I quattro punti
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Etiopia: le parti in conflitto
firmano l’accordo di pace a Pretoria

I quattro punti previsti dall’accordo sono la cessazione delle ostilità, il disarmo totale, il ripristino dei servizi, l’accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari e la protezione di donne e bambini.

Le parti in conflitto in Etiopia hanno firmato l’accordo di pace raggiunto al termine dei colloqui di pace che si sono svolti a Pretoria, in Sudafrica, con la mediazione dell’Unione africana.
L’accordo è stato annunciato dall’Alto rappresentante dell’Unione africana per il Corno d’Africa, ed ex presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, il quale ha precisato che i quattro punti previsti dall’accordo sono la cessazione delle ostilità il prima possibile, il disarmo totale, il ripristino dei servizi, l’accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari e la protezione di donne e bambini.

“Oggi sono passati due anni dallo scoppio della guerra. L’Ua ha persistito nel tentativo di portare la pace e 14 mesi fa mi ha nominato Alto rappresentante per promuovere la pace”, ha detto Obasanjo, ricordando di essere stato in visita nel Tigrè otto volte durante i due anni di conflitto. “Questa non è la fine del processo di pace, ma il suo inizio”, ha detto l’inviato.

Kenyatta:
“L’accordo di pace prevede
la ripresa dell’accesso umanitario
e la reintegrazione del Tigrè”

L’accordo prevede la ripresa dell’accesso umanitario e dei servizi e il processo di reintegrazione della regione del Tigrè in Etiopia.
Lo ha dichiarato l’ex presidente keniota e facilitatore dei colloqui, Uhuru Kenyatta, nel corso della conferenza stampa tenuta al termine dei colloqui mediati dall’Unione africana a Pretoria ed ha aggiunto:

“Il diavolo si nasconde nei dettagli, ma crediamo che le parti ce la faranno. L’accordo parla di risolvere i problemi come etiopi. Nessuna parte si impegnerà in attività dannose per l’altra. Endf (Forza di difesa nazionale etiope) sarà l’unico esercito. Il suo compito è di salvaguardare la sicurezza e l’incolumità degli etiopi. Molto deve essere fatto, ma la fiducia va costruita. Vi aiuteremo noi”.

Il consigliere per la sicurezza nazionale del premier etiope Abiy Ahmed e capo negoziatore etiope per il Tigrè, Redwan Hussien ha ringraziato i mediatori dell’accordo e i “nostri fratelli dell’altra parte (tigrina)” per l’intesa raggiunta.
“Spetta ora a tutti noi rispettare questo accordo”, ha aggiunto.
Nel corso del suo intervento, Obasanjo, ha precisato che un accordo verrà firmato a breve tra il governo etiope e le autorità del Tigrè, al termine dei colloqui tenuti la scorsa settimana in Sudafrica con la mediazione dell’Ua.
“I negoziati si sono conclusi oggi e il governo etiope e le autorità del Tigrè possono firmare l’accordo in qualsiasi momento”, ha affermato Obasanjo, precisando che i quattro punti previsti dall’accordo sono la cessazione delle ostilità il prima possibile, il disarmo totale, il ripristino dei servizi, l’accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari e la protezione di donne e bambini.
“Oggi sono passati due anni dallo scoppio della guerra. L’Ua ha persistito nel tentativo di portare la pace e 14 mesi fa mi ha nominato Alto rappresentante per promuovere la pace”, ha detto Obasanjo, ricordando di essere stato in visita nel Tigrè otto volte durante i due anni di conflitto.
“Questa non è la fine del processo di pace, ma il suo inizio”, ha detto l’inviato.

Il fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tplf) farà tutto il possibile per rispettare l’accordo di pace con il governo etiope e auspica che la controparte faccia altrettanto.

Il portavoce del Tplf, Getachew Reda ha dichiarato:

“Ora abbiamo firmato un accordo. Lasceremo il passato alle nostre spalle. Fare la pace si è rivelato inevitabile. Sono morti in centinaia di migliaia. Migliaia di combattenti e civili hanno perso la vita. Faremo tutto il possibile per accelerare questo accordo. Ci auguriamo che i nostri fratelli ad Addis Abeba facciano lo stesso”
“Questa guerra ci è stata imposta. Ora che siamo qui per firmare un accordo. Spero che entrambe le parti rispettino questo accordo”
“Abbiamo fatto concessioni, in modo da poter costruire sulla fiducia. La firma è una cosa, l’attuazione è un’altra. Speriamo che il monitoraggio (dell’accordo) sia ferreo”

La ministra degli Esteri del Sudafrica:
“Accordo frutto di dialogo e diplomazia,
ora va attuato”

L’accordo di pace concluso oggi a Pretoria fra le parti in conflitto in Etiopia è il frutto del dialogo e della diplomazia ma è ora necessario che entrambe le parti ne implementino l’attuazione.
Lo ha dichiarato la ministra degli Affari esteri del Sudafrica, Naledi Pandor, nel corso della conferenza stampa tenuta al termine dei colloqui mediati dall’Unione africana a Pretoria.

Pandor ha aggiunto:

“La costruzione della pace è un processo ed è più difficile di quello che si immagina”, ha detto Pandor, invitando il governo federale ed il Fronte di liberazione popolare del Tigrè (Tplf) ad impegnarsi nel rispettare i quattro punti concordati nell’intesa.
“Sono la persona più sollevata in questa stanza.
Ho accettato solo dopo aver parlato con il presidente (Cyril) Ramaphosa.
Chiediamo umilmente a entrambe le parti di attuare pienamente questo accordo. Deve portare a una pace duratura. Sosterremo l’Ua e il team di facilitazione”.

Inviata speciale Onu:
“Pronti a sostenere
il cammino verso la pace”

La comunità internazionale è pronta a sostenere il cammino dell’Etiopia verso la pace.
Lo ha dichiarato l’inviata speciale delle Nazioni Unite per il Corno d’Africa, Hanna Serwaa Tetteh, nel corso della conferenza stampa tenuta al termine dei colloqui mediati dall’Unione africana a Pretoria.

Ha dichiarato:

“Questa è un’opportunità per tracciare un nuovo corso. I giovani uomini e donne che sono stati mobilitati per combattere avranno ora la possibilità di tornare alle loro case e alle loro famiglie”, ha detto.

FONTE: agenzianova

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