Per cominciare, si può affermare che si tratta di una delle forme di pressione psicologica, forse la più pericolosa ed efficace.
La notizia non informa ma è creata e diffusa per creare ansia. Affermare ossessivamente che siamo sull’orlo della guerra è troppo frontale. Molti finiscono per non crederci. Allora vengono usati altri metodi. Si crea un clima di incertezza, di morte violenta, si solletica la fantasia che rievocano le scene con filmati del dopo bomba a Hiroshima e Nagasaki. Gente bruciata vita e miseri resti di corpi quasi inceneriti e altre amenità simili. Gli archivi dove far man bassa sono fornitissimi.
Ma c’è una furbizia: i filmati sono lanciati senza data, senza luogo, senza cause apparenti. La scena galleggia nel vuoto, viene strappata dal contesto dove è nata. Il “lancio” ha la durata di pochi secondi, a conferma di quello che il cronista sta raccontando mentre le notizie più gravi sono spiattellate nel nastro di scorrimento orizzontale alla base dello schermo, in pieno stile televisivo satellitare, sbrigativo, urgente, ossessivo, acritico. Un tridente propagandistico immagine-notizia raccontata a singhiozzo per rompere la capacità di analisi dei riceventi- notizie lanciate sul nastro ossessivo. Il “tridente” non dà il tempo di pensare e di filtrare. L’intento è quello di colpire, di condizionare e di triturare la parte più primitiva del nostro cervello.
I “fatti” sono scomparsi da molto tempo dalle scrivanie dei cronisti, dei giornalisti, dei politici, dei professori venduti, dalle università pubbliche e private, dai “centri di ricerca”, da tutti i canali che camminano sulla rete, e simili.
Sappiamo la posizione atlantista del quotidiano che ha lanciato il terrore nucleare. Perché proprio adesso? Per il fatto che si stanno alzando i toni di un possibile scontro nucleare fra la Nato e la Russia.
Sappiamo che, da sempre, la durezza dei toni tra le parti in conflitto cresce in funzione direttamente proporzionale all’avvicinamento della data dei negoziati che certificheranno le nuove spartizioni del mondo dopo Yalta.
Sappiamo qual è la posizione di Google Inc. che si rende complice veicolando la “notizia spaventosa”, come fa il palo durante una rapina della sua banda.
Sappiamo che la tecnica del massacro psicologico è quella usata per il covid e quindi ampiamente sperimentata.
In termini tecnici si parla di GUERRA COGNITIVA. Un articolo disponibile qui: https://it.insideover.com/schede/guerra/che-cosa-sono-le-guerre-cognitive.html fa comprendere bene la questione.
Interessante è anche il fascicolo in formato pdf scaricabile qui intitolato servilmente in lingua inglese “COGNITIVE WARFARE: la competizione nella dimensione cognitiva” La pubblicazione è curata dallo Stato Maggiore della Difesa italiana e non da quel guerrafondaio di Putin spalleggiato da quella mummia di Xi e da un branco di Stati canaglia che osano sfidare l’esportazione della “PAX AMERICANA”.
L’articolo disponibile qui: https://www.ilgiornale.it/news/difesa/minaccia-nascosta-guerra-cognitiva-2286903.html ha il merito di mostrare i rischi connessi a questo tipo di guerra. L’uso della cosiddetta intelligenza artificiale, continuamente sulla bocca di tutti, è uno degli strumenti di condizionamento ed è alimentato da un titanico furto dell’opera dell’ingegno senza pagarne i diritti d’autore e con la possibilità di modificare i contenuti derubati a piacimento.
È possibile colpire penalmente gli avversari con la creazione ad hoc di dossier accusatori che costituiscono prova incolpando il nemico di qualsiasi crimine!
Pochissimi filtrano e buttano nella spazzatura. Ciascuno di noi può difendersi filtrando tutte le notizie ricevute sollevando le seguenti domande:
CHI ha scritto: il profilo degli autori
COME ha scritto: lo stile narrativo
DOVE ha scritto: i canali utilizzati
QUANDO: perché adesso e non prima
PERCHÉ: trovare gli scopi che spesso sono diversi da quelli che sono contenuti nella notizia.
La formalizzazione delle cinque preziose domande sopra elencate è attribuita allo scrittore Rudyard Kipling cantore dell’imperialismo inglese nel mondo e, per questa motivazione, ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1907, nel periodo della massima potenza militare e commerciale inglese.
E il gioco è fatto! Nessuno può raggirarvi, gabbarvi, truffarvi, prendervi per il lato B. Ma ci vuole costanza, molta costanza, come si usa fare nello sport, nella formazione della cultura personale.
Percorrere incessantemente il cammino della propria formazione è uno dei più importanti doveri della persona.
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