Bill Gates - geoingegneria solare
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Bill Gates vuole «oscurare» il Sole
Sì ma per combattere il cambiamento climatico
(con l’appoggio della Casa Bianca)

Il programma di geoingegneria solare portato avanti dall’università di Harvard è finanziato da Bill Gates.
Ora un report della Casa Bianca apre allo studio scientifico su cui si dibatte da anni.

È un progetto scientifico controverso, che va sotto il nome di geoingegneria solare e che, fondamentalmente, sta studiando l’ultima arma da sferrare contro il cambiamento climatico.

Tra i suoi più illustri finanziatori c’è Bill Gates

Più recentemente anche la Casa Bianca ha dato un timido consenso a portare avanti questa sperimentazione.
In un report pubblicato il 30 giugno, racconta Politico, l’amministrazione Biden si dice aperta a studiare la possibilità che alterare i raggi solari possa essere un contributo al raffreddamento del Pianeta.
Non manca lo scetticismo, né la cautela, nell’affrontare una materia che è controversa.
E infatti nello stesso report viene scritto che
«Non ci sono piani in corso per stabilire un programma di ricerca globale».
Nella pratica questo progetto, che viene portato avanti da un team di scienziati dell’università di Harvard, prevede di modificare la radiazione solare.
Possiamo dire «oscurare il Sole» per essere sintetici, ma la pratica è molto più complessa.

Cos’è la Geoingegneria solare

C’è molta divisione, tra gli scienziati, su questo studio noto come SCoPEx (Stratospheric Controlled Perturbation Experiment, Esperimento sulla perturbazione controllata stratosferica).
Si utilizza una tecnica chiamata SRM (Solar Radiation Management, gestione della radiazione solare) allo scopo di bloccare il riflesso dei raggi solari prima che raggiungano l’atmosfera terrestre.
L’ipotesi è che questo possa contribuire al rallentamento del riscaldamento globale.
Per farlo, gli scienziati di Harvard vogliono sviluppare una forma di SRM nota come Stratospheric Aerosol Injection (Iniezione di Aerosol Stratosferico).
Come si legge su un documento dell’Etc Group, un’associazione che monitora l’impatto delle nuove tecnologie sulla biodiversità e i diritti umani,

«prevede di spruzzare una soluzione di acqua, gesso e particelle di zolfo nell’atmosfera attraverso un pallone aerostatico che vola ad alta quota».

Questa sostanza dovrebbe generare delle nuvole che andranno a bloccare la luce del sole nell’atmosfera superiore.

Geoingegneria solare
Non si conoscono gli effetti collaterali

La parte più controversa della geoingegneria solare sta nel fatto che non si conoscono, ad oggi, i potenziali effetti collaterali di un’azione di questo tipo sull’ambiente.
Secondo gli scienziati di Harvard, almeno nella fase sperimentale,

«le quantità rilasciate dal progetto saranno molto piccole rispetto ad altri rilasci di routine di materiale nella stratosfera da parte di aeromobili, razzi o voli di routine in pallone aerostatico».

Ma un punto importante è che c’è consapevolezza dei rischi.
Come si legge sul sito, ciò che si propone con lo SCoPEx è:

«ridurre l’incertezza su questioni scientifiche specifiche effettuando misurazioni quantitