Italia: record di esportazioni di gas nel 2022…non eravamo in crisi?
Da gennaio a maggio le esportazioni di gas dall’Italia sono aumentate del 578% rispetto al 2021, più 278% rispetto alla media degli ultimi dieci anni.
Anche il nostro Paese specula sugli alti prezzi.
I dati del ministero dello Sviluppo economico smontano la retorica fossile che punta su nuovi (e inutili) gasdotti e rigassificatori.
Nei primi cinque mesi di quest’anno l’Italia ha aumentato drasticamente l’esportazione di gas, approfittando degli alti prezzi del combustibile fossile e della riduzione degli approvvigionamenti russi in Europa.
Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico (Mise), rielaborati da Altreconomia, infatti, tra gennaio e maggio sono stati venduti all’estero 1.467 milioni di metri cubi equivalenti (Smc), significa 578% in più rispetto ai 254 milioni di Smc del 2021.
Un volume che non ha pari negli ultimi 15 anni e che è persino superiore alla produzione interna (a quota 1.368 milioni di metri cubi equivalenti).
Questi dati stridono con la retorica fossile vuole puntare su nuovi (e inutili) impianti per mettere in sicurezza le riserve strategiche di gas in vista dell’inverno e del possibile azzeramento delle forniture da parte di Mosca.
Dove finisce il gas venduto all’estero?
“Queste quantità vengono esportate verso la Germania, l’Austria e in generale l’Est Europa, attraverso i punti di uscita di Passo Gries e Bizzarone (interconnessione con la Svizzera) e il punto di uscita di Gorizia (interconnessione con la Slovenia) -spiega ECCO-.
Intanto l’Italia è riuscita a incrementare l’import di gas sia via tubo (da Algeria e Azerbaijan) sia via nave (il Tap e i rigassificatori stanno operando praticamente alla massima capacità), riuscendo a compensare la diminuzione di import di gas russo attraverso il Tarvisio e ‘aiutando’ altri Paesi europei in maggiori difficoltà grazie a un aumento dei volumi di export“.
Il tutto senza ricorrere a nuove infrastrutture.
Fonte: Altraeconomia