“Tutti gli uomini – e donne – del presidente”
In questo articolo cerchiamo di dare un primo quadro sulle nomine del presidente Donald Trump, per poter comprendere quale potrebbe essere la sua linea strategica.
Un ricco approfondimento analizzando una per una le nomine, cercando di comprendere chi sono i nomi coinvolti e le loro implicazioni.
Come di consueto, auspichiamo che ognuno faccia le proprie valutazioni e tragga le proprie conclusioni.
Elon Musk e Vivek Ramaswamy
Trump ha nominato
“il grande Elon Musk, in collaborazione con il patriota americano Vivek Ramaswamy“
alla guida del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa (Doge)
“Questi due meravigliosi americani spianeranno la strada alla mia amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, tagliare normative eccessive e spese inutili, ristrutturare le agenzie federali essenziali per il movimento ‘Save America’. Diventerà, potenzialmente, il progetto Manhattan dei nostri tempi”
(fonte)
Ndr – Il Progetto Manhattan è stato un programma di ricerca e sviluppo in ambito militare che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la seconda guerra mondiale. Fu condotto dagli Stati Uniti d’America con il sostegno di Regno Unito e Canada.
Elon Musk no ha bisogno di presentazioni
Ma vediamo chi è Vivek Ramaswamy
Dopo Elon Musk, Donald Trump ha scelto un altro miliardario per il suo Doge.
Si tratta di Vivek Ramaswamy, 39 anni, repubblicano e investitore nel settore biotecnologico.
Le sue battaglie? L’opposizione al “woke” e l’estrema fiducia verso il capitalismo.
Ramaswamy è figlio di immigrati indiani – il padre è ingegnere e avvocato di brevetti e la madre psichiatra – ha frequentato Harvard, dove ha studiato biologia e co-fondato StudentBusinesses.com, un sito web, poi venduto, per mettere in contatto giovani imprenditori con investitori professionisti.
Secondo Forbes, la ricchezza di Ramaswamy deriva da una società di sviluppo di farmaci chiamata Roivant Sciences, fondata nel 2014.
Ha diversificato i proventi in un portafoglio di investimenti standard, con circa il 60% in azioni e il 40% in obbligazioni. Ma ha anche puntato su Bitcoin ed Ethereum, su alcune azioni della concorrente di YouTube, Rumble, e ha una partecipazione nella società di pagamenti crypto MoonPay.
Poi, è arrivata la politica. Nel 2021, Ramaswamy ha lasciato il ruolo di ceo di Roivant e si è avvicinato alla politica, pubblicando un libro intitolato Woke, Inc., in cui si schiera contro gli investimenti esg delle aziende.
Un anno dopo, ha creato un fondo “anti-woke”chiamato Strive Asset Management.
Ramaswamy ha sostenuto che i principali gestori patrimoniali, come BlackRock, State Street e Vanguard, mescolano attività di business con politiche esg, danneggiando così gli interessi degli investitori.
“Sosteniamo questo movimento che chiamiamo ‘capitalismo di eccellenza,’ come alternativa al capitalismo dei portatori di interessi,”
“Il capitalismo di eccellenza si concentra esclusivamente sulla fornitura di prodotti e servizi eccellenti ai clienti, sopra tutte le altre agende, incluse quelle politiche e sociali”.
Nonostante il denaro, il miliardario dice di non vivere come un magnate, l’unica eccezione sono gli aerei privati: ne possiede tre.
(fonte)
Robert F. Kennedy Jr
Trump ha offerto all’ex candidato presidenziale e attivista no vax Robert F. Kennedy Jr. il ruolo di segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, secondo vari media Usa.
Nipote dell’ex ministro della giustizia Bob Kennedy e dell’ex presidente John Fitzgerald Kennedy, Rfk si era candidato per la Casa Bianca sfidando Joe Biden nelle primarie dem e poi come indipendente, prima di ritirarsi e dare il suo endorsement al tycoon.
(fonte)
La posizione di Kennedy sui vaccini solleva dubbi sulle sue possibilità di essere confermato, anche in un Senato controllato dal partito repubblicano.
Nonostante Kennedy, che ha preso il controllo del gruppo anti-vaccini Children’s Health Defense, sostenga di non essere contrario ai vaccini e affermi di non aver mai detto al pubblico di evitare la vaccinazione, ha ripetutamente reso chiara la sua opposizione.
“non esiste un vaccino che sia sicuro ed efficace”
L’ex dem ha annunciato l’intenzione di licenziare seicento dipendenti del National Institutes of Health (Nih), che supervisiona la ricerca sui vaccini, e sostituirli con seicento nuovi dipendenti.
(fonte)
William Joseph McGinley
Il tycoon ha anche annunciato la nomina di William Joseph McGinley come avvocato della Casa Bianca:
“Bill è un avvocato intelligente e tenace che mi aiuterà a promuovere il nostro programma America First, combattendo per l’integrità elettorale e contro l’uso delle forze dell’ordine come arma politica. Ha prestato servizio durante il mio primo mandato come segretario di gabinetto della Casa Bianca e ha avuto un ruolo importante nella nostra vittoria elettorale come consulente esterno del comitato nazionale repubblicano per l’integrità delle elezioni”
(fonte)
McGinley era stato coinvolto nella campagna presidenziale di Trump del 2016, aiutando a garantire i delegati per la Convenzione Nazionale Repubblicana.
Ha lavorato come segretario del gabinetto della Casa Bianca dal 2017 al 2019, consigliando altri membri del gabinetto su questioni di coordinamento politico, immagine e etica.
