La famiglia naturale non rientra più nel sistema dominante: “È discriminazione contro gli LGBTQ”
Il rotocalco turbo mondialista La Repubblica, voce del padronato cosmopolitico, non si smentisce mai. Repubblica potrebbe essere assunto come il barometro per valutare di volta in volta le attenzioni, gli interessi, le prospettive dei gruppi dominanti. Repubblica è a tutti gli effetti una voce allineatissima con il tableu de bord dei gruppi dominanti. Potremmo dire che è l’ideologia rappresentata su pagine di giornale. A questo riguardo titola in maniera inequivocabile: “Schiaffo del governo ai genitori omosessuali, restano padre e madre sulla carta d’identità”. Di questo titolo surreale colpisce soprattutto un aspetto che non deve passare inosservato: il fatto che restino sulla carta d’identità la figura del padre e della madre viene percepito come un schiaffo dato agli omosessuali, come un offesa e quindi come una discriminazione ai danni degli omosessuali. É paradossale chiamare padre il padre e madre la madre, rappresenterebbe uno schiaffo una discriminazione secondo gli araldi del pensiero unico eroticamente corretto.
Il fatto che l’occidente da sempre chiami padre il padre e madre la madre fin dalla grecità classica, per non parlare poi del mondo latino, diventa all’improvviso, grazie al pensiero magico degli alfieri del nuovo ordine mentale di completamento del nuovo ordine mondiale, una forma di discriminazione. Tutto ciò che non rientri nelle linee guida del pensiero unico politicamente corretto e anche eroticamente corretto a questo punto viene percepito e condannato come discriminazione. Dove naturalmente discriminazione diventa tutto ciò che non sia complementare rispetto al nuovo ordine mondiale turbo capitalista. Lo stesso che prevede la deregulation sentimentale ed erotica oltre che economica e neoliberale.
Le battaglie che si conducono contro la famiglia sono emblematiche. Fingono di essere battaglie per l’emancipazione, per i diritti civili, per l’arcobaleno, ma sono battaglie contro l’idea della famiglia naturale, quella basata sul padre, madre e prole. Questa non è la famiglia tradizionale come si dice, è invece naturale. Se consideriamo il fatto che nascere da un padre e una madre è una cosa non culturale, convenzionale o di prospettiva storica, ma una questione cromosomica legata alla differenza naturale fra i sessi.
Ora che occorra rispettare tutti i gusti sessuali a patto che siano tra maggiorenni consenzienti è evidente, ma non ha nulla a che vedere con quello che stiamo dicendo poiché riguarda il concetto di famiglia naturale che è quella che prevede la presenza di un uomo, di una donna e dei figli che nascono dalla loro unione. Questo non significa essere cattolici tradizionalisti integralisti, come direbbero gli alfieri del pensiero unico eroticamente corretto per svalutare l’argomento, anche perché chi lo sta dicendo non è un cattolico tradizionalista e si richiama ai concetti della grecità classica quelli che avevano tematizzato l’importanza del padre della madre per definire anzitutto la propria identità. I greci anche in questo più saggi rispetto a noi, avevano la figura del patronimico.
Quando chiedevano a Socrate di chi fosse figlio o meglio chi fosse, Socrate rispondeva dicendo che era figlio di Sofronisco e quando domandavano a Ulisse chi fosse, egli rispondeva sono Laerziade, il figlio di Laerte, ecco perché la battaglia del pensiero unico eroticamente corretto si rivolge contro la famiglia e contro l’identità.