Un gruppo di ricercatori ha stilato un elenco di temini reputati inappropriati in ambito scientifico in quanto spesso rafforza uno stato discriminatorio.
Pee questo sono valutati poco consoni termini come maschio, femmina, padre, madre, primitivo, avanzato, doppio cieco…
I “termini binari”
maschio e femmina
dovrebbero essere vietati,
affermano gli scienziati
I termini maschio e femmina non dovrebbero essere usati nella scienza perché presumono che il sesso sia binario, ha suggerito un gruppo di ricercatori.
La raccomandazione è una delle tante formulate dal progetto linguistico EEB (Ecology and Evolutionary Biology), che comprende scienziati negli Stati Uniti e in Canada.
Alcuni dei membri hanno scritto in un articolo pubblicato sulla rivista Trends in Ecology and Evolution:
“Gran parte della scienza occidentale è radicata nel colonialismo, nella supremazia bianca e nel patriarcato, e queste strutture di potere continuano a permeare la nostra cultura scientifica”
A loro avviso, il linguaggio utilizzato dai ricercatori spesso rafforza uno status quo discriminatorio e dovrebbe cambiare.
Invece di maschio e femmina, raccomandano ai biologi di usare termini come “produttore di spermatozoi” o “produttore di uova” per evitare di rafforzare le ” visioni eteronormative”.
C’è un elenco di termini dannosi
Il sito Web del gruppo include un elenco dei “24 principali termini dannosi”.
Includono uomo, donna, madre, padre, primitivo, invasivo e “sopravvivenza del più adatto” – che sostengono sia collegato a “eugenetica, abilismo e darwinismo sociale”.
A loro non piace nemmeno il termine “citizen science“, che secondo loro potrebbe essere “dannoso per i non cittadini” che potrebbero sentirsi esclusi.
Invece, suggeriscono “scienza partecipante o scienza comunitaria“.
Il termine “doppio cieco” è sconsigliato nei commenti alle prove scientifiche, poiché è considerato una metafora della disabilità.
Le parole “primitivo” e “avanzato” non sono raccomandate perché sono “usate in modo dispregiativo nei confronti degli esseri umani o delle pratiche umane, e anche scientificamente imprecise poiché implica una gerarchia evolutiva”.
Gli accademici coinvolti nel progetto provengono da università tra cui Harvard, Princeton e l’Università della California.
FONTE: The Times