(fonte)
Pete Hegseth
Come capo del Pentagono Trump ha scelto a sorpresa il 44enne Pete Hegseth, veterano di guerra pluridecorato e conduttore di Fox News per 8 anni:
“Ha trascorso la sua vita come un guerriero per le truppe e il Paese. È tosto, intelligente, un vero credente dell’America First. Con Pete al timone, i nemici dell’America sono avvisati: il nostro esercito tornerà grande e non si arrenderà mai”.
Tra gli episodi più controversi, per i media Usa, c’è l’aver persuaso nel 2019 Trump a graziare 3 soldati accusati di crimini di guerra per l’uccisione di civili in Iraq.
(fonte)
Ma la nomina sta già per saltare
La prima nomina dell’era Trump sta già per cadere si tratta di Pete Hegseth, nominato dal presidente eletto capo del Pentagono, la cui posizione ora è al vaglio, dopo le rivelazioni di accuse sessuali.
Hegseth finì in indagine per presunta aggressione sessuale
A riportare l’indiscrezione è il Washington Post.
Si teme una sorta di Me Too sull’ex conduttore di Fox
Il Washington Post cita alcune fonti, secondo le quali il panico è scattato dopo che lo staff di Donald Trump ha ricevuto informazioni sulla denuncia presentata dalla donna nel 2017.
Le informazioni dettagliate fanno temere ulteriori rivelazioni su Hegseth.
Il tycoon non sapeva delle accuse prima di scegliere l’ex anchor di Fox.
E proprio questo aspetto potrebbe indurlo a ritrattare sulla scelta appena fatta.
(fonte)
Kristi Noem
Trump ha nominato come segretaria alla Sicurezza interna (Homeland Security) la governatrice del South Dakota Kristi Noem.
È una fedelissima del tycoon e in passato voleva far scolpire il volto di The Donald tra quelli di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln nel celebre monumento nazionale del Monte Rushmore nel suo Stato.
Era stata travolta dalle polemiche quando si era vantata nella sua autobiografia di aver ucciso brutalmente il suo cane da caccia di 14 mesi, Cricket, perché “inaddestrabile”
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Ha intrapreso la carriera politica nel 2006, entrando nella Camera dei Rappresentanti del South Dakota.
Nel 2010, ha conquistato un seggio alla Camera degli Stati Uniti e, nel 2018, è diventata la prima donna governatrice dello stato, riconfermata nel 2022.
Durante il COVID-19, Noem si è distinta per aver rifiutato molte restrizioni governative, guadagnandosi consensi tra i conservatori.
Noem ha sostenuto fortemente le politiche di Trump sull’immigrazione. Ha inviato truppe del South Dakota in Texas come parte dell’Operazione Lone Star per scoraggiare i migranti al confine. Questa decisione ha scatenato critiche, poiché i costi sono stati coperti con una donazione di 1 milione di dollari da parte di un miliardario del Tennessee, donatore repubblicano.
Nel 2020, Noem è finita sotto accusa per presunto nepotismo.
Dopo che l’agenzia del South Dakota aveva negato la licenza da perito immobiliare a sua figlia, Noem ha convocato i responsabili in una riunione.
Pochi mesi dopo, sua figlia ha ottenuto la certificazione.
Un’indagine ha successivamente concluso che la figlia ha ricevuto un trattamento preferenziale.
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John Ratcliffe
A capo della Cia il nome è John Ratcliffe, già direttore della National Intelligence:
“È sempre stato un combattente per la verità e l’onestà.
Quando 51 funzionari dell’intelligence mentivano sul laptop di Hunter Biden, ce n’era uno, John Ratcliffe, che diceva la verità.
Non vedo l’ora che sia la prima persona a ricoprire entrambe le posizioni più alte dell’intelligence del nostro Paese”.
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Il ruolo di Ratcliffe
Il suo compito?
Riformare da zero le agenzie di intelligence che, secondo Trump, erano ormai politicizzate e compromesse.
se dovesse essere confermato senza grossi problemi, avrà di fronte un compito da far tremare i polsi: attaccare le rendite di posizione, affrontare direttamente il “governo ombra” all’interno dell’Intelligence e, soprattutto, fare da scudo al presidente dai fin troppo prevedibili attacchi.
Il segnale che il nuovo presidente vuole mandare all’esterno è cristallino: come il nuovo consigliere alla sicurezza nazionale Michael Waltz, anche Ratcliffe pensa che il Partito Comunista Cinese sia la minaccia principale per gli interessi americani nel mondo.
Nel dicembre 2020, disse ch
“Pechino punta a dominare il mondo economicamente, militarmente e tecnologicamente.
Buona parte delle grandi aziende cinesi servono solo a mascherare le azioni del PCC”
Come notato in un articolo di Politico, Ratcliffe sarà una delle nomine politiche necessarie per portare a termine uno degli obiettivi chiave di Trump: riformare un sistema corrotto, infiltrato da attivisti democratici, nonostante le resistenze degli agenti più esperti e della tentacolare burocrazia che gestisce in maniera fin troppo allegra i budget riservati all’Intelligence.
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Steven C. Witkoff
Donald Trump ha poi annunciato di aver nominato come inviato speciale per il Medio Oriente il magnate dell’immobiliare Steven C. Witkoff:
“Steve è un leader molto rispettato nel mondo degli affari e della filantropia, che ha reso ogni progetto e comunità in cui è stato coinvolto più forti e più prosperi. Steve sarà una voce instancabile per la pace e ci renderà tutti orgogliosi”
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Chi è Steven C. Witkoff
Tra le nomine più inquietanti c’è senza dubbio quella di Steven Witkoff, scelto come inviato speciale per il Medio Oriente.
