Maurizio Federico, responsabile del Centro nazionale per la Salute globale dell’Istituto Superiore di Sanità in esclusiva per il Giornale d’Italia: “Il limite maggiore di questi vaccini consiste nella scarsa o nulla efficacia protettiva a livello delle mucose orali e dei tessuti polmonari”
La campagna vaccinale finora è stata un flop. C’era da aspettarselo?
L’ondata emotiva dovuta alla novità dell’evento e dalle incertezze che lo hanno accompagnato è passata. Le persone, nonostante un tam-tam mediatico ossessivo, iniziano a valutare il problema per quello che è, e soprattutto si rendono conto dei limiti del presidio vaccinale anti-Covid oggi a disposizione. Il limite maggiore di questi vaccini consiste nella scarsa o nulla efficacia protettiva a livello delle mucose orali e dei tessuti polmonari. Comunque, al di là della esatta conoscenza delle cause, molte persone si sono rese conto che questi vaccini garantiscono troppo poco in termini di protezione dall’infezione e dalla malattia, talmente poco che la possibilità di eventi avversi, bassa in termini percentuali ma molto rilevante in valore assoluto vista la vastissima platea di vaccinati, inizia ad essere un fattore importante nella scelta del singolo cittadino. Ed è proprio la possibilità di scelta del cittadino che rappresenta il concetto che più valorizza la attuale gestione sanitaria.
Prorogato al 30 giugno l’obbligo di mascherina in ospedali e Rsa e raccomandato l’uso di tamponi. Qual è la sua idea?
Personalmente ritengo che l’uso delle mascherine, seppure in molti casi superfluo, rappresenta un eventuale disagio così poco rilevante che credo sia inutile aprire contenziosi a riguardo, quando i veri problemi stanno da altre parti. Lo stesso vale per i tamponi, a patto però che vengano offerti gratuitamente e sul luogo stesso delle strutture che lo richiedono. Ricordo ancora con disgusto quando, tempo fa, chi voleva accedere ai pronto soccorso dei nosocomi anche di grandi città, e a prescindere da condizioni disabilitanti (fratture, attacchi cardiaci) era costretto ad andarsi a cercare chi gli facesse il tampone in giro per le farmacie della città. Mai più orrori simili.
Diverse virostar sostengono che dopo Capodanno ci sarà un picco di morti a causa di Covid e influenza. Troppo allarmismo?
I problemi a riguardo sono due. Il primo, l’esistenza delle virostar. Il secondo, più rilevante, riguarda la medicina territoriale. La pandemia sembra non ci abbia insegnato nulla. L’assistenza domiciliare continua a essere una chimera per quasi tutti i cittadini, mentre dall’altra parte, quando si è malati e abbandonati, l’idea di infilarsi in quei gironi infernali che sono ora i pronto soccorso di gran parte dell’Italia finisce per dissuadere e impedire a molti ad accedere alle cure, con le conseguenze che possiamo immaginare. Quindi l’allarme da lanciare, e non certo da oggi, deve riguardare la perdurante assenza della assistenza domiciliare per i cittadini. Le morti da agenti infettivi, oggi come ieri, ne sono per larghissima parte sola la conseguenza.
Chi è Maurizio Federico
Il dott. Maurizio Federico, esperto virologo e responsabile del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità. Si è laureato nel 1982 in Scienza Biologiche all’Università di Roma La Sapienza (110 e lode). Dopo la laurea, Maurizio Federico ha svolto un internato presso il laboratorio di Virologia dell’Iss. E ancora: tra il 1985 e il 1992 è stato ricercatore presso il laboratorio di virologia dello stesso Istituto superiore di sanità; tra il 1992 e il 2005 è stato ricercatore di ruolo presso il Dipartimento di malattie infettive e parassitarie; dal 2006 ad oggi è direttore del reparto “Patogenesi e Retrovirus” presso il centro nazionale AIDS. E, infine, dal 2007 ad oggi anche Dirigente di ricerca presso il Centro Nazionale AIDS dell’Iss.
Fonte: Il Giornale D’Italia
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