Patrick Blanc
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Patrick Blanc: tutto sull’inventore di muri vegetali e giardini verticali.

In una realtà sempre più moderna e industrializzata, oppressa da costruzioni in cemento e lo smog delle auto, è di vitale importanza trovare sempre nuovi metodi per inserire un po’ di verde negli spazi urbani, secondo un piano strategico ben preciso e competente.

Molte iniziative stabiliscono la costruzione di giardini o parchi dove i cittadini possono portare i loro bambini, gli animali o semplicemente godersi un momento di relax e di evasione dalla solita grigia realtà urbana.

Spesso, però, queste piccole oasi non sono sufficienti contro l’aumentare di palazzi, grattacieli ed edifici.

La soluzione migliore sembra essere quella di fondere due realtà in una: l’architettura cittadina con il verde della natura.

In questo modo possono nascere opere architettoniche  dall’impatto ambientale minore rispetto agli edifici classici e visivamente più rilassanti.

Sembra un progetto utopistico? Non è dello stesso avviso Patrick Blanc, famoso botanico francese.

Egli, infatti, ha realizzato quello che sembrava impossibile: l’unione tra città e natura.

I risultati di questo processo lavorativo, sono davvero strabilianti e si possono ammirare in numerosissime città del mondo moderno.

Patrick Blanc: biografia e studi

Nato a Parigi il 3 giugno 1953Patrick Blanc ha dimostrato fin da piccolo una grande passione per le piante; in particolar modo per quelle quelle tropicali, curiose e dal fascino esotico irresistibile.

Crescendo, l’amore per la botanica non ha fatto altro che aumentare, portandolo a percorsi di studio ben precisi.

Egli, infatti, ha mantenuto le proprie ambizioni che lo hanno portato ad iscriversi alla facoltà di biologia dell’Università di Parigi VI Pierre et Marie Curie.

Al 1972 risale il primo viaggio alla scoperta delle piante esotiche, in Malesia e in Thailandia.

Qua sfrutta le basi di studio di botanica e la propria innata passione per osservare con attenzione la crescita delle specie locale sulle rocce, i loro comportamenti, i loro metodi di adattamento al clima e alle condizioni climatiche nel sottobosco.

Questo, come i numerosi viaggi successivi, hanno rappresentato l’ispirazione di Patrick Blanc per l’ideazione del suo progetto architettonico e gli hanno fornito spunti interessanti sulle varie possibilità di realizzazione.

Di ritorno in Francia, Blanc discute la tesi del terzo ciclo di dottorato nel 1978, mentre nel 1989 ottiene la laurea in biologia con specializzazione in botanica. 

I ruoli di prestigio però arrivano molto prima, già a partire dal 1982, quando fu assunto come ricercatore scientifico presso il CNRS, il Centre National de la Recherche Scientifique, nonché responsabile del laboratorio dell’Università di Parigi VI (dove aveva studiato).

Patrick Blanc: le sue attività per l’ambiente

È proprio negli anni ’80, grazie agli approfondimenti negli studi e nelle ricerche, che Blanc comincia a concretizzare i propri progetti.

Egli, infatti, inizia a ideare quella che sarebbe poi diventata una scoperta fondamentale per la sua carriera e per il disegno di rinnovamento ecologico di molte città.

Si tratta dei giardini verticali, detti anche muri vegetali.

Siamo di fronte a particolari installazioni sulle pareti degli edifici, che permettono la crescita di piante e muschi di vario tipo ricoprendo la parete su cui si è intervenuti.

I giardini verticali sono una sorta di manto verde dalla funzione estetica ed ecologica.

Il primo incarico ufficiale che riguarda i muri vegetali è giunta a Blanc nel 1986.

Egli fu chiamato a realizzare la sua prima opera concreta alla Città della Scienza e dell’Industria di Parigi, un centro espositivo con mostre e spettacoli che rappresentano l’affascinante mondo della scienza e dei suoi fenomeni.

Non poteva esserci un luogo più rappresentativo dove esporre il proprio progetto altamente innovativo.