Del tutto privo di esperienza diplomatica, Witkoff, 67 anni, probabilmente ha tra le sue competenze principali quella di giocare a golf con Trump.
Viene da una famiglia ebrea del Bronx e ha costruito un impero immobiliare.
Delle sue posizioni geopolitiche sulla regione, dei suoi programmi e della sua visione si sa poco o nulla.
Di certo è molto vicino anche a Jared Kushner, genero ed ex consulente di Trump, artefice degli accordi di Abramo – che nel 2020 hanno portato al riavvicinamento tra Israele e alcuni paesi arabi – e rampollo di una famiglia di immobiliaristi ebrei del New Jersey.
Witkoff è noto soprattutto per aver definito un “momento spirituale” il discorso tenuto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu al congresso degli Stati Uniti lo scorso luglio.
“Sotto la presidenza di Donald Trump il Medio Oriente ha conosciuto livelli storici di pace e stabilità.
La forza ha permesso di prevenire i conflitti. I finanziamenti all’Iran sono stati interrotti, impedendo così il sostegno iraniano al terrorismo mondiale”.
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Mike Huckabee
Come ambasciatore in Israele, Donald Trump ha nominato l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee:
“Lavorerà senza sosta per portare la pace in Medio Oriente”
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Mike Huckabee non è un politico qualunque.
Ex governatore dell’Arkansas e figura di spicco del movimento evangelico cristiano, è da sempre un sostenitore incondizionato di Israele e un critico feroce dei diritti palestinesi.
Nel corso degli anni, Huckabee ha rilasciato numerose dichiarazioni che rivelano un approccio negazionista nei confronti del popolo palestinese:
“Non esiste davvero un popolo palestinese“
“Se i cosiddetti palestinesi sono così amati dalle nazioni arabe, perché non offrono rifugio?”
Huckabee ha rigettato ogni proposta che preveda la creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele. Ha sostenuto invece l’annessione completa della Cisgiordania e di Gaza, lasciando i palestinesi senza alcuna forma di sovranità.
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Dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 ha guidato nel paese una missione di leader spirituali evangelici, durante la quale ha affermato:
“Sono venuto qui per dire forte e chiaro che gli evangelici stanno dalla parte di Israele”.
Secondo Forward, il giornale della comunità ebraica statunitense, l’influenza di Huckabee rafforzerà i legami tra Netanyahu e la comunità evangelica degli Stati Uniti, che negli ultimi anni il primo ministro israeliano ha favorito rispetto agli ebrei americani.
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Lee Zeldin
Trump ha anche nominato Lee Zeldin alla guida dell’Environmental Protection Agency (EPA), ex deputato di New York e candidato governatore
Trump ha scritto
“garantirà decisioni giuste e rapide in materia di deregolamentazione, che saranno attuate in modo da liberare il potere delle imprese americane, mantenendo al contempo i più elevati standard ambientali, tra cui l’aria e l’acqua più pulite del pianeta”
Su X ha scritto di non vedere l’ora di mettersi
“subito al lavoro come membro del gabinetto del presidente Trump per liberare il dominio energetico degli Stati Uniti, rendere l’America la capitale mondiale dell’intelligenza artificiale, riportare a casa i posti di lavoro nel settore automobilistico americano e molto altro ancora”.
(fonte)
In passato ha sollevato dubbi sull’Accordo di Parigi sul clima.
Mentre alla COP29 in corso a Baku cresce la preoccupazione per il destino delle politiche climatiche statunitensi, ora che Trump è stato eletto nuovamente presidente, a Washington alcuni fili iniziano già a muoversi.
Così il tycoon piazza una delle sue prime pedine.
L’inviato speciale per il clima del presidente uscente Biden, John Podesta:
“è chiaro che la prossima amministrazione cercherà di rovesciare molti dei progressi fatti.
Siamo consapevoli della delusione che gli Stati Uniti hanno causato alle altre parti dell’Accordo sul clima ma questa è la realtà.
A gennaio inaugureremo una presidenza che vuole ritirare gli Usa dall’Accordo di Parigi, vuole smantellare le salvaguardie ambientali e puntare sui combustibili fossili.
Questo è quello che Trump ha detto e noi dobbiamo credergli. Gli States sono una democrazia e in democrazia la volontà del popolo prevale”.
Zeldin porterà avanti l’agenda energetica e ambientale del tycoon, che include il ritiro delle regole dell’era Biden su clima e inquinamento atmosferico e la potenziale revoca di milioni di dollari di finanziamenti per l’energia rinnovabile e le tecnologie green previsti dall’Inflation Reduction Act.
Trump e altri repubblicani hanno criticato duramente l’Epa negli ultimi anni, accusandola di aver fatto aumentare i prezzi dell’energia e di aver imposto ai consumatori americani l’uso di veicoli elettrici.
(fonte)
Tom Homan
Trump ha annunciato il ritorno dell’intransigente Tom Homan alla guida dell’agenzia responsabile per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione, l’Immigration and Customs Enforcement (Ice):
“Lo conosco da molto tempo e non c’è nessuno più bravo di lui nel sorvegliare e controllare i nostri confini”.
Homan sarà responsabile di “tutte le deportazioni di immigrati clandestini nel loro Paese d’origine”.
Trump ha promesso di lanciare il primo giorno della sua presidenza la più grande operazione di deportazione di immigrati clandestini nella storia Usa.
(fonte)
Chi è il nuovo “Zar del confine”
Il nuovo “Zar del confine” è un ex poliziotto dalla fama di duro.
Homan ha lavorato prima nell’amministrazione di Barack Obama e poi in quella guidata da Trump, Homan è stato un agente delle pattuglie di confine, investigatore e supervisore delle politiche sulla migrazione.
