Goldman Sachs
taglia 3.200 posti di lavoro
Ma non è la sola!
Goldman Sachs ha iniziato a tagliare 3.200 posti di lavoro.
Sta licenziando i lavoratori nei loro uffici di New York, Londra e Hong Kong in soli 30 minuti.
Con l’inizio dei licenziamenti di massa mercoledì, molti dipendenti sono stati licenziati senza nemmeno ricevere bonus per il loro lavoro nel 2022, lo riporta il Financial Times.
Secondo quanto riferito, i dipendenti sono stati licenziati tramite riunioni e telefonate, con i badge dell’ufficio disattivati mentre venivano scortati fuori dagli edifici.
L’azienda invierà anche oggetti personali ai lavoratori licenziati che non erano in ufficio.
Il gigante dell’investment banking è pronto a licenziare circa il 6,5% della sua forza lavoro di 49.000 dipendenti.
Il CEO David Solomon cerca di tagliare le spese a causa della contrazione delle entrate.
Goldman Sachs in una nota ha dichiarato:
“Sappiamo che questo è un momento difficile per le persone che lasciano l’azienda”.
“Siamo grati per il contributo di tutte le nostre persone e stiamo fornendo supporto per facilitare le loro transizioni.
“Il nostro obiettivo ora è dimensionare adeguatamente l’azienda per le opportunità che ci attendono in un ambiente macroeconomico difficile”.
Fonti hanno detto al Times che mentre i bonus sono stati trattenuti, molti degli amministratori delegati di alto rango licenziati verranno comunque pagati fino alla fine di gennaio, e poi riceveranno un pacchetto di fine rapporto di tre mesi.
Per quanto riguarda i dipendenti più giovani, quelli a livello di vicepresidente e inferiori, sono stati offerti solo due mesi di licenziamento, hanno detto le fonti.
Alcuni dipendenti di Goldman Sachs hanno affermato che la mancanza di bonus quest’anno potrebbe essere uno stratagemma della banca per convincere più lavoratori a dimettersi, consentendo loro di evitare le liquidazioni tagliando più posti di lavoro.
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FONTE: dailymail.co.uk
La mossa di Goldman Sachs
non resta isolata
nel panorama bancario.
Negli scorsi mesi anche Morgan Stanley e Citigroup hanno avviato una riduzione dell’organico, complici gli alti tassi d’interesse, le tensioni tra Stati Uniti e Cina, la guerra russo-ucraina e l’impennata dell’inflazione.
Stando ai dati Dealogic visionati da Reuters, le commissioni globali delle banche d’investimento si sono infatti quasi dimezzate nel 2022, con 77 miliardi di dollari a fronte dei 132,4 miliardi dell’anno precedente.
Il valore totale delle fusioni e acquisizioni è crollato invece del 37% a 3,66 trilioni di dollari al 20 dicembre, dopo aver raggiunto il massimo storico di 5,9 trilioni di dollari nel 2021.
Senza dimenticare Credit Suisse che, alle prese con il maxi-piano di rilancio, aveva in programma di tagliare 2.700 posti di lavoro entro la fine dello scorso anno e un totale di 9.000 posti di lavoro entro il 2025.
Chiude il cerchio Deutsche Bank AG che lo scorso ottobre ha a sua volta ridotto il personale della sua unità di investment banking, coinvolgendo soprattutto banchieri junior secondo Bloomberg News e il New York Post.
Estratto da FONTE: we-wealth.com
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