E’ stato chiesto a Ri-Esistenza di dare visibilità alla vicenda di Mauro Gennari, ex lavoratore INPS di Roma Monteverde.
Il suo caso è iniziato oltre 7 anni fa e Mauro è ancora in attesa di essere di reintegrato.
Come sempre accogliamo la denuncia e ricordiamo che fare rete è uno degli strumenti più efficaci che abbiamo a disposizione per poterci difendere e non sentirci soli in un sistema che ormai abbiamo compreso non essere a supporto dei cittadini.
Vi presentiamo la sua storia ed i tristi, oltre che assurdi sviluppi.
La vicenda di Mauro Gennari
Inizia nel lontano 2016 quando, dopo anni di servizio presso la sede Inps Monteverde, in cui svolgeva mansioni varie (lavorazioni, sportello, consulenza), è sanzionato con tre mesi di sospensione e poi, nel 2019, è addirittura licenziato – illegittimamente in quanto il regolamento di disciplina dell’Inps non prevederebbe che un lavoratore sia sanzionato per la stessa inadempienza da due provvedimenti disciplinari diversi.
Tutto ciò a causa di 44 pratiche ritenute irregolari, spalmate su un arco temporale di ben undici anni.
Le pratiche in causa sono rendite vitalizie – ma non si pensi a parlamentari e soliti noti.
Qui si tratta di dipendenti che hanno versato contributi volontari, omessi dai loro datori di lavoro e ormai prescritti.
Ovviamente non era Gennari a essere responsabile, dopo un controllo accurato dei dati, dell’erogazione di tali rendite, bensì i suoi superiori – quei dirigenti citati dalla Circolare n. 78/2019 che stabiliva come: “la verifica dei requisiti formali e sostanziali necessari per l’accoglimento delle domande di riscatto ex art. 13 legge n. 1338/1962 (rendite vitalizie)” spetti in via esclusiva ai responsabili del procedimento.
Gennari finisce nelle maglie della giustizia nostrana e si vede assurdamente contestare anche pratiche anteriori al 2010 (data in cui aveva iniziato a fare tali lavorazioni) e, poi, è denunciato per danni, dall’Inps, presso la Corte dei Conti e, penalmente, come se avesse ‘favorito’ degli utenti per ottenere, in cambio, probabili somme di denaro.
Nella marea di processi, se da un lato il PM di Roma ha chiesto l’archiviazione per il procedimento penale, e la Corte dei Conti ha ammesso le inefficienze organizzative e che i controlli spettassero ai responsabili di Gennari, l’Inps non ha fatto marcia indietro, anzi.
La Cassazione ha dato torto pochi giorni fa al lavoratore, respingendo l’ennesimo e ultimo ricorso e, come scrive lo stesso Gennari: “non accorgendosi di un palese vizio di legittimità: il termine perentorio di 30 giorni per comunicarmi la contestazione disciplinare che l’inps, per 39 delle 44 pratiche oggetto del licenziamento (ma 6 delle 44 non le avevo lavorate io)” non aveva rispettato.
A questo punto la vicenda Gennari, dal punto di vista lavorativo, è giunta al capolinea.
In bilico resta il ricorso in Cassazione circa la sentenza della Corte dei Conti che, come scrive Gennari, sebbene a luglio 2022 “abbia accertato in appello con sentenza definitiva per l’Inps e immediatamente esecutiva che le errate lavorazioni oggetto del mio licenziamento e i conseguenti danni patrimoniali non si sarebbero verificati se i miei superiori avessero fatto il loro dovere, condannando l’Inps e la sua dirigenza per inefficienza e disorganizzazione, ha comunque” imputato “una parte minore dei danni” al medesimo.
Poca roba: circa 900mila euro.
Una cifra che un disoccupato con due figli che ancora studiano e un mutuo sulla prima e unica abitazione non avrà certo difficoltà a pagare.
FONTE: inthenet.eu
8 marzo 2023
Vicenda Mauro Gennari/INPS:
La Corte di Cassazione
nega a Mauro la giustizia
che avrebbe meritato
Comunicato Cub Pubblico Impiego
FONTE: cub.it