La sua figura è diventata controversa quando nel 2014, sotto la presidenza Obama, aveva avviato una spietata politica di separazione dei bambini dai genitori entrati negli Stati Uniti illegalmente. L’obiettivo era scoraggiare il flusso dei migranti verso il confine sud americano e il Messico
“La maggior parte dei genitori non vuole separarsi dai figli, per questo ritengo che una politica del genere puo’ scoraggiare dal tentare di entrare nel Paese”.
“Sarei un bugiardo – aveva aggiunto – se non pensassi che questa possa diventare una misura efficace”
Nel 2015 Obama gli assegnò il Presidential Rank Award, un premio riconosciuto ai migliori servitori dello Stato.
Homan si è unito a Heritage Foundation e ha lavorato al controverso Project 2025, il piano politico che propone arresti di massa, detenzioni ed espulsioni e fissa una serie di punti per avviare una transizione autoritaria del Paese, togliendo potere agli organi federali per concentrarli nelle mani di un solo uomo.
Trump ha sempre preso le distanze da Project 2025, sostenendo di non averlo neanche letto e di non conoscere chi lo avesse scritto.
Ora ha affidato il ruolo di “zar” a uno dei suoi autori.
(fonte)
Susie Wiles
Donald Trump ha anche annunciato di aver nominato la direttrice della sua campagna e guru della vittoria Susie Wiles come sua chief of staff, capo dello staff.
È la prima donna capo di gabinetto nella storia americana.
Dura, intelligente e innovativa
I suoi primi passi nel mondo della politica sono stati negli anni ’70 e ‘80 come programmatrice della campagna presidenziale di Ronald Reagan, rimanendo poi nel suo staff.
A Wiles viene attribuito il merito di aver salvato la campagna di Ron DeSantis come governatore del 2018, in seguito Wiles si è separata da DeSantis, che ha spinto il governatore della Florida a convincere il team di Trump a licenziarla prima della sua campagna del 2020.Wiles non ha dimenticato il gesto e, quando DeSantis si è candidato contro Trump, ha usato tutte le armi che aveva su DeSantis per smantellarlo alle primarie del Partito Repubblicano.
Fino ad oggi pochi sapevano chi è Susie Wiles, ma lei sarà la donna più potente di Washington. Con una lunga carriera politica, trascorsa in gran parte nello Stato della Florida, questa donna è stata la direttrice della campagna elettorale di Donald Trump nel 2016 e una delle principali consigliere nella trionfante strategia per la corsa elettorale del 2024.
L’intelligenza acuta di questa donna si evidenzia anche negli affari.
Wiles è una leader del gigante della lobby Mercury, i cui clienti includono SpaceX, AT&T e l’ambasciata del Qatar (sebbene Wiles non sia registrata per fare lobbying per nessuno di questi clienti). (fonte)
Secondo la testata giornalistica Politico, Wiles ha trasformato l’universo politico disfunzionale di Trump in qualcosa di organizzato
La campagna di Trump del 2016, la sua Casa Bianca e la sua campagna perdente del 2020 avevano qualcosa in comune: erano un pasticcio disfunzionale, caratterizzato da lotte intestine eccessive, pugnalate alle spalle, fughe di notizie e un cast di personaggi controversi che hanno generato titoli per tutte le ragioni sbagliate.
Poi è entrata in scena Wiles. Dopo che Trump ha toccato il fondo politico nel 2021, avendo perso non solo la rielezione, ma anche il sostegno di alcuni repubblicani dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio, ha assunto Wiles per supervisionare il suo ritorno.
Da allora, la terza candidatura di Trump alla carica è stata descritta dai professionisti della campagna su entrambi i fronti come un’operazione particolarmente professionale, nonostante le tendenze di Trump ad abbracciare il caos. (fonte)
Mike Waltz
In una nota, Trump ha annunciato che il deputato Mike Waltz è stato nominato come consigliere alla sicurezza nazionale:
“È un leader rinomato nella sicurezza nazionale e un esperto delle minacce poste da Cina, Russia, Iran e dal terrorismo globale”
è un “forte sostenitore dell’agenda della mia politica estera e sarà un sostenitore della pace attraverso la forza”.
Primo Green Beret a servire in Congresso, pluripremiato in 27 anni di missioni di combattimento all’estero, ha già servito come consigliere della Casa Bianca e di due segretari alla Difesa
Chi è Mike Waltz
Formazione Avanzata e Addestramento: Waltz ha completato la rigorosa Ranger School, una delle scuole di addestramento più impegnative dell’esercito americano, conosciuta per la sua intensità fisica e mentale.
Successivamente, è stato selezionato per entrare nelle Forze Speciali dell’esercito, conosciute come “Berretti Verdi”, specializzandosi in operazioni speciali, controterrorismo e guerre non convenzionali.
Oltre alle missioni sul campo, Mike Waltz ha svolto ruoli strategici presso il Pentagono.
Ha lavorato come direttore delle politiche di difesa, dove ha contribuito allo sviluppo di strategie di difesa nazionale.
Successivamente, ha servito come consigliere senior per l’antiterrorismo del vicepresidente degli Stati Uniti, offrendo consulenza su questioni critiche di sicurezza nazionale.
(fonte)
Marco Rubio
Trump su Truth ha ufficializzato la nomina del senatore Marco Rubio come Segretario di Stato.
Diventa il primo ispanico a ricoprire l’incarico.
Eletto al Senato nel 2010, è sempre stato un falco in politica estera, adottando linee dure nei confronti di Cina e Iran in particolare.
