
L’accordo tra Usa e Ucraina non riguarda le ‘terre rare’
C’è un piccolo problema in questa discussione sui miliardi, se non trilioni, che arriverebbero dai minerali dell’Ucraina: in realtà questa presunta ricchezza non è così ricca.
Tecnicamente parlando, le terre rare sono 17 dei 118 elementi della tavola periodica: scandio, ittrio, lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tallio, itterbio e lutezio.
Tutti preziosissimi.
Gianclaudio Torlizzi – fondatore della società di consulenza T-Commodity e consigliere del ministro della Difesa su materie prime e materiali rari – spiega in un’intervista:
“L’Ucraina, tranne un po’ di scandio, fondamentalmente non ha terre rare, per questo sarebbe più appropriato parlare di accordo con gli Usa per minerali e risorse critiche”
“ha una discreta ricchezza, ma non è un campione minerario come per esempio il Congo per il cobalto o il Cile per il rame”.
Secondo l’esperto, la confusione sulle terre rare può spiegarsi:
“da una parte con la scelta degli ucraini di calcare un po’ la mano su questo aspetto per aumentare l’interesse dell’Occidente nei loro confronti e dall’altra con l’utilizzato un po’ semplicistico fattone da Trump che sotto questa categoria fa rientrare un po’ tutto”.
Ricchezza non così ricca:
quella (vera) dell’Ucraina
L’intesa sui minerali che domani dovrebbe essere finalizzata alla Casa Bianca nell’ambito della visita di Zelensky,
“riguarda invece il titanio, di cui l’Ucraina è sesto produttore a livello mondiale e che rappresenta l’attrattiva maggiore per il suo impiego nell’industria della Difesa, i giacimenti di carbone e gas e i minerali di ferro”
L’Ucraina, inoltre, ha la grafite, che non è una terra rara, ma un minerale strategico e il litio, fondamentale per l’industria delle batterie e il business dei veicoli elettrici, ma di cui disponiamo in abbondanza in tutto il mondo e i cui depositi più promettenti si trovano nella regione di Zaporizhzhia, parzialmente sotto controllo russo.
Ciò di cui l’Ucraina è veramente ricca sono i minerali di ferro, il gas naturale e il carbone.
Il problema è che tutte queste riserve di gas inutilizzate si trovano proprio lungo le attuali linee del fronte e molte miniere di carbone sono sotto il controllo russo e lo sono dal 2014.
Secondo l’analista:
“La trattativa vera in questo ambito sarà tra Mosca e Washington“
“si stanno già spartendo le risorse strategiche del Paese“
Anche sul concetto di ‘raro’ bisogna fare chiarezza:
“Le terre rare non sono affatto rare, l’Italia stessa ha dei giacimenti“
“La vera ‘rarità” è la loro raffinazione che serve per renderle commerciali““Si tratta di un processo che richiede molta energia e acqua ed è molto inquinante, per questo l’Occidente negli anni lo ha delocalizzato sempre di più in Cina, che oggi si trova a controllare oltre il 90% della raffinazione di questi elementi a livello globale”
Ricchezza non così ricca:
in conclusione
La nuova postura di Washington sull’Ucraina rientra cosi’ in una più ampia strategia:
“In questa Seconda Guerra Fredda colmare il divario con Pechino sulle materie prime è diventato un pilastro della politica estera americana, perseguito in modo anche più aggressivo del passato”.
Si spiega cosi’ anche l’attenzione americana per la Groenlandia
“che ha una grande disponibilità mineraria e per il Canada che è un grande produttore mondiale di metalli critici”
Fonte: AGI
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