«Vaccini, chi sapeva dell’inefficacia e ha taciuto dovrà pagare»
Intervista all’avvocato Holzeisen dopo l’ammissione di Pfizer sui vaccini non sterilizzanti:
«Il Governo col ministro della Salute Roberto Speranza, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Aifa e il Parlamento sapevano che i vaccini erano inefficaci nell’interrompere il contagio».
«Ora si aprono prospettive a 360 gradi su risarcimenti a danneggiati e lavoratori discriminati che hanno perso il lavoro. È stato un crimine contro l’umanità».
Il più alto in grado fu il presidente della Repubblica: «Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la vita altrui. Chi pretende di non vaccinarsi in realtà costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà».
Poi fu la volta di Mario Draghi nell’ormai celeberrima «l’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, non ti vaccini, ti ammali, muori, oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, lui lei muore».
Scendendo in ordine di importanza tutti gli altri, dal ministro Speranza «più asciughiamo l’area dei non vaccinati, più il Paese è in sicurezza».
La politica e le sue istituzioni
oggi sono mute
La politica e le sue istituzioni oggi sono mute di fronte all’ammissione clamorosa di Pfizer che in Parlamento europeo ha detto di aver informato i governi che i vaccini a mRna non fermavano il contagio.
Governo, parlamentari, organi di controllo: tutti sono muti e pavidi di fronte ad un’evidenza che si conosceva, ma che è emersa in tutta la sua ufficialità soltanto lunedì quando Janine Small, responsabile mercati internazionali della potente casa farmaceutica ha risposto ad un europarlamentare dicendo che «Pfizer non sapeva se il vaccino avrebbe impedito la trasmissione del virus, prima di immetterlo sul mercato» e che «tutto è stato fatto in fretta su richiesta dei governi».
Ora, mentre su Twitter impazza l’hastag #ionondimentico in cui si citano tutte le castronerie dette da politici e giornalisti per giustificare l’obbligo di Green pass, c’è chi pretende che le istituzioni chiedano scusa.
Ma le scuse non bastano
Scuse e ricordi non bastano di fronte all’oggettività di migliaia di persone discriminate e private addirittura del lavoro.
Poi si apre la partita dei danneggiati da vaccino, morti o rimasti gravemente invalidi per essersi iniettati il siero.
Intervista all’avvocato Renate Holzeisen
L’avvocato ha già le unghie affilate e alla Bussola spiega che quello che si profila definitivamente è un vero e proprio crimine contro l’umanità, come spiega in questa intervista.
«Ora finalmente l’accertamento giudiziale della verità materiale con risarcimento dei danni patiti dai cittadini, ma a pagare il conto devono essere in definitiva i singoli soggetti che hanno avallato la campagna vaccinale di massa, non devono essere gli italiani con i loro soldi».
Avvocato, a chi si riferisce?
Al Governo, in special modo al ministro della Salute Roberto Speranza, all’Istituto Superiore di Sanità, all’Aifa.
E anche ai parlamentari che hanno votato il green pass su queste basi fasulle, se c’è prova che dovevano sapere la verità.
Obbligo per i sanitari?
Che cosa pensa che si debba fare con le misure ancora in vigore, come l’obbligo per i sanitari?
Revocarle immediatamente!
Deve essere il primo atto del nuovo governo.
Anzi, se ha ancora un minimo di spirito costituzionale dovrebbe intervenire subito il Presidente della Repubblica, chiedere ufficialmente scusa e revocare il suo placet alla conversione in legge di tutte le misure che si basano sull’evidente menzogna.
Ci vogliono onestà, buona volontà, senso di responsabilità nei confronti dei cittadini e legalità. È ancora in corso una evidente discriminazione dei cittadini, le persone sospese devono essere reintegrate immediatamente e li deve essere pagato tutto quello che li è stato negato.
In più risarcito ogni danno patito.
Eventi avversi?
E per chi si è vaccinato, ma ha avuto eventi avversi?
C’è un’evidente responsabilità, perché il Governo aveva promesso che il vaccino avrebbe fermato il contagio.
Questa affermazione era falsa, lo sapevano, ma è stato taciuto.
E chi si è vaccinato per questo motivo sulla base di una pressione enorme e ha già dei danni o li subirà ancora in futuro (le conseguenze a lungo termine sono tutte da vedere!!) è giusto che venga risarcito.
In realtà, trattandosi di sostanze a base genica per le quali non sono state fatte tutta una serie di sperimentazioni, come sulla genotossicità, cancerogenicità e mutagenicità, ogni cittadini “trattato” con queste sostanze, ha diritto di essere risarcito, perché fu gravemente ingannato dalle autorità italiane.
Resta l’ostacolo del consenso informato che è stato firmato all’atto della vaccinazione…
Il consenso informato non vale la carta sulla quale è stato firmato…
Anzi, il fatto di aver chiesto il consenso informato disinformando gravemente il cittadino, costituisce anche un atto penalmente rilevante.