Sulla guerra in Ucraina di recente ha dichiarato che serve “una conclusione”.
Scartato come vicepresidente, il 53enne senatore della Florida è rimasto fedele a Trump e ha tenuto diversi comizi per lui.
(fonte)
Nella sua prima campagna per il Senato, ha ripetutamente ricordato agli elettori il suo background operaio e la sua storia “only in America” di figlio di immigrati cubani diventato senatore degli Stati Uniti.
Sebbene i leader del partito lo avessero esortato a ritirarsi e a candidarsi come procuratore generale, con la promessa di liberare il campo per lui, Rubio ha resistito, ritenendo di non potersi tirare indietro dopo essersi impegnato nella corsa al Senato.
È rimasto, ha vinto il suo primo mandato ed è stato rieletto nel 2016 e nel 2022.
Rubio ha partecipato alla corsa presidenziale del 2016
Durante la campagna elettorale, i due si sono scambiati insulti: Trump ha chiamato Rubio “Little Marco” e Rubio ha definito Trump “artista della truffa” e si è preso gioco delle dimensioni delle sue mani.
Rubio ha minimizzato i suoi commenti del 2016, definendoli parte della campagna, ed è rimasto vicino a Trump, facendo persino campagna al suo fianco nel tratto finale della corsa.
Marco Rubio si è imposto all’attenzione nazionale nel 2010 cavalcando l’onda del Tea Party, facendo campagna contro il presidente Barack Obama e il Congresso per le loro politiche economiche.
Rubio parla spesso delle minacce militari ed economiche provenienti dall’estero, in particolare dalla Cina.
Il senatore avverte che Cina, Iran, Corea del Nord e Russia si stanno sempre più alleando contro gli Stati Uniti.
“Tutti condividono un unico obiettivo: indebolire l’America, indebolire le nostre alleanze, indebolire la nostra posizione, la nostra capacità e la nostra volontà”
(fonte)
Matt Gaetz
Nomina saltata per mano dello stesso Gaetz, ma vediamo chi è la persona che Trump aveva nominato
Donald Trump aveva nominato il deputato Matt Gaetz come nuovo ministro della Giustizia.
“Matt è un avvocato talentuoso e tenace, che si è distinto in Congresso per la sua attenzione alla disperata necessità di riformare il Dipartimento di Giustizia.
Fra le cose importanti da fare in America c’è quella di mettere fine all’uso del sistema giudiziario come arma”
C’è grande fermento negli Stati Uniti per l’annunciata nomina di Matt Gaetz a procuratore generale (il nostro ministro della Giustizia).
Donald Trump lo vuole “al 100%” nonostante le critiche e i dubbi sulla sua capacità di conquistare i 51 voti necessari in Senato per la conferma.
Per lui a pesare sono accuse a sfondo sessuale, inclusi rapporti con una minorenne.
La commissione etica della camera, che da tempo indaga sul caso, non ha diffuso il suo atteso rapporto sull’ex deputato della Florida su pressione dello speaker della camera Mike Johnson. (fonte)
Il New York Times, a firma di David French, scrive:
“La nomina di Gaetz è particolarmente inquietante.
Non è solo il procuratore generale meno qualificato nella storia americana (ha a malapena esercitato la professione legale prima di candidarsi), è anche straordinariamente disonesto e depravato”.
Gaetz è una figura divisiva anche per i repubblicani
Il New York Times ricorda di come abbia “creato un enorme scompiglio alla Camera” e sia stato il “principale responsabile della deposizione” di McCarthy “in un impeto di ripicca” per l’indagine aperta dal Comitato Etico sul suo conto.
(fonte)
Le accuse
Avvocato della Florida, 42 anni, fino a ieri deputato, Matthew Louis Gaetz, era sotto indagine da parte del Comitato Etico della Camera per traffico sessuale, accusato di aver avuto presunti rapporti a pagamento con donne, anche minorenni.
Indagine che è decaduta con le sue dimissioni, arrivate subito dopo la nomina di Trump.
I reati ipotizzati erano anche “cattiva condotta sessuale” e “uso di droghe illecite”.
Anche il Dipartimento di Giustizia indagò sul suo conto per traffico sessuale, ma l’inchiesta si è conclusa nel 2023 senza capi di imputazione, archiviata per “scarsa affidabilità dei testimoni”.
si dice che alla Camera Gaetz avesse l’abitudine di condividere immagini o video pornografici con i colleghi, anche questa ulteriore accusa era stata oggetto di indagine da parte del Comitato così come quella di aver accettato una tangente e di aver convertito i fondi della campagna elettorale per uso personale.
(fonte)
Fedelissimo a Trump
Ha condiviso la narrazione di ‘Trump uomo perseguitato dalla giustizia’.
Poco prima della notizia della sua nomina si è scagliato contro il sistema giudiziario definendolo un “governo armato” che si è “rivolto contro il nostro popolo”, invocando l’“abolizione di tutte le agenzie” statali, dalla Cia, all’Fbi, passando per la Dea (Drug Enforcement Agency).
Agenzie che supervisionano l’attività governativa, quindi nel caso, anche la sua.
Da sempre su posizioni ultraconservatrici, ma a favore della liberalizzazione della cannabis, si è autodefinito “populista libertario”.
Nel maggio 2018, è stato uno dei 18 repubblicani alla Camera a indicare Trump per il Premio Nobel. (fonte)
Il 21 novembre l’annuncio del passo indietro
Passo indietro di Matt Gaetz, che Donald Trump aveva nominato alla guida del Dipartimento di Giustizia della prossima amministrazione.
Ad annunciarlo è lo stesso Gaetz su X.