Da quel momento in poi la carriera di Blanc ha avuto un’accelerata, dando vita a progetti sempre nuovi e sempre più ambiziosi.

Dopo la laurea in biologia nel 1989 gli incarichi si moltiplicarono e Patrick Blanc divenne il signore dei muri vegetali.

Le città di tutto il mondo si ornarono dei suoi giardini verticali creati appositamente per rigenerare la biodiversità nei centri urbani. 

Fu un vero e proprio pioniere di questa branca.

La realizzazione di pareti vegetali e di un giardino verticale

Il progetto di Blanc è senza dubbio ambizioso, nonché incredibilmente innovativo.

La sua realizzazione è nata per apportare cambiamenti radicali per la vivibilità e la diversità delle specie botaniche all’interno dei centri urbani. 

Ma, più precisamente, in che cosa consiste questo nuovissimo piano di rinnovo ecologico?

Per giardino verticale o muro vegetale (dal francese Le Mur Végétal), si intende una particolare forma di paesaggio urbano realizzata tramite la coltivazione di piante su una parete urbana, solitamente verticale, secondo vari stili o colori.

Sfruttano la presenza di due strati di materiale fibroso e di un impianto di irrigazione posto tra essi, per nutrirsi e crescere in modo naturale. 

Il loro aspetto potrebbe sembrare quello di una qualunque altra pianta rampicante lasciata libera di impossessarsi dell’intera parete o dell’edificio; in realtà, però, il sistema secondo cui queste piante vengono fatte crescere è più complesso e risponde a precisi studi botanici.

Come viene organizzato questo progetto ecologico?

Nello specifico, il progetto ecologico su cui i muri vegetali si basa innanzitutto sull’installazione di un telaio metallico sulla struttura architettonica sulla quale deve crescere il giardino.

Esso è unito a una parte in PVC espanso e a ben due strati sovrapposti di materiale fibroso dalle diverse composizioni.

Blanc utilizza per le sue opere fibra di cocco, poliammide di feltro, un po’ di lana di roccia, un particolare muschio leggero chiamato sfagno (talmente morbido e permeabile da agire proprio come una spugna) e marciume.

Questa stratificazione in parte organica è stata poi dotata di un sistema di irrigazione tra gli strati.

Questo sistema è in grado di far ricevere alle piante i giusti nutrienti e crescere in modo sano.

L’impatto visivo di queste realizzazioni è davvero notevole, tanto che non ci si stupisce affatto che siano considerate in primo luogo vere e proprie opere d’arte.

Non per nulla i botanici che se ne occupano, tra cui anche Patric Blanc, si appoggiano alle costruzioni di architetti di fama internazionale.

Tra i nomi degli esperti che collaborarono con Blanc ricordiamo Jean Nouvel e Andrée Putman.

In che modo queste scelte impattano con l’ambiente?

Oltre all’evidente valenza estetica dei muri vegetali, la loro importanza riguarda anche una funzione pratica di miglioramento della zona su cui si è intervenuti.

La presenza di zone verdi o piante in un ambiente cittadino è fondamentale per una migliore vivibilità dell’area perché alcune specie vegetali sono in grado di depurare l’aria.

Queste assorbono infatti parte dell’inquinamento atmosferico per trasformare l’aria sporca e impregnata di smog in ossigeno pulito.

In questo modo viene ridotto il rischio di problemi fisici legati all’inquinamento dell’aria. 

Un altro aspetto da non sottovalutare è la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico permessi da questi giardini verticali.

Gli strati su cui le piante crescono e la natura stessa dei vegetali impiegati permettono un notevole isolamento termico dell’edificio.

Riducono, infatti, l’energia impiegata per il suo mantenimento, come se il muro vegetale fosse una sorta di tappeto verde isolante.

L’inquinamento atmosferico non è l’unica pecca del vivere in una città affollata.

Anche l’inquinamento acustico può essere ridotto di molto grazie ai muri vegetali di botanici e paesaggisti come Patrick Blanc.

I giardini verticali assorbono i rumori che in casi normali si diffonderebbero anche all’interno degli edifici.