Che tipo di scenari si aprono ora?
A 360 gradi, nei confronti dei responsabili delle istituzioni statali. Attenzione, però: i risarcimenti non devono essere pagati con le nostre imposte, la responsabilità è in fin dei conti personale di coloro che hanno causato questa enorme ingiustizia.
Cominciamo a fare dei nomi…
Sicuramente sono responsabili quelle istituzioni che hanno il compito di tutelare la pubblica salute.
Come il Ministero della Salute e l’Aifa che è stata silente sia con il suo direttore che con il suo presidente.
Che cosa imputerebbe loro?
Avrebbero dovuto subito dire: “Attenzione, questo farmaco non è stato autorizzato per la prevenzione del contagio perché non c’è nessun dato in proposito, come l’Ema ha pubblicamente dichiarato”. Invece…
Si riferisce alle avvertenze di Ema che non sono state recepite dagli Stati?
Questa pubblica dichiarazione io l’avevo indicata molto chiaramente nel mio parere legale a gennaio 2022 quando sono stata invitata dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato a presentare un parere, prima che fossero ampliate le disposizioni sul green pass rafforzato.
Tale mio parere risulta essere pubblicato da gennaio di quest’anno sul sito del Senato.
Veniamo all’Iss…
La sua funzione è quella di tenere sotto controllo la situazione della salute pubblica, tale da garantire la salute dei cittadini, invece ha fatto il contrario.
Ho ancora ricordo delle uscite dell’Iss che bollava come fake news le critiche, proprio anche sul tema della asserita ma insussistente prevenzione del contagio e sulla trasmissibilità.
Dunque, queste tre autorità. E a livello politico?
A deputati e specialmente ai senatori era stata messa a disposizione l’indicazione esatta della documentazione ufficiale proveniente dall’Ema e dai produttori stessi dalla quale risultava che dal momento che il vaccino non preveniva il contagio, l’imposizione di un obbligo attraverso il Green pass era fondata su una bugia clamorosa.
Quindi c’è una responsabilità penale anche di chi ha votato il Green pass con queste premesse sbagliate.
Non è solo una responsabilità politica.
Crimine contro l’umanità?
Costringere a sottoporsi a un trattamento farmacologico con una sostanza genica e di fatto sperimentale (come confermato una volta di più anche dall’ammissione della responsabile di Pfizer) per motivi meramente “politici” che cos’è se non un crimine contro l’umanità?
Qui ci sono stati degli insabbiamenti sistematici sulla sicurezza e sulla efficacia.
Perché dice che la responsabilità è personale?
Perché se sono un senatore non posso snobbare le informazioni che in Commissione Affari Costituzionali sono state rese palesi.
Ma i senatori hanno snobbato sapendo, o quantomeno avrebbero dovuto sapere, la verità con una impressionante arroganza.
Per riconoscere un risarcimento, però, serviranno i giudici.
E qui c’è il nodo principale.
Bisogna trovare giudici che siano sereni, nel senso di avere la giusta equidistanza per valutare e decidere.
Ma non sarà facile.
Anche i giudici, nei contenziosi che ho seguito io, avevano tutto a disposizione per poter accertare il difetto dell’efficacia preventiva del contagio, ma hanno preferito eseguire banalmente la propaganda ingannevole dell’Iss, del Ministero della Salute e del Governo in generale.
Non si rischia così un clima da Norimberga?
Io non voglio chiamarlo Norimberga, spero che i processi si svolgano dentro i confini nazionali con serenità e verità. Ma non escludo che ci si possa rivolgere anche ad altri organismi internazionali di giustizia.
E i medici vaccinatori con lo scudo penale?
Non è mai esistito lo scudo penale, sfatiamo anche questo mito.
Come lei sa, l’inoculazione di queste sostanze è avvenuta in grave violazione delle prescrizioni contenute nelle stesse autorizzazioni per l’immissione sul mercato, come l’assenza della prescrizione medica e della necessaria corretta informazione oltreché in punto efficacia anche in punto dei rischi connessi a queste sostanze.
Lo scudo penale era inesistente sin dall’inizio.
Lei che cosa pensa di fare?
Noi, come rete di avvocati troveremo e tenteremo diverse strade per muoverci e siamo anche organizzati a livello internazionale.
Personalmente, oltre a presiedere la Confederazione Legale dei Diritti dell’Uomo (un’associazione nazionale di avvocati) faccio parte del Direttivo di Children’s Health Defense Europe.
Dato che c’è ancora questa massiccia pressione nel continuare a inoculare i bambini faremo tutto ciò che è a nostra disposizione per fermare questa pazzia, questo crimine contro l’umanità e per portare a galla la responsabilità delle diverse autorità (nazionali, internazionali e locali) e delle singole persone, e, dunque porre le basi per i risarcimenti dei danni enormi causati.
FONTE: lanuovabq.it