Pensiero divergente: cos’è e come svilupparlo
Il pensiero divergente o laterale è caratterizzato dalla capacità di generare soluzioni molteplici e ingegnose per lo stesso problema.
Si tratta di una concentrazione mentale spontanea, fluida e non lineare, che si basa sulla curiosità e sull’anticonformismo.
In realtà è anche un modo di pensare molto comune nei bambini, per i quali la gioia, la fantasia e la freschezza offrono più libertà al ragionamento.
Il pensiero divergente è di attualità.
In una società in cui tutti hanno competenze simili, giunge un momento nel quale le grandi aziende iniziano a valutare altre capacità, altre dimensioni che offrano ingegno, vitalità e autentico capitale umano per i loro progetti.
Una persona in grado di fornire innovazione, creatività e nuovi obiettivi può diventare, dunque, un ottimo candidato per molti di questi progetti organizzativi.
Tuttavia, bisogna ammettere che le nostre scuole e università, nella loro metodologia, continuano a dare la priorità a un tipo di pensiero chiaramente convergente.
In generale le istituzioni educative danno la priorità a una riflessione (o meglio, alla mancanza della stessa) nella quale lo studente deve applicare il pensiero lineare e un insieme di regole e processi per raggiungere un’unica soluzione, che è quella definita come corretta.
Se è vero che in molte occasioni questa strategia è utile e necessaria, dobbiamo ammettere che la vita reale è troppo complessa, dinamica e imprecisa perché possiamo credere che i nostri problemi abbiano una sola opzione.
Pertanto, dobbiamo sviluppare un vero e proprio pensiero divergente.
Per questo motivo, sono molti i centri educativi che incoraggiano i loro studenti affinché non si limitino a trovare la risposta giusta.
L’obiettivo è quello di essere in grado di creare e suggerire nuove domande.
Il pensiero divergente e i suoi processi psicologici
E’ bene chiarire una cosa.
Nessun pensiero è migliore di un altro.
Il pensiero convergente è utile e necessario in numerose occasioni.
Tuttavia, il vero problema è che ci hanno “addestrati” a pensare in un solo modo, lasciando da parte (e addirittura annullando completamente) la spontaneità, l’ingegno e l’intrigante libertà.
In molti corsi formativi al pensiero divergente, è comune che agli studenti vengano poste domande quali:
- Quali cose si potrebbero fare con un mattone e una penna?
- Se vi diamo uno spazzolino da denti e un bastone, quali modi di utilizzo vi vengono in mente?
Siamo consapevoli del fatto che inizialmente può risultare difficile farsi venire anche una sola idea. Tuttavia, ci sono persone in grado di dare numerose risposte e idee ingegnose, in quanto hanno un alto potenziale di ciò che Edward de Bono ai suoi tempi aveva chiamato “pensiero laterale”.
Per capire meglio come funziona, vediamo le tipologie di processi psicologici che lo compongono.
Le reti semantiche o la teoria della connettività
Il pensiero divergente è in grado di trovare relazioni tra idee, concetti e processi che apparentemente non hanno alcuna somiglianza.
Gli psicologi esperti in creatività ci dicono che le persone presentano diverse reti mentali di associazione:
- Le persone con reti semantiche “ripide” sono governate più dalla logica e dal pensiero lineare.
- Le persone con le reti semantiche “piatte” dispongono di reti mentali molto più connesse e al contempo flessibili. Questo significa che a volte mettono in relazione tra loro due cose che non hanno senso, ma a poco a poco utilizzano altre reti fino a raggiungere un’idea ingegnosa e innovativa.
Emisfero destro ed emisfero sinistro
Abbiamo sentito parlare tutti della teoria che ci dice che l’emisfero destro è quello creativo, mentre quello sinistro è quello logico.
Basandoci su questo, le persone che fanno uso di un pensiero divergente o laterale faranno uso preferenziale dell’emisfero destro.
In realtà dobbiamo essere cauti con tali idee sulla lateralizzazione o dominanza cerebrale, perché vi sono molte sfumature.
Non possiamo vedere il cervello come un’entità con aree delimitate.
Di fatto, quando dobbiamo creare un’idea, che sia ingegnosa, conservatrice, logica o altamente creativa, ci serviamo di quest’organo nella sua interezza.
Tuttavia, la chiave è come colleghiamo un’idea con l’altra.
Le persone più ingegnose fanno uso di un pensiero ad albero, ovvero le loro connessioni cerebrali sono molto intense in entrambi gli emisferi, non in uno solo.
“L’immaginazione è il principio della creazione. Immagina quello che vuoi, persegui quello che immagini e, infine, crea quello che hai perseguito”
-George Bernard Shaw-
Allenare il pensiero divergente
Tutti noi, qualunque sia la nostra età, siamo in grado di allenare il nostro pensiero divergente.
A tale scopo, ci dobbiamo concentrare su quattro obiettivi molto chiari:
- Migliorare la nostra fluidità: la capacità di produrre un gran numero di idee.
- Migliorare la nostra flessibilità: essere in grado di creare idee diverse sulla base di diversi campi del sapere.
- Originalità: capacità di creare idee innovative.
- Migliorare la nostra elaborazione: capacità di migliorare le nostre idee, per svilupparle con più raffinatezza.
Pensiero divergente
L’influenza dello stato d’animo
Il pensiero divergente va di pari passo con la gioia, l’ottimismo e il benessere interiore.
Avere buone relazioni sociali, godere di un buon riposo ed essere libero da pressioni, ansia e stress ottimizza il pensiero divergente.
È chiaro che a volte, nei nostri doveri da adulti, nel nostro stile di vita così pieno di pressioni e preoccupazioni, trascuriamo gran parte di queste dimensioni così importanti.
Potremmo anche concludere che questo tipo di pensiero nasce anche da una sorta di atteggiamento verso la vita, nel quale si può essere liberi, felici, anticonformisti, apertI alle esperienze…
FONTE: LaMenteèMeravigliosa
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