Da tempo faccio un sogno ricorrente….un qualcosa di scuro e tenebroso che si staglia all’orizzonte e che segue costantemente il mio sguardo. Una nube? Forse, con l’unica differenza che quando mi raggiunge e comincia a riversare in basso il suo contenuto mi accorgo che non è acqua ma sono catene. Pesanti, difficilissime da rompere, che implacabilmente mi costringono alla schiavitù.
Mi sveglio, per fortuna…ma so per certo che quel sogno contiene qualcosa di tremendamente vero, una minaccia reale che possiamo e dobbiamo sventare, qualsiasi sia il costo.
Le danno un nome, ID: identità digitale. Io la chiamo morte sociale. E poiché dalla morte (in qualsiasi accezione la si intenda) voglio fuggire finché posso, combatterò…ma non da solo.
Lo farò con i miei consapevoli compagni, lo farò con chi vorrà unirsi senza velleità di protagonismo, e lo farò con voi che in questo momento pensate che con il vostro dispositivo in mano tutto sarà più facile e ottimizzato e che siete totalmente ignari di ciò a cui andrete incontro…
Si anche con voi, il cui unico compito sarà quello di formulare un banale pensiero di rifiuto, un “NO”: e non trinceratevi dietro ai dettami della psicologia, secondo i quali
Spesso, l’incapacità di dire “NO” è il prodotto di un vissuto pregresso costellato di relazioni con figure autoritarie o manipolative, in cui la persona, non sentendosi riconosciuta nel proprio valore di Sé, ha imparato a non dare né riconoscimento, né ascolto ai propri bisogni, legando il proprio valore solo ed unicamente al soddisfacimento dei bisogni dell’altro da Sé. Questo comportamento (a volte appreso sin dalla tenera età) viene “scelto” come unica via possibile per essere visti e riconosciuti e diventa poi automatico riproporlo in tutte quelle situazioni di vita in cui percepiamo nell’altro un valore superiore al nostro, riponendo in lui più stima di quanta ne abbiamo in noi stessi.
Qui è in gioco la nostra libertà e siamo all’ultima chiamata! Noi siamo riusciti a dire “NO” da subito ma non biasimiamo nessuno, anzi….vogliamo aiutare tutti ad imitarci, perchè nonostante ciò che abbiamo passato in questi 3 anni, siamo (e saremo sempre) stati LIBERI. Libero il nostro corpo, libera la nostra anima, libera la nostra mente da qualsiasi tipo di condizionamento. Liberi a 360 gradi, ed è una sensazione meravigliosa….
Il grande risveglio è ormai iniziato…è ora di portare a compimento l’opera.
Dobbiamo combattere contro questa mostruosità artificiale che ci stanno già spacciando come “comoda” e “alla portata di tutti”….ma certo che si: immaginatevi in una barella mentre state entrando al pronto soccorso e il vostro telefono è scarico, o rotto….NO APP? NO CURA….
E allora soffermatevi a guardare lo sguardo della ragazza in foto….lo traduciamo? “Non ce la farai mai a fregarmi, ti rottamo e via”
QUELLO sguardo deve essere il nostro mantra, il nostro principio di ispirazione quotidiano. Fatelo vostro e insegnatelo a chi in questi anni ha solo chinato il capo, a chi è stato raggirato, a chi è stato SCHIAVO.
Insegnatelo come fa una madre ai propri figli…..già una madre. Perchè abbiamo a che fare proprio con una madre….la madre di tutte le guerre. E la sconfitta non è contemplata….
Resistantmaster