Manifesti “gender”, gli psicologi “Parlare ai bambini di identità di genere può fare solo bene”
04 Ottobre 2022
«Parlare ai bambini di sessualità e di affettività in tutte le sue sfaccettature non li farà diventare altro da quello che sono. Parola di scienza».
L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna interviene sul dibattito riguardo i manifesti affissi in città a Piacenza e a Cesena.
L’immagine di un bimbo a cui sono propinati rossetti e papillon recitano “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini”.
Francesca Cavallini, coordinatrice del Gruppo di Lavoro di Psicologia Scolastica dell’Ordine regionale, spiega che «è giusto difendere la libertà di espressione, ma è altrettanto corretto divulgare i risultati della ricerca scientifica».
La letteratura, infatti, evidenzia come «forme di educazione e istruzione volte ad affrontare queste tematiche nei più piccoli, promuovono comportamenti sociali che riducono il rischio di bullismo, cyberbullismo, discriminazione di genere e condotte aggressive».
«Prima si parla di affettività in tutte le sue dimensioni con un linguaggio adeguato all’età e al ciclo scolastico e prima si favorisce uno sviluppo più armonico dell’individuo anche in rapporto alla società», dice.
Francesca Cavallini cita in particolare un documento dell’Aip – Associazione Italiana di Psicologia che racchiude psicologi che si occupano di sviluppo, nel quale si fa riferimento a studi che dimostrano «come sia importante educare alle diversità e alle varietà fin dai primi anni di vita e come ciò abbia una funzione preventiva rispetto a varie forme di disagio individuale e collettivo».
Manifesti “gender”
«Ritengo che il manifesto generi confusione soprattutto negli adulti – continua Cavallini – e soprattutto in quegli adulti che non sempre comprendono quando si tratta di un dibattito ideologico e quando invece si parla di conoscenze scientifiche. Se da un lato in un Paese democratico ciascuno può esprimere un parere rispetto a qualunque tematica, è estremamente importante che chi rappresenta istituzioni scientifiche o professioni sanitarie si esprima chiarendo che si tratta di una opnione o ideologia che non ha nulla a che vedere con i risultati della ricerca scientifica in questo settore».
Importante, dunque, è fare chiarezza e lasciare parlare la scienza. «Al di là del dibattito ideologico, certamente il manifesto manca di sensibilità, urta la cultura genderless e fa soffrire i genitori di bambini che non si identificano in identità di genere binarie», conclude Cavallini.
L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, grazie alla Commissione Pari Opportunità, è costantemente impegnato nella promozione di informazioni corrette ai cittadini su queste tematiche, andando esse oltre il contesto scolastico per inserirsi nel mondo del lavoro ed in ogni ambito sociale.
L’Ordine è inoltre impegnato nella formazione permanente delle colleghe e dei colleghi; a febbraio un nuovo corso su genere, orientamento sessuale e identità.
Fonte: piacenzasera