«Nonostante il forte entusiasmo, è chiaro che la mia conferma stava ingiustamente diventando una distrazione dal lavoro cruciale per la transizione Trump/Vance»
(fonte)
Pam Bondi
prende il posto di Gaetz
Donald Trump ha nominato Pam Bondi nuovo ministro della Giustizia.
L’annuncio è arrivato poche ore dopo la rinuncia alla carica di Attorney General fatta da Matt Gaetz:
“Pam è stata procuratore per quasi vent’anni, dove è stata dura sui criminali violenti e reso le strade della Florida più sicure”
“Come prima attorney general donna della Florida, Pam ha lavorato con l’obiettivo di fermare il traffico di droghe letali e ridurre le morti per overdose di fentanyl, tragedia che ha distrutto molte famiglie in tutto il Paese”.
Bondi, ex avvocata di Trump, è stata procuratore generale della Florida.
Nel 2016 fu tra le persone che si unirono al coro “arrestatela”, indirizzato all’allora avversaria di Trump, l’ex segretaria di Stato Hillary Clinton.
Anche i senatori repubblicani sui social applaudono alla nomina di Bondi.
(fonte)
Todd Blanche
Donald Trump, presidente eletto, ha annunciato la nomina di Todd Blanche come nuovo vice procuratore generale degli Stati Uniti.
Blanche, noto per aver difeso Trump nel processo penale svoltosi a New York quest’anno, rappresenta una figura chiave per il futuro del Dipartimento di Giustizia.
In quel processo, Trump è stato condannato per falsificazione di documenti aziendali, diventando così il primo ex presidente a subire una condanna penale.
Trump ha espresso grande fiducia in Blanche, dichiarando su Truth Social:
«Todd è un eccellente avvocato che guiderà il Dipartimento di Giustizia per riparare un sistema giudiziario compromesso per troppo tempo».
Accanto alla nomina di Blanche, Trump ha annunciato quella di Emil Bove, che assumerà il ruolo di vice procuratore generale associato principale e di vice procuratore generale ad interim.
Entrambe le nomine richiedono l’approvazione del Senato.
Queste scelte segnano una svolta significativa per il Dipartimento di Giustizia.
L’obiettivo dichiarato di Trump è quello di riformare il sistema giudiziario, sostenendo figure che abbiano esperienza e integrità.
(fonte)
Linda McMahon
L’ex dirigente del wrestling professionistico e miliardaria Linda McMahon è la scelta del presidente eletto Donald Trump per guidare il Dipartimento dell’istruzione degli Stati Uniti, un’agenzia che Trump ha promesso di smantellare.
McMahon arriverebbe all’incarico con una scarsa esperienza in ambito educativo.
Ha guidato la Small Business Administration nella prima amministrazione di Trump e ha anche guidato un gruppo di spesa e un think tank pro-Trump prima di ricoprire il ruolo di co-presidente del team di transizione.
McMahon avrebbe dovuto candidarsi per la carica di segretario al commercio, ma è stata superata dal direttore esecutivo di Cantor Fitzgerald Howard Lutnick.
McMahon è la co-fondatrice ed ex CEO del franchise di wrestling professionistico WWE con suo marito Vince McMahon.
Trump ha citato l’esperienza aziendale e amministrativa di McMahon e l’ha definita una “feroce sostenitrice” dei diritti dei genitori e della scelta della scuola:
“Linda userà i suoi decenni di esperienza di leadership e la sua profonda comprensione sia dell’istruzione che del business per dare potere alla prossima generazione di studenti e lavoratori americani e rendere l’America il numero uno al mondo nell’istruzione”
“RIMANDIAMO l’istruzione NEGLI STATI UNITI e Linda guiderà questo sforzo”.
Trump ha fatto campagna per sbarazzarsi del Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti, ampliando la scelta scolastica, annullando i cambiamenti del Titolo IX dell’era Biden che hanno ampliato le protezioni legali per gli studenti transgender e punendo le scuole “woke”.
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Ma anche qui c’è di più
Le rogne di casa McMahon
Lo storico proprietario della federazione Vince McMahon è stato accusato di violenza sessuale e traffico di persone da una ex dipendente, Janel Grant.
Due anni fa, McMahon era stato costretto a uscire di scena per aver utilizzato i fondi dell’azienda in cambio di rapporti sessuali, poi era tornato a ricoprire un ruolo apicale per cedere la quota di maggioranza della società a Endeavor, rientrando a tutti gli effetti come presidente esecutivo.
Grant è una delle donne coinvolte e ha avviato un’azione legale.
Al vaglio dei giudici del Connecticut sono stati sottoposti molti messaggi scambiati tra i due, in cui emergono scenari raccapriccianti.
Possibili avanzamenti di carriera di Grant sono infatti legati ai rapporti sessuali che la stessa doveva intrattenere non soltanto con McMahon, ma anche con persone a lui vicine. Inoltre, la donna ha dovuto produrre alcuni video che servivano a convincere un atleta a rinnovare il contratto.
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Ma c’è anche un trascorso nel passato, che accusa Linda McMahon, Vince McMahon, la WWE e TKO di aver ignorato abusi diffusi.
La causa sostiene che cinque minori, assunti da Melvin Phillips Jr., siano stati manipolati, sfruttati e abusati sessualmente in luoghi legati al wrestling, hotel e altre location.
Secondo l’accusa, i convenuti erano a conoscenza degli abusi ma non sono intervenuti.
E’ notizia di questi giorni che Linda e Vince siano ufficialmente separati.
(fonte)
Tulsi Gabbard
Il presidente eletto Donald Trump ha annunciato la nomina di Tulsi Gabbard, 43 anni, a direttrice della National Intelligence.
