L’aldilà descritto scientificamente da un fisico
Era accaduto un po’ di anni fa.
Vladimir Efremov, fisico, dopo aver subito la morte clinica, ha detto:
“Ogni paragone sarà falso. I processi lì non sono lineari come qui da noi, non sono estesi nel tempo, e fluiscono contemporaneamente in tutte le direzioni. I soggetti nell’aldilà si presentano come dei concentrati di informazione, il cui contenuto determina il posto in cui essi si trovano e le qualità della loro esistenza.”
Capo ingegnere-progettista della Sezione Progetti per “Impuls”, Vladimir Efremov morì improvvisamente, soffocandosi in casa a causa di una forte tosse.
I parenti all’inizio non capirono che cosa fosse successo.
Pensarono che si fosse messo un attimo a riposare.
Fu la sorella Natalia, la prima ad accorgersi dell’accaduto.
Natalia essendo medico e sentendo che il cuore non batteva incominciò allora a praticargli la respirazione artificiale, ma il fratello non respirava.
Fece quindi un tentativo di “mettere in moto” il cuore massaggiandogli il petto.
Erano trascorsi già otto minuti quando le sue mani sentirono una spinta di risposta molto debole.
Il cuore riprese a battere e Vladimir Efremov ricominciò a respirare da solo.
Appena si riprese disse:
“La morte non esiste, anche lì c’è vita. Diversa però. Migliore… “
Vladimir descrisse poi ciò che aveva vissuto in quei minuti di morte clinica in modo molto dettagliato.
Le sue testimonianze sono quindi preziose.
E’ il primo studio scientifico sulla vita nell’aldilà, effettuato da uno scienziato che ha vissuto la morte in prima persona.
Efremov ha quindi pubblicato le sue osservazioni in un giornale scientifico dell’Università di San Pietroburgo, e successivamente ha raccontato l’intera storia a un congresso scientifico, dove la sua relazione è stata molto apprezzata dagli scienziati presenti.
Chi è Efremov?
La reputazione di Vladimir Efremov in ambito scientifico è impeccabile.
E’ un grande specialista nel campo dell’intelligenza artificiale e per molti anni ha lavorato per “Impuls”.
Ha partecipato alla preparazione del lancio di Yuri Gagarin nel cosmo, e contribuito all’elaborazione dei sistemi missilistici super moderni.
Il suo staff scientifico è stato premiato quattro volte in ambito scientifico.
“Prima della morte clinica mi consideravo assolutamente ateo” – racconta Vladimir Efremov – “mi fidavo solo dei fatti”. “Tutte le riflessioni sulla vita nell’aldilà le ritenevo oppio religioso. A dire il vero, non ho mai pensato seriamente nemmeno alla morte, anche se avevo problemi di cuore e altri acciacchi.
L’aldilà. Come arriva la morte?
“Nel mio cervello è apparso allora un pensiero fulminante… pensavo che fosse l’ultimo secondo della mia vita. Però la coscienza inspiegabilmente non si staccava e di colpo è comparsa la sensazione di una incredibile leggerezza. Non avevo più né mal di gola, né di cuore, né di stomaco.
Mi ero sentito così bene solo nell’infanzia. Non sentivo il mio corpo e neanche lo vedevo. Però con me erano rimasti tutti i miei sensi e ricordi. Inoltre volavo attraverso un tunnel gigantesco. Le sensazioni di volo mi sembravano familiari perché le avevo già sperimentate nei sogni. Mentalmente cercavo di rallentare il volo o di cambiare direzione. Non c’era alcuna paura o terrore, solo BEATITUDINE.
Cercavo di analizzare l’accaduto e le conclusioni arrivarono immediatamente: il mondo in cui ero capitato esisteva veramente. Ragionavo, quindi, esistevo. Il mio ragionamento possedeva inoltre la qualità deduttiva, visto che riuscivo a cambiare la direzione e la velocità del mio volo”.
Senza tempo
“Tutto era fresco, limpido e interessante” – continua Vladimir Efremov – “la mia coscienza funzionava in modo assolutamente diverso rispetto a prima. Abbracciava tutto contemporaneamente, non esistevano né tempo, né distanze. Io ammiravo il mondo circostante che sembrava essere arrotolato in un tunnel. Non ho visto il sole, ma ero immerso in una luce omogenea, senza ombre. Sulle pareti del tunnel si vedevano strane strutture somiglianti a rilievi. Non si poteva distinguere il basso e l’alto. Ho tentato di ricordare il posto sopra il quale volavo. C’erano delle montagne e ricordo il paesaggio. Il volume della mia memoria era veramente abissale. Potevo spostarmi con il pensiero. Che stupore! Era un vero teletrasporto“.
