Mattoni caldi
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Mattoni caldi al posto delle batterie: possono sostituire il 90% del calore necessario all’industria

Riutilizzare il calore di scarto è un metodo già impiegato nell’industria, ma è quello che deriva dal processo produttivo.

La soluzione della Rondo sfrutta le rinnovabili per stoccare il calore e usarlo quando serve. La batteria è fatta di mattoni.

Rondo Energy, una startup nella San Francisco Bay Area, ha inventato una batteria termica che sfrutta l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili per scaldare mattoni argillosi e fornire il calore stoccato a industrie che per la loro attività produttiva ne hanno bisogno per 24 ore al giorno.

È il caso, per esempio, di fabbriche che realizzano metalli, cibo, o plastica.

La prima applicazione commerciale della Rondo Heat Battery (RHB) fornirà vapore a un impianto della Calgren Renewable Fuels, che produce biocarburanti nella Central Valley della California.

Il paradosso di un’azienda come la Calgren è che il carburante che fabbrica ha lo scopo di migliorare la sostenibilità ambientale, ma la sua realizzazione, e quindi il processo di raffinazione, funziona ancora con combustibili fossili.

L’impiego di fonti di energia rinnovabili come l’eolico e il solare risolve solo parzialmente il problema, perché da sempre il loro limite è quello di essere sfruttabili solo quando si verificano le condizioni per produrre energia elettrica.

Inoltre, per non sprecare l’energia prodotta, in moltissimi casi è necessario prevedere un sistema di accumulo, che spesso passa dall’uso di batterie tradizionali, come quelle agli ioni di litio.

Secondo Rondo, la sua batteria termica RHB ha un’efficienza del 98% ed è più economica dell’energia fossile, utilizzata ancora largamente dalle fabbriche di tutto il mondo.

Mattoni caldi

Mattoni riscaldati che accumulano calore e lo rilasciano quando serve

Il sistema di Rondo non è tanto distante da quello già usato dalle acciaierie per immagazzinare e riutilizzare il calore di scarto, che però è appunto quello derivato dal processo di produzione.

Il calore della RHB arriva invece dalle fonti rinnovabili, ed è “esterno” all’impianto stesso.

La RHB è composta da migliaia mattoni, per un peso complessivo di circa una tonnellata, che vengono riscaldati usando le fonti rinnovabili in un modo non dissimile da quanto avviene in un tostapane, quindi con elementi riscaldanti elettrici.

L’aria aspirata sopra i mattoni raggiunge temperature fino ai 1.500° C e può essere utilizzata in una fabbrica così com’è o fatta passare attraverso un generatore di vapore.

Il calore viene fornito ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette.

La batteria infatti si carica quando c’è il sole o quando soffia il vento, a seconda della fonte rinnovabile disponibile.

La durata dell’accumulo di energia è di circa 18 ore, in modo da colmare il divario e fornire energia continua da una sorgente che altrimenti sarebbe intermittente.

Il calore emesso è sufficiente per far funzionare gran parte dei processi industriali, a eccezione delle acciaierie e dei cementifici che però potrebbero usare parte di quello proveniente dalla RHB.

Secondo Rondo, circa il 90% del calore necessario all’industria potrebbe essere sostituito da questa tecnologia.

L’installazione presso la fabbrica di biocarburanti californiana è un progetto pilota, con un’unità molto piccola che copre solo una piccola frazione dell’energia utilizzata.

Tuttavia, la semplicità di questo design rende la tecnologia facilmente scalabile, e Rondo è sicura di poter costruire unità più grandi molto rapidamente.

Fonte: dday

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