È una scelta controversa perché Gabbard è un’ex deputata democratica al Congresso che ha preso posizione a favore del presidente russo Vladimir Putin e del dittatore siriano Bashar al Assad (a volte chi sostiene l’uno finisce per sostenere anche l’altro, perché sono alleati).
Quando due anni fa lasciò i Democratici si schierò con Trump.
Quando lasciò i Democratici disse:
«Non posso più stare in un partito democratico che oggi è sotto il controllo completo di una cabala elitaria di guerrafondai guidati da una codarda ideologia woke e dal razzismo anti bianchi».
La sua nomina deve essere confermata dal Senato.
L’incarico dato a Tulsi Gabbard è uno dei più importanti del governo americano e fu creato dopo gli attentati dell’11 settembre del 2001 per coordinare il lavoro delle altre diciassette agenzie di intelligence e di sicurezza degli Stati Uniti.
Tulsi Gabbard, se la nomina sarà confermata, avrà un accesso privilegiato a tutte le informazioni segrete raccolte dall’intelligence statunitense, potrà parlare al presidente Trump tutti i giorni, prenderà decisioni importanti e tratterà con i capi dei servizi segreti di altri paesi.
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Mehmet Oz
Donald Trump ha indicato il celebre Dr. Oz come nuovo amministratore dei Centers for Medicare and Medicaid Services, ovvero l’agenzia federale che si occupa di fornire assistenza e assicurazioni sanitarie pubbliche in collaborazione coi governi dei singoli Stati, una funzione che è diventata ancora più delicata e dibattuta dopo le riforme di Obama e dell’estensione della copertura sanitaria a un numero sempre maggiore di cittadini americani.
“L’America sta affrontano una crisi sanitaria e non ci potrebbe essere un medico più qualificato e capace di Dr. Oz per Make America Healthy Again”
Nato nel 1960 in una famiglia di origini turche, Mehmet Cengiz Öz – questo il suo vero nome – è un medico laureato in chirurgia cardiaca e professore emerito della Columbia University, il quale si è fatto conoscere negli scorsi decenni come personalità televisiva e autore di libri bestseller.
La sua popolarità prende il via agli inizi del 2003, quando conduce il programma di informazione medica Second Opinion with Dr. Oz su Discovery Channel e soprattutto è ospite fitto del popolarissimo The Oprah Winfrey Show.
È proprio Winfrey a produrre, a partire dal 2009, The Dr. Oz Show, un contenitore quotidiano in cui Oz dispensava consigli di salute, medicina e benessere.
Nel corso degli anni, però, è stato anche spesso criticato per aver espresso opinioni e ospitato esperti vicini a posizioni pseudoscientifiche, oltre a essere stato coinvolto in ambigui programmi di perdita di peso ed aver fatto affermazioni piuttosto divisive su temi come l’aborto e la pena di morte.
Durante gli anni del Covid Dr. Oz esprime ulteriori esternazioni contestate, come l’opportunità di utilizzare un farmaco anti-malarico per combattere il Coronavirus, e allo stesso si avvicina molto all’amministrazione Trump.
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Elise Stefanik
Il presidente eletto Donald Trump ha dichiarato ai media statunitensi di aver nominato la deputata repubblicana Elise Stefanik all’incarico di ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite.
“Sono onorato di nominare la presidente Elise Stefanik a servire nel mio Gabinetto come ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite.
Elise è una combattente dell’America First incredibilmente forte, tenace e intelligente”
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Stefanik è da anni un volto riconosciuto nel Partito Repubblicano, noto per le sue posizioni conservatrici e la sua lealtà al movimento trumpiano.
Eletta per la prima volta alla Camera dei Rappresentanti nel 2014, a soli 30 anni, Stefanik ha rapidamente scalato i ranghi del partito fino a diventare presidente della House Republican Conference.
La sua carriera politica è stata segnata da una difesa intransigente delle politiche di Trump, in particolare durante le udienze sull’impeachment nel 2019, dove si distinse per la sua energica difesa dell’allora presidente.
Il profilo di Stefanik come ambasciatrice presso le Nazioni Unite riflette il desiderio di Trump di adottare una linea più dura sul fronte della politica estera.
In particolare, la deputata è nota per le sue posizioni anti-cinesi e per il suo sostegno a Israele, soprattutto nella recente escalation con Hamas.
Nel corso dell’ultimo anno, Stefanik ha accusato più volte l’amministrazione Biden di non aver supportato a sufficienza Israele, denunciando al contempo il presunto pregiudizio antisemita delle Nazioni Unite.
Secondo Stefanik, l’ONU premia i terroristi finanziati dall’Iran e punisce Israele per aver difeso i propri cittadini.
Questa retorica aggressiva è in linea con la strategia trumpiana di “pace attraverso la forza”, che mira a riaffermare il ruolo degli Stati Uniti come potenza dominante sul palcoscenico internazionale.
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Stephen Miller
Stephen Miller è una delle figure più controverse e influenti nella politica americana degli ultimi anni. Nato il 23 agosto 1985 a Santa Monica, California, Miller è stato uno dei principali consiglieri e stratega politico dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Conosciuto per le sue posizioni rigide su temi come immigrazione, sicurezza nazionale e politica estera, Miller è stato una figura chiave nell’amministrazione Trump, contribuendo in maniera determinante a plasmare alcune delle politiche più dure del suo mandato.
Controversie e critiche
Stephen Miller è stato costantemente al centro di polemiche durante il suo periodo alla Casa Bianca.
È stato accusato di promuovere politiche ispirate a ideologie xenofobe e razziste.