Un televisore come prova e …l’onniscienza
“Feci un pensiero pazzesco: immaginai mentalmente il vecchio televisore rotto che si trovava a casa mia e potei vederlo da tutti i lati contemporaneamente. Sapevo tutto di lui, chissà come… persino dove era stato prodotto. Dove era stato preso il minerale usato per fondere il metallo per la costruzione del televisore. Sapevo anche chi era il proprietario della fonderia d’acciaio che lo realizzava, sapevo che aveva moglie e problemi con la suocera. Vidi tutto ciò che era legato a quel televisore, ogni suo piccolo dettaglio. E soprattutto ora sapevo esattamente quale suo pezzo era guasto“.
“Quando poi mi sono ripreso, ho sostituito il transistor T-350 e il televisore ha ripreso a funzionare… Avevo una sensazione di onnipotenza del pensiero. La nostra Sezione Progetti da due anni faticava dietro un certo progetto. Di colpo, vidi tutto il problema nella sua poliedricità. E l’algoritmo della soluzione comparve da sé“.
Sapevo di essere guidato…
“La consapevolezza di non essere solo a questo mondo arrivò a poco a poco. La mia interazione informatica con l’ambiente circostante perdeva il suo carattere unilaterale. Ad ogni domanda che formulavo nella mia coscienza sorgeva una luce. All’inizio tali risposte le percepivo come il risultato di riflessioni. Però l’informazione che mi perveniva esulava dalle conoscenze che io possedevo in vita.
Le conoscenze ricevute in quelle circostanze superavano di parecchio il mio background scientifico! Sapevo di essere guidato da Qualcuno onnipresente che non ha i limiti. Lui possiede potenzialità illimitate, è onnipotente e pieno di Amore. Questa Entità invisibile, ma percepibile da tutto il mio essere, faceva di tutto per non spaventarmi. Ho capito che mi mostrava gli eventi e i problemi con tutta la loro catena di legami di causa-effetto. Non Lo vedevo, ma lo percepivo intensamente. Sapevo che era Dio…
Di colpo notai che mi impedì qualcosa. Mi sentì allora tirato fuori come una carota dalla terra. Non volevo tornare… tutto andava così bene. Poi ho visto mia sorella. Lei era spaventata, io invece splendevo di stupore”.
Com’è l’aldilà?
Vladimir Efremov continua la sua descrizione: “Abbiamo già detto che i processi nell’aldilà non sono lineari ed estesi nel tempo come sulla Terra, ma fluiscono contemporaneamente in tutte le direzioni. I soggetti nell’aldilà sono presentati come dei concentrati di informazione e tutto si trova in un’unica catena di legami di causa-effetto. Gli oggetti e le loro caratteristiche formano una struttura globale nella quale tutto funziona secondo le leggi di Dio. Solo Lui ha il potere di creare, cambiare o eliminare ogni oggetto, qualità o processo, compreso il corso del tempo“.
“Ma quanto è libero l’uomo nelle sue azioni, quanto sono liberi la sua coscienza e l’anima? L’Uomo, come fonte d’informazione, può influire sugli oggetti nella sfera a lui ammissibile. La mia volontà infatti poteva cambiare i rilievi del tunnel, e far nascere gli oggetti che volevo. Il tutto somigliava molto a quanto descritto nei film “Solaris” e “Matrix”. Ma entrambi i due mondi, il nostro e quello dell’aldilà sono reali. Interagiscono costantemente, pur essendo autonomi: essi formano un sistema intellettuale globale diretto dal soggetto-Dio. Il nostro mondo è più semplice da comprendere, ha delle costanti che mantengono l’integrità delle leggi della natura, e il tempo riveste un ruolo importante come principio legante”.
“Nell’aldilà le costanti non esistono affatto, oppure ce ne sono molto poche rispetto al nostro mondo e possono variare. In quel mondo sono presenti i concentrati informativi che contengono tutto l’insieme delle caratteristiche conosciute e non conosciute degli oggetti materiali, ma con la totale assenza degli oggetti stessi. Inoltre ho capito che in quel contesto l’uomo VEDE ESATTAMENTE CIO’ CHE VUOL VEDERE.
Per questo le descrizioni dell’aldilà spesso differiscono. Un giusto vede il paradiso, un peccatore vede l’inferno… Per me la morte è stata una gioia che non posso paragonare a nulla di esistente sulla Terra.”
Fonte: telegra