I legali: “La questione è stata rigettata solo perché mal posta dai giudici di merito che hanno formulato, con ordinanza di rinvio, il quesito di legittimità costituzionale alla Corte. Ciò significa ‘questione inammissibile per ragioni processuali’, ergo la Corte non si è affatto pronunciata né in un senso né in un altro”
Riflessioni del giorno dopo
Oggi è il giorno della lucidità dopo il primo momento di scoramento. Fermo il principio che sia un abominio non aver censurato un obbligo vaccinale che ha contato 29 morti, la cui correlazione è stata accertata, restiamo in attesa della sentenza di cui soppeseremo ogni singola parola come abbiamo imparato a fare sempre meglio negli ultimi tre anni di compulsiva produzione normativa distopica.
Ribadiamo che la normativa sull’obbligo vaccinale non era stata abrogata e non lo è neanche ora ma l’obbligo non è più attuale, in quanto tutte le categorie ad esso sottoposte sono state reintegrate al lavoro. Di fatto, dal comunicato stampa di ieri della Corte Costituzionale, non si evince che l’obbligo sia stato dichiarato legittimo.
La cosa più importante è che per i sanitari non vaccinati che svolgono attività che non implica contatti interpersonali, la questione sia stata rigettata solo perché mal posta dai giudici di merito che hanno formulato, con ordinanza di rinvio, il quesito di legittimità costituzionale alla Corte.
Ciò significa “questione inammissibile per ragioni processuali“, ergo la Corte non si è affatto pronunciata né in un senso né in un altro e i giudici di merito continueranno a decidere le questioni de quibus in base alle proprie convinzioni e al personale sentire giuridico.
Timori fondati
Sapevamo che la Corte avrebbe coperto le vergogne dell’agire del legislatore della cd emergenza: sancire l’illegittimità della sospensione dal lavoro senza prevedere la retribuzione a favore dei sospesi avrebbe aperto la strada ad azioni risarcitorie dannose per le casse dello Stato.
Inoltre tutta la legislazione emergenziale è stata adottata con atti aventi forza di legge emanati dal Presidente della Repubblica in carica, che non ha mai chiesto, pur nei suoi poteri, un riesame al governo.
Quindi, nel caso di delibera di illegittimità, Mattarella avrebbe potuto essere sottoposto ad impeachment (messa in stato d’accusa).
Del resto verrà fuori quello che non volevamo, ma che sapevamo sarebbe accaduto: in emergenza i diritti del singolo possono cedere il passo di fronte all’interesse della collettività in base a un principio solidaristico che non tiene conto di 29 (29!!!!!!) morti accertate. Dunque si passa da una Costituzione rigida, quale “era” la nostra, le cui modifiche possono aver luogo solo attraverso una particolare procedura, ad una Costituzione più che flessibile laddove l’elasticità sarà costituita dall’emergenza di turno che legittimerà il governo (ormai novello e unico legislatore) alla compressione dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini.
Lo si legge chiaramente in quel riferimento al “periodo pandemico”: “sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario”.
Conclusioni
In buona sostanza, vale il discorso di cui sopra: se è noto il principio in base al quale “cane non mangia cane”, è maggiormente vero che nessun sistema si “autosana” dall’interno. La Corte Costituzionale ha dimostrato di non essere più giudice delle leggi ma giudice del Sistema di cui fa parte, a cui è asservita e al quale presta il fianco a sanatorie costituzionali, che farebbero inorridire uno studente del primo anno di giurisprudenza (soprattutto se si pensa che almeno la metà dei giudici della Consulta è composta da insigni professori ordinari di diritto costituzionale). Questo cambia qualcosa nel nostro sentire? Assolutamente no! La lotta continua e la cosa più importante è che noi traiamo forza dalle loro azioni malevole, che a loro volta generano una nostra reazione maggiore e contraria. Nella speranza che la lettura della sentenza ci conforti maggiormente, ricordiamo a tutti che resteremo sentinelle della Costituzione: finché siamo vivi noi, popolo di giuristi che ricordano bene il rispetto della Costituzione, sulla quale abbiamo giurato, la lotta non cesserà.
(Avv.ti Manola Bozzelli e Valeria Panetta)
Fonte: Il Giornale D’Italia