Positivi Covid
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Covid, ricoveri: il 64% non è legato al virus.
Cambia il bollettino

Oggi in ospedale quasi due terzi dei pazienti positivi al Covid (il 64%) non sono ricoverati perché hanno i sintomi tipici del virus come le polmoniti o i problemi respiratori, ma perché hanno scoperto di essere positivi dopo aver fatto un tampone prima di un intervento operatorio o di un ricovero per altro motivo.
Eccolo un nuovo segnale, forse il più importante, che il Covid sta cambiando pelle e fa meno male rispetto alle prime ondate.

Il viaggio verso l’endemia

Un segnale che mostra come dalla pandemia ci si stia avviando – a meno che non compaiono nuove minacciose varianti – verso la cosiddetta endemia: la convivenza cioè con il virus.
Un motivo in più per cambiare la comunicazione che da quasi tre anni ci accompagna: tra le prime misure che dovrebbe prendere il nuovo Esecutivo sul Covid c’è infatti quello di modificare il bollettino che ogni giorno registra l’andamento della pandemia.

L’idea che mette d’accordo molti nel centro-destra e anche alcuni nomi di papabili ministri della Salute è quello di rinunciare al bollettino quotidiano in favore di un report settimanale.
Non solo, l’idea è anche quello di togliere dal conto dei pazienti ospedalizzati quelli che appunto sono ricoverati ”con” il Covid (cioè lo hanno scoperto dopo il ricovero) e non “per” il Covid e dunque hanno i sintomi.

Il report Fiaso

Con una maggiore circolazione del virus dopo i contagi che corrono almeno da una ventina di giorni – ieri 47.763 nuovi casi e 69 morti – negli ultimi 7 giorni sono cresciuti del 37% anche i ricoveri, come registra nel suo report sugli ospedali sentinella la Fiaso (la Federazione di Asl e ospedali).
Un aumento, questo, in linea con quello del 39% registrato nella settimana precedente, ma che tuttavia è quasi completamente relativo ai cosiddetti pazienti “con” Covid, arrivati cioè in ospedale per la cura di altre patologie e trovati incidentalmente positivi al virus attraverso il tampone pre-ricovero.

Rispetto al report del 4 ottobre, infatti – aggiunge ancora la Fiaso – la quota di pazienti ricoverati “con” Covid è cresciuta del 64% mentre l’incremento dei ricoverati “per” Covid, ovvero coloro che hanno sviluppato sindromi respiratorie e polmonari, è stato appena del 6%. Insomma il virus circola e contagia di più, ma sembra fare sempre meno danni.

Il virus circola molto ma fa meno male

«A fronte di un significativo aumento dei ricoveri – conferma il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – registriamo una crescita quasi del tutto a carico di pazienti positivi, ma senza sintomi tipici del Covid, che arrivano in ospedale per curare altre malattie».
«Questo trend, se confermato – continua Migliore – vorrebbe dire che ci troviamo di fronte a una endemizzazione del Covid: il virus circola molto, ma incontra le difese immunitarie della stragrande maggioranza della popolazione che ha ricevuto la vaccinazione e i richiami o ha già contratto l’infezione».

Questi segnali non devono però far abbassare la guardia soprattutto tra i più fragili e anziani che devono proteggersi con il vaccino: in terapia intensiva – dove ci sono i pazienti più gravi – i ricoverati per Covid sono il 65 per cento.
Secondo il report Fiaso qui c’è una quota pari al 20% di pazienti no vax.
L’età media dei non vaccinati si è abbassata a 59 anni anche se va sottolineato come il 100% di coloro che non ha effettuato il vaccino e si trova in rianimazione è affetto da patologie pregresse.
I pazienti vaccinati hanno un’età media molto più alta pari a 70 anni e nel 93% dei casi hanno altre patologie, ma tutti coloro che sono arrivati in terapia intensiva risultano essere sprovvisti della copertura vaccinale della quarta dose.

FONTE: ilsole24ore

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