno sforzo collettivo nell’Ue e dopo quasi due anni di una pandemia devastante, HERA è un simbolo del cambiamento di mentalità sulla politica sanitaria che tutti dovremmo sostenere: è quando agiamo insieme che siamo più forti e in grado di fare davvero la differenza per la sicurezza sanitaria di nostri cittadini”, ha aggiunto.
Fonte: EUNEWS