Le origini del Qi gong
La nascita del Qi gong risale ad alcuni millenni prima di Cristo, durante il periodo Yao in Cina, dove la disciplina si presentava sotto forma di antiche danze rituali finalizzate a scacciare i demoni responsabili del dolore e della sofferenza.
Soltanto nel periodo Tzou (1030 – 760 a.c.) i movimenti di queste danze cominciarono ad essere considerati degli esercizi fisici mirati alla salute del corpo e che cominciarono ad essere tramandati negli anni.
Nel 1960 in Cina, per la prima volta la comunità scientifica si rende conto degli effetti del Qi gong sulla salute così da riconoscerlo, in maniera ufficiale, come tecnica terapeutica.
Il Qi gong è stato inserito nel Piano Sanitario Nazionale nel 1996.
Cos’è
Laddove la medicina “Occidentale” è particolarmente indicata nel trattamento delle condizioni acute, il Qi gong può essere particolarmente efficace in un’ottica di prevenzione e nel trattamento delle malattie croniche.
Il Qi gong rientra nelle discipline della medicina tradizionale cinese e possiamo definirlo una “ginnastica dolce”, sia preventiva che curativa, basata sullo scorrimento dell’energia nel sistema dei meridiani su cui tradizionalmente agisce l’agopuntura.
La pratica consiste in una serie di esercizi fisici, sia statici che dinamici, tecniche di concentrazione mentale e di controllo della respirazione, emissione di suoni le cui vibrazioni hanno lo scopo di armonizzare i differenti organi vitali.
Le tecniche permettono di sostenere e far circolare l’energia vitale lungo i meridiani, con l’obbiettivo di prevenire o sciogliere i blocchi energetici e correggere gli squilibri al fine di raggiungere un benessere fisico e psichico ed una maggiore resistenza allo stress ed ai fattori patogeni.
Le applicazioni mediche del Qi gong sono molteplici:
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- problematiche respiratorie come l’asma
- ansia e sindromi stress-correlate
- problematiche cardio-cicolatorie come l’insufficienza cardiaca e l’ipertensione arteriosa
- anti-aging
- fibromialgia
- morbo di Parkinson
- insonnia
- supporto in oncologia
Significato del Qi gong
L’ideogramma indicante il Qi da alcuni viene tradotto come “energia”, da molti anche “soffio” ed in alcuni contesti “respiro”.
All’interno del corpo umano, questo “soffio” diventa l’energia essenziale per tutte le attività vitali.
Elemento mobile ed invisibile (come l’aria) il “Qi” circola nei meridiani indissolubilmente legato al suo aspetto materiale, il Sangue.
Il carattere Gong, è stato tradotto in tanti modi, ma indica il risultato che si ottiene con una pratica lunga, paziente e costante.
Sinteticamente si può tradurre con “lavoro”, in quanto include uno sforzo applicato nel tempo ed un paziente impegno.
Letteralmente, infatti, “Qi gong” significa “lavoro sul Qi”.
Gli antichi testi insegnano che l’Energia originaria, “Jing del cielo anteriore”, da cui il Qi organico ha origine, ci è stata trasmessa dai nostri genitori e che dopo la nascita il corpo continuamente la reintegra attraverso gli alimenti e la respirazione.
Il Qi organico
nel tempo, può subire rallentamenti, impoverimenti, ostruzioni, a causa di fattori ereditari, di errori alimentari, di dinamiche psico-emotive non adeguate.
Quando il Qi è insufficiente il corpo è predisposto alle patologie cronico-degenerative, la persona si sente debole, spesso è stanca, sofferente e vulnerabile.
Quando invece il Qi è in eccesso la persona è irosa, iperattiva, spesso ipertesa ed evidenzia patologie infiammatorie acute.
Quando il Qi si blocca (stasi), invece, si entra in uno stato di depressione.
In tutti questi casi gli esercizi di Qi gong perseguono primariamente l’obiettivo di:
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- distendere il corpo
- sbloccare/sostenere la circolazione del Qi e del Sangue nei meridiani, armonizzando in tal modo le funzioni degli organi vitali
- modulare l’umore e sostenere le nostre capacità psichiche per una risposta adattiva più coerente con gli eventi “stressogeni”
In definitiva la pratica rafforza la coscienza e l’organismo contro l’attacco dei fattori patogeni, sia di natura psichica che fisica, prevenendo e combattendo le malattie.
Qi gong e oncologia
Diversi studi in letteratura hanno mostrato che l’utilizzo nella cura del cancro può fornire supporto e il miglioramento di diverse situazioni (1):
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- affaticamento
- difficoltà del sonno
- ansia e depressione
- dolore associato alla malattia, alle terapie antiblastiche o all’intervento chirurgico
Questi risultati dimostrano che praticare il Qi gong durante il percorso di malattia contribuisce in modo significativo a migliorare la qualità della vita del paziente.
Chi può praticare il Qi gong?
Possono praticarlo persone di qualunque età.
Il lavoro sul corpo, infatti, è piuttosto diverso rispetto agli esercizi tipici praticati dalle discipline “fitness” occidentali.
Gli esercizi non mirano allo sforzo fisico dovuto alla contrazione muscolare o a performance di resistenza, poiché l’obiettivo, al contrario, è quello di ottenere una sorta di distensione generalizzata mente-corpo per far circolare al meglio l’energia vitale ed aumentare il livello di attenzione/concentrazione sul “momento presente”.
Sicurezza ed effetti collaterali
Ad oggi non sono stati riscontrati rischi di nessun tipo o effetti collaterali in chi pratica in Gi gong, anche in caso di patologie.
Fonte: artoi