modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale
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Alla votazione del 28 maggio, molti paesi si sono opposti al tentativo da parte dell’OMS di imporre il nuovo regolamento sanitario internazionale che avrebbe svuotato la sovranità dei vari paesi consegnandola ai burocrati dell’OMS stessa. Purtroppo, però, i giochi sono ancora aperti e tutto verrà nuovamente discusso a settembre!
Ne parliamo con Alessandro Fusillo.

Solo rinviate ma non evitate le modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale
Di Alessandro Fusillo

Per capire cosa è successo e di che votazioni stiamo parlando, guarda questo video

Molti commentatori hanno salutato con favore la presunta bocciatura delle modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale (International Health Regulations, generalmente abbreviate con l’acronimo IHR).

Le modifiche erano state proposte dall’amministrazione Biden e disegnavano uno scenario a dir poco inquietante. Il direttore generale dell’OMS, il rieletto Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha il potere di dichiarare una pandemia o epidemia globale o locale; l’OMS a questo punto suggerisce ai paesi interessati, una serie di misure da adottare che consistono fondamentalmente in limitazioni al commercio, alla libertà di circolazione e alla libertà di cura e di autodeterminazione sanitaria. Il tutto sullo sfondo del piano dell’OMS di rafforzare per il futuro sia la copertura vaccinale globale sia l’adozione di un certificato vaccinale internazionale in forma digitale.

In realtà la bocciatura, inizialmente guidata dall’opposizione di vari paesi africani che saggiamente avevano subodorato l’inganno, si è trasformata in una semplice rinvio, condito dalla decisione di abbreviare i termini per l’entrata in vigore delle riforme. Le proposte americane rimangono sul tappeto con il loro contenuto altamente inquietante.


In buona sostanza i documenti predisposti dall’amministrazione USA sono stati adottati dalla 75ma assemblea dell’OMS con l’invito agli stati membri a proporre modifiche entro il 22 settembre 2022 come risulta dal documento allegato qui.

Meno di quattro mesi, comprensivi del periodo estivo per elaborare delle proposte. Il tutto nell’ambito di un piano ben preciso finalizzato a dotare l’OMS di poteri eccezionali.

Da sottolineare che ai sensi dell’art. 59 del Regolamento Sanitario Internazionale vi è un meccanismo automatico di approvazione delle nuove regole che entrano in vigore a meno che non vengano esplicitamente respinte o lo stato membro non proponga delle modifiche o dichiari delle riserve.


Quello che appare inquietante del testo proposto sono le modalità di tipo mafioso previste per l’adozione di misure sanitarie. Se, infatti, l’OMS si convince che in un determinato paese vi è un allarme sanitario “offre” al paese in questione la propria assistenza.

Laddove il paese non accetti l’offerta (di quelle che non si possono rifiutare, evidentemente), l’OMS condividerà con gli altri paesi le informazioni riguardanti l’allarme sanitario con la conseguenza, facilmente prevedibile, di un completo isolamento del paese affetto da una vera o presunta pandemia o epidemia dal commercio internazionale, dal turismo, dai mezzi di trasporto.

Uno scenario allucinante che non a caso è stato paragonato al governo unico mondiale, attuato con mezzi sanitari attraverso un organismo come l’OMS sostanzialmente privo di ogni e qualsiasi controllo.

Basti pensare che la decisione del direttore generale non è impugnabile e non è soggetta ad alcun tipo di revisione se non la blanda possibilità dei paesi membri di presentare delle osservazioni in merito all’esistenza o meno della pandemia.

Si prevede (come risulta a pag. 5 della bozza americana), che in seguito alla notifica concernente l’esistenza di una situazione di allarme sanitario gli stati membri debbano comunicare tutte le informazioni rilevanti compresi i dati derivanti dal sequenziamento genetico.

Ovviamente non si fa menzione dei possibili diritti dei cittadini i cui dati genetici dovrebbero essere comunicati all’OMS e che potrebbero essere in disaccordo.

Insomma, uno scenario distopico che al momento è stato solo rinviato e che, nei voti dell’amministrazione USA dovrebbe entrare in vigore nel 2024 o al più tardi nel 2025.

Si tratta di una tecnica antica e consolidata delle organizzazioni burocratiche internazionali che tanti danni hanno causato alla libertà e ai diritti degli individui: quando nuove regole o nuovi provvedimenti risultano eccessivamente sgraditi alla popolazione si mettono nel cassetto per un po’ allo scopo di riproporli, magari con un nome diverso, quando l’opinione pubblica sarà stata opportunamente distratta, ad esempio da qualche nuova finta pandemia.

Non dimentichiamo che pur a fronte di una reazione concertata e identica in tutto il mondo alla presunta pandemia da Covid-19 molte voci, a dir poso inquietanti, si sono levate in seno all’OMS per lamentare l’assenza di poteri sufficienti in capo all’organizzazione.

C’è chi pensa che l’oppressione personale ed economica subita dalla popolazione mondiale non sia stata sufficiente che siano necessari per il futuro poteri ancora più intensivi da attribuire all’OMS.

Che fare? Non abbassare la guardia per nessuna ragione.

Le proposte di emendamento al Regolamento Sanitario Internazionale sono responsabilità di un personaggio sinistro come il ministro Speranza.

C’è da star certi che l’Italia non farà assolutamente nulla per cercare di evitare l’intervento a gamba tesa nella sua sovranità rappresentato dalle proposte americane.

Quindi occorre continuare a parlare del tema, mettere sotto pressione il ministero, ad esempio con istanze di accesso agli atti, petizioni e altre simili iniziative.

Se avessimo un parlamento qualche “rappresentante del popolo” farebbe bene a presentare delle interrogazioni parlamentari e a costringere il governo a riferire in aula.

In un paese civile il parlamento vieterebbe al ministro della salute di accettare uno scempio come le proposte di modifica del Regolamento Sanitario Internazionale e avvierebbe molto opportunamente l’uscita dell’Italia da un organismo inutile e dannoso come l’OMS.

Fonte: Difendersiora.it

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