Email trapelate e pubblicate da varie fonti hanno rivelato che Miller aveva promosso contenuti di siti di estrema destra e teorie del complotto sull’immigrazione
Le sue posizioni estreme e la sua determinazione nel portare avanti l’agenda anti-immigrazione di Trump gli hanno fatto guadagnare critiche non solo da parte dei Democratici, ma anche da alcuni esponenti del Partito Repubblicano, che lo consideravano eccessivamente divisivo.
Dopo la fine dell’amministrazione Trump nel gennaio 2021, Miller ha fondato l’organizzazione America First Legal, un gruppo legale conservatore che mira a combattere le politiche dell’amministrazione Biden attraverso azioni legali.
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Fu licenziato dal presidente Obama
Nel 2013, il presidente Usa Barack Obama, per far fronte allo scandalo Irs (l’Agenzia delle entrate accusata di aver preso di mira alcuni membri dell’opposizione, in particolare i gruppi legati al Tea Party), ha licenziato il capo dell’agenzia, Steven Miller.
Obama dichiarò:
“Gli americani hanno ragione a essere arrabbiati, io stesso sono arrabbiato”
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Chris Wright
Donald Trump ha annunciato la nomina di Chris Wright a Segretario per l’Energia.
Un negazionista al governo degli Stati Uniti d’America.
Si tratta dell’amministratore delegato della Liberty Energy, società che si occupa di estrazione di gas e petrolio attraverso operazioni di fracking, la tecnica per l’estrazione di gas e petrolio tramite la perforazione delle rocce e la loro fratturazione con il liquido.
è un uomo d’affari che si è fatto da solo e un promotore del petrolio e del gas convinto che i combustibili fossili siano cruciali per la prosperità e contro la povertà.
In un video dello scorso anno, il manager afferma che
“non c’è crisi climatica e non siamo neanche nel mezzo di una transizione energetica, l’unica cosa che somiglia a una crisi sono le politiche regressive che schiacciano le nuove opportunità giustificate nel nome del cambiamento climatico”.
Wright quindi appare l’uomo giusto per condurre la politica con cui Trump promette di opporsi alla cooperazione alla lotta ai cambiamenti climatici, con il ritiro, di nuovo, dagli accordi di Parigi.
E soprattutto aumentare ulteriormente la produzione petrolifera americana.
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Brendan Carr
Il presidente appena eletto nomina Brendan Carr nuovo leader della Federal Communications Commission (Fcc), l’agenzia governativa che regola il settore dei media negli Stati Uniti.
Avvocato e critico delle big tech, ma convinto sostenitore di Elon Musk, ha criticato duramente le big tech colpevoli, secondo lui, di censurare la libertà di espressione.
Pro 5G, ma duro con le big tech
Carr, dal 2017 membro della Fcc – composta da cinque commissari – con i repubblicani, è noto negli Stati Uniti per il suo impegno nell’accelerare la diffusione del 5G, riducendo gli adempimenti burocratici.
Ma anche per il suo approccio duro verso le big tech.
La missione della Fcc, secondo Carr, dovrebbe articolarsi in quattro punti fondamentali, da lui elencati nel manuale conservatore Project 2025:
«Contenere le big tech, promuovere la sicurezza nazionale, sbloccare la prosperità economica e garantire la responsabilità e il buon governo»
Il 18 novembre ha pubblicato su X:
Dobbiamo smantellare il cartello della censura e ripristinare il diritto alla libertà di parola per i comuni cittadini americani.
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Howard Lutnick
Il presidente eletto ha annunciato oggi la nomina di Howard Lutnick come segretario al Commercio.
Lutnick è co-presidente del team di transizione di Trump, oltre che presidente e amministratore delegato della Cantor Fitzgerald, una società di servizi finanziari e di investment banking di Wall Street.
Adesso, in qualità di segretario al Commercio, avrà un ruolo di primo piano nell’attuazione dell’agenda economica e commerciale del presidente.
Il dipartimento supervisiona un’ampia gamma di politiche federali, tra cui quelle relative ai semiconduttori, alla sicurezza informatica e ai brevetti.
La nomina al Tesoro sfumata
Fino a pochi giorni fa Lutnick era stato preso in considerazione anche per il Tesoro, un ruolo che è stato al centro di manovre di alto profilo nel mondo Trump.
Allo stesso tempo, la posizione del Tesoro è attentamente monitorata nei circoli finanziari, dove un candidato dirompente potrebbe avere conseguenze negative immediate sul mercato azionario, che Trump osserva attentamente.
Finanziatore miliardario
Lutnick è emerso come consigliere economico di Trump nell’ultimo anno e ha guidato il suo team di transizione.
Ha chiesto tariffe per proteggere le industrie statunitensi dalla concorrenza estera, imposte aziendali più basse e un’espansione della produzione energetica americana.
Negli ultimi due anni, Lutnick si è distinto per aver donato 1 milione di dollari al super PAC del MAGA.
Se la nomina di Lutnick verrà confermata dal Senato, si unirebbe a una lunga serie di segretari al commercio scelti tra i maggiori donatori di un presidente.
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Pochi scrupoli
Susanne Craig scriveva di lui sul New York Times nel 2011:
“Non c’è modo di indorare la pillola: sia prima che dopo l’11 settembre, il signor Lutnick era ampiamente disprezzato nel settore”
“Un concorrente spietato anche per gli standard di Wall Street, si è fatto più di qualche nemico nel corso degli anni.
Nel 1996, mentre il suo mentore giaceva morente, il signor Lutnick ha combattuto con la moglie di Cantor, Iris, per il controllo di Cantor Fitzgerald.
In seguito, lei gli ha impedito di partecipare al funerale”
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