Il prestigioso endocrinologo Pietro Gasparoni licenziato dopo aver condiviso un appello alla cautela vaccinale su carta intestata di una clinica
Il dottor Pietro Gasparoni è stato sollevato dall’incarico per aver pubblicato una lettera contro la quarta dose su carta intestata della clinica di Montebelluna.
La replica: «Continuerò a visitare nel mio ambulatorio».
Da martedì 9 agosto il Centro di medicina non collabora più con il dottor Pietro Gasparoni.
Con queste parole il Centro di Medicina ha confermato pubblicamente su Facebook di aver interrotto la collaborazione con il medico endocrinologo finito nella bufera per aver pubblicato un appello contro la vaccinazione su carta intestata della clinica di Montebelluna.
Il medico è un endocrinologo di fama, con oltre 200 pubblicazioni alle spalle, appunto il dottor Pietro Gasparoni, che ha lanciato dalla sua pagina Facebook un appello alla cautela, utilizzando la carta intestata del Centro di Medicina (che in serata ha poi preso la decisione di licenziarlo) per il quale lavorava da libero professionista, essendo già in pensione (ha 73 anni).
Il medico prende spunto dall’invito ad assumere la quarta dose lanciato agli over 60 e ai pazienti fragili dal ministero della Salute per scagliare un’invettiva dai toni forti.
In alcuni passaggi addirittura offensiva nei confronti del governatore Luca Zaia e del ministro della Salute, Roberto Speranza.
«Non vaccinatevi! O pensateci dopo aver letto le mie considerazioni, condivise da molti medici e sanitari, non solo no vax. Al nostro sistema di difesa viene chiesto di produrre un solo anticorpo. Le altre filiere, quelle della difesa naturale, riducono la produzione, e il soggetto con più vaccinazioni diventa immunodeficiente, con facilità prende il Covid-19. Viene ridotta la possibilità della cosiddetta vaccinazione di gregge, gli capita il fuoco di Sant’Antonio, la tiroidite virale, senza pensare a patologie più gravi, come malattie autoimmuni o le miocardiopatie. Ma queste informazioni non verranno mai dette. Ho testimonianze reali che la classe medica ha un’immorale omertà a segnalare, anche solo nel dubbio, queste situazioni».
Un annuncio che ha ricevuto centinaia di commenti a sostegno.
C’è addirittura chi giura di non voler più mettere piede nella clinica dopo questa decisione.
Intanto la presa di posizione di Gasparoni è stata duramente criticata anche dall’Ordine dei medici.
La replica
Mercoledì mattina il dottor Gasparoni ha commentato la notizia con un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook:
«La scelta di rendere mediatica la rottura del rapporto di lavoro tra il sottoscritto e il Centro di Medicina è una scelta della proprietà, senza alcuna possibilità di replica. Martedì sera i pazienti sono stati avvisati e invitati a cercarmi altrove, con correttezza da parte di Montebelluna che ha fornito un numero di cellulare di servizio. Mandati allo sbando, invece, dal Centro di Medicina di Villorba-Treviso. Laura Giannone, responsabile del Centro di Medicina di Villorba-Treviso, informandomi della deliberazione mi ha contestato con la parola vilipendio. Conoscendo il vocabolario ogni parola ha un significato e va usata con appropriatezza. È certo che la posizione assunta dal Centro di Medicina, le modalità di comunicazione, l’impossibilità di un incontro, la lontananza dei linguaggi stanno complicando molto la mia attività lavorativa creando danni non solo d’immagine – scrive Gasparoni -. Mi dispiace soprattutto per le persone che credono di aver bisogno di me come medico. Sono rintracciabile peraltro presso lo studio del mio comune, Zero Branco, ambulatorio che ho creato da poco, con ecografo nuovo di elevata qualità. Sto anche pensando che non sia tutto così negativo: voglio bene al paese dove sono nato, che qualcuno arrivi a conoscerlo mi farà solo che piacere. Vi sono anche cose belle da vedere e storie interessanti da scoprire e in stagione asparagi e radicchio» conclude.
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Fonte: eVenti Avversi