Finalmente si torna a parlare delle violazioni dei principi sanciti nella nostra Costituzione durante il periodo dell’emergenza sanitaria e si torna a parlarne nelle sedi istituzionali.
Infatti il 23 marzo alle ore 16, presso il Senato della Repubblica, in occasione della presentazione del libro “All’ombra del Covid” di Aldo Rocco Vitale, si è tenuta una conferenza stampa organizzata da un gruppo di persone molto autorevoli. Tratta infatti di esperti, giuristi e costituzionalisti che intendono mettere al centro il tema delle libertà inviolabili ma purtroppo, come sappiamo, violate durante il periodo del Covid, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni per far sì che mai più possa accadere quello che è accaduto in quell’era e soprattutto che non restino impunite le violazioni commesse. Un’occasione utile per dibattere su come i diritti fondamentali riconosciuti e tutelati dalla nostra Costituzione abbiano subito, con la legislazione emergenziale, una compressione ed una limitazione che in alcuni casi ha addirittura condotto alla loro soppressione de facto.
La riflessione critica riguarda l’assoluta ritualità degli strumenti normativi adottati per questo scopo, ponendo ovviamente l’accento sulla sostanziale adesione a questi strumenti normativi della maggior parte dei media e dei giuristi, ma si rifletterà anche sulla supina acquiescenza da parte del ceto degli intellettuali di fronte a delle violazioni palesi dello Stato di diritto. Così come si porrà l’accento sulla inaccettabile comunicazione sociale con cui è stata veicolata per due anni la narrazione della ineccepibilità giuridica di quanto stava accadendo.
Oggi questa riflessione è utile più che mai, soprattutto alla luce di quanto sta emergendo dalle indagini della Procura di Bergamo, con fatti e conversazioni che dimostrano l’assoluta, e permettetemi di aggiungere, inaccettabile subalternità della scienza agli interessi della politica. “Io, che sono un pubblico ufficiale ed in aula di tribunale ho giurato di servire lo Stato con disciplina e onore”, ha sottolineato il notaio Mario Esposito, tra i fautori dell’iniziativa del 23, “ho avvertito come non più rimandabile l’esigenza di creare eventi pubblici per ragionare giuridicamente, ma in termini assolutamente e apertamente critici di quello che è accaduto in Italia ai nostri fondamentali diritti costituzionali fin dalla proclamazione del primo lockdown”. L’esito del dibattito verrà poi reso pubblico.
Fonte: Radio Radio TV