Miglioramento della qualità della vita

Meno inquinamento, meno rumore, meno dispendio inutile di energia. 

Tutto questo porta a una migliore qualità della vita e a un minore livello di stress sugli abitanti.

Oltre a ciò, ovviamente, si avrà un’aria più pulita e un notevole risparmio economico.

Anche vedere edifici verdi e colorati, piuttosto che grigi e freddi, aumenta non di poco l’umore, per la naturale capacità delle piante di agire sul benessere psicofisico degli individui.

Analizzando tutti questi elementi si può facilmente comprendere come il lavoro di Blanc e dei suoi colleghi sia di vitale importanza in un mondo sempre più evoluto.

Un mondo dove edifici, grattacieli, negozi e palazzi sono diventati un numero impressionante.

Tutto questo non dovrebbe mai avvenire perché compromette la salute degli esseri viventi e del nostro prezioso pianeta.

Proprio per questo motivo i muri vegetali hanno un ruolo importante nella riduzione dei rischi di danno ambientale.

Un progetto meraviglioso che dev’essere incentivato e diffuso a molti centri urbani. Blanc ha cercato in ogni modo di creare delle vere e proprie foreste urbane.

Patrick Blanc: quali sono le sue opere?

Man mano che la sua opera proseguiva, dopo il primo tentativo ben riuscito nel 1986, il botanico e paesaggista francese ha ideato sempre nuovi modi di adattare specie come muschi, felci, piccoli arbusti e vari tipi di erbe alla realtà cittadina e alle pareti verticali degli edifici, impegnandosi grazie agli studi e all’esperienza sul campo nel selezionare le specie in base all’ambiente di destinazione.

I suoi viaggi non sono mai cessati, alimentati continuamente dall’amore di Blanc per la botanica e le specie esotiche di tutto il mondo e delle loro peculiari strategie di adattamento all’ambiente. 

I suoi progetti si sono perfezionati, portando sempre a un minor rischio di intaccare le pareti degli edifici e a un maggior beneficio per la città.

Ha cercato di estendere il suo lavoro a costruzioni pubbliche e private, gallerie, musei, centri commerciali, abitazioni, stazioni, alberghi e molto altro.

Città della Scienza e dell’Industria di Parigi

Al giardino verticale della Città della Scienza e dell’Industria di Parigi sono seguiti molti altri muri vegetali, sempre più all’avanguardia, spettacolari, funzionali e mozzafiato.

Per citarne solo alcuni: l’EmQuartier di Bangkok, gli Eclairs Verts di Parigi, il Work Project di Hong Kong,la Yamaguchi Shinkansen Station,il tetto e l’interno del Riyadh KAFD, l’esibizione Organismi di Torino, il Green Hotel,di Parigi, il One Central Park di Sydney, il Miami PAMM Museum,il Dubai Sofitel,lo Juvia di Miami, il Bahrain Green Gate, il Giardino Botanico di New York, l’Icon Hotel di Hong Kong.

Moltissimi altri sono in corso di realizzazione, delle vere e proprie foreste urbane.

Crètel

Naturalmente, un cultore dei giardini verticali come Patrick Blanc, tanto convinto dei benefici estetici, economici e ambientali portati dalle proprie creazioni botaniche, non poteva non applicare le proprie conoscenze e i propri progetti alla propria casa, a Crètel, che divide col compagno Pascal.

Lavorando a fianco dell’architetto Gilles Ebersolt, Blanc ha progettato la propria casa in modo che essa potesse accogliere più verde possibile.

All’interno dell’abitazione si possono trovare elementi ordinati come i famosi giardini verticali che Blanc realizza in città.

Allo stesso tempo, però, si possono trovare anche piante che crescono spontanee un po’ in preda al caso.

Un esempio sono i rampicanti, le piante esotiche, quelle acquatiche e moltissime altre specie. Il talentuoso botanico, infatti, ha voluto circondarsi di queste bellezze per vivere nel proprio elemento: quello vegetale.

Fonte: planetasrl

Patrick Blanc