Il dottor Mariano Bizzarri è intervenuto al Giornale d’Italia riguardo la commissione d’inchiesta Covid e la recente inchiesta della procura di Bergamo. “È stata impedita la farmacovigilanza attiva e la valutazione di reazioni avverse”
La commissione d’inchiesta sul Covid è “doverosa”. È il parere dell’oncologo e professore dell’Università “La Sapienza” di Roma Mariano Bizzarri che intervistato dal Giornale d’Italia sostiene come “nel corso dei due anni di pandemia si siano accumulati un insieme di elementi che fanno ritenere fondato il sospetto per il quale esistono zone d’ombra che vanno chiarite“. Sono diversi i punti che elenca il medico.
“Commissione d’inchiesta Covid? È doverosa”
Bizzarri comincia col primo punto che “riguarda l’Italia e l’Europa” e più nello specifico “le modalità di acquisto e pagamento dei vaccini“, “un fatto gravissimo che va contro le basi democratiche“. Il secondo riguarda una “serie di inadempienze: a fronte di documentato allarme datato 5 gennaio 2020 in cui sapevamo che c’era un’epidemia da virus che stava esplodendo, sono passati tre mesi nel corso dei quali c’è stata un’inattività del governo e non è stato attivato nessun piano antipandemico“. Questo, continua “non è nemmeno stato aggiornato. Perché?”, si chiede il professore.
Terzo punto che viene preso in esame: “Perché non sono stati ascoltati i medici, che dicevano di curare l’infezione non con Tachipirina ma con dei farmaci? Ci è stato proibito, cosi come fare le autopsie che stanno al medico come aprire il cofano dell’auto sta al meccanico” sostiene Bizzarri. “È gravissimo che nel paese di Morgagni (l’inventore dell’anatomia patologica, ndr) si siano impedite di fare le autopsie in cui aspetti patogeneteci fondamentali erano costituiti da tempesta citochinica e ipercoagulazione“.
“Impedita farmacovigilanza attiva e tentativo di valutare reazioni avverse”
Quarto punto. Bizzarri aggiunge come sia stato “soppresso il dibattito scientifico. La scienza è andata avanti perché c’era libertà di espressione, è il dibattito che permette al metodo scientifico di trovare una soluzione”, mentre stavolta “è stata decisa una verità di Stato, alcuni centri come l’istituto Kessler si sono arrogati il diritto di ritenersi migliori propagandandolo sui mass media. Nessuno ha chiesto il parere dei rettori, nessuno ha chiesto di tirar fuori le menti migliori. L’unico bando per supportare la ricerca è stato di 30 milioni mentre ne sono stati usati 150 per i monopattini elettrici“.
Per Bizzarri, fatto più importante è stata “impedita la la farmacovigilanza attiva e scoraggiato qualsiasi tentativo di valutare reazioni avverse. Il green pass si legittimava sul presupposto che il vaccino impedisse la diffusione del contagio ma poi si è scoperto che non era così. È stata una misura senza basi logiche e scientifiche“.
“Inchiesta di Bergamo? Pm chiari: c’è stato problema con la gestione della pandemia”
Il dottor Bizzarri verte la sua attenzione sulla recente inchiesta della procura di Bergamo. I pm hanno detto “che c’è stato un problema con la gestione della pandemia. Dopo più di due anni di indagine hanno ritenuto fondato il sospetto che qualcosa non sia stato fatto come era opportuno fare. Un tema certo è che hanno indagato perché non è stato attivato il piano pandemico che è un fatto gravissimo”, sostiene l’oncologo.
In conclusione “la commissione deve operare una ricognizione sul terreno per verificare criticità, alcune di rilievo amministrativo, altre di rilievo civile, politico e penale. Un plauso va a Galeazzo Bignami che ha avuto la perseveranza” di portarla avanti, “anche perchè è importate dare chiarezza per restituire fiducia ai cittadini. Lasciare le cose cosi come stanno non è giusto, il dubbio è più corrosivo dell’acido“.
Fonte: Il Giornale D’Italia