Come cambia nel 2023
il Reddito di cittadinanza
Misura di inclusione attiva (Mia)
Testi abbozzati dal ministero del Lavoro sono da qualche giorno alla valutazione del Tesoro perché per fare tutto, compreso l’allargamento della platea di lavoratrici ammesse a Opzione donna e il rafforzamento delle politiche attive, servirebbe quasi un miliardo di euro.
Ma il tempo stringe e nel giro di un paio di settimane la ministra del Lavoro, Elvira Calderone, porterà in consiglio dei ministri almeno il decreto legge per riformare il Reddito di cittadinanza.
La stessa ministra ha rassicurato le parti sociali che il sussidio per i poveri non sparirà, anche per i cosiddetti «occupabili», cioè coloro che potrebbero lavorare, ma verrà sostituito da uno strumento che ha definito «Misura di inclusione attiva».
Il nuovo acronimo dovrebbe quindi essere Mia.
La misura scatterà già quest’anno, dopo i sette mesi di proroga accordati ai beneficiari del Reddito di cittadinanza con la legge di Bilancio 2023.
La Mia si dovrebbe quindi poter chiedere da agosto o più realisticamente dal primo settembre.
I beneficiari
I potenziali beneficiari, in linea con quanto deciso con la manovra, verranno divisi in due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili.
Le prime sono quelle dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile.
Le seconde quelle dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età.
In sostanza, gli occupabili (stimati in 300 mila nuclei monofamiliari più 100 mila nuclei con più membri), che beneficiano dell’attuale Reddito al massimo per 7 mesi nel 2023 e comunque non oltre il 31 dicembre, scaduta la prestazione potranno presentare la domanda per la Mia: che però, per loro, sarà meno generosa e avrà una durata inferiore rispetto al Reddito di cittadinanza e anche alla Mia di cui beneficeranno le famiglie senza persone occupabili.
Occupabili e non
Tuttavia anche per questi nuclei, composti di poveri senza possibilità di inserimento nel mercato del lavoro, la riforma prevede una stretta.
Queste famiglie continueranno a ricevere un sussidio, la Mia appunto, il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come nel Reddito.
C’è invece ancora discussione sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto.
Il Reddito prevede fino a 280 euro al mese.
Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare.
Ma la stretta maggiore colpirà gli occupabili.
Qui l’ipotesi che ha più chance è quella che vede l’assegno base ridotto a 375 euro.
Inoltre, mentre per i poveri tout court la Mia durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi (come ora il Reddito), per gli occupabili non più di un anno.
Il nuovo sussidio non si potrà più chiedere a ripetizione, come il Reddito, ottenendo ogni volta altri 18 mesi di assistenza.
Per le famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi.
Per i nuclei con persone occupabili, invece, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo.
Insomma un percorso a esaurimento per spingere il più possibile gli interessati a cercarsi un lavoro.
Il tetto Isee
Secondo quanto trapela dai tecnici dei ministeri che seguono più da vicino il dossier, i requisiti di Isee per ottenere il sussidio dovrebbero subire una forte stretta rispetto a quelli per il Reddito.
Il tetto per aver diritto alla nuova Misura di inclusione attiva dovrebbe infatti scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro.
In positivo, rispetto al Reddito, sarà invece corretta la cosiddetta scala di equivalenza, quella che fa aumentare l’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia, per migliorare l’assistenza ai nuclei numerosi.
Si potrà lavorare
Per scoraggiare il fenomeno dei percettori del sussidio che contemporaneamente lavorano in nero, la norma introdotta con l’ultima legge di Bilancio, che consente ai titolari del Reddito di cumulare l’assegno con redditi da lavoro stagionale o intermittente fino a 3 mila euro l’anno, verrà estesa a tutti i tipi di lavoro dipendente.
Se si supererà questa soglia, ma a causa di un contratto a termine di durata inferiore alla Mia, la prestazione sarà sospesa per la durata del rapporto di lavoro e riattivata dopo.
I risparmi
Con la riforma del Reddito e della pensione di cittadinanza (quest’ultima di fatto assorbita nella Mia) il governo punterebbe a risparmiare complessivamente almeno 2-3 miliardi l’anno rispetto ai 7-8 spesi annualmente per il Reddito.
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FONTE: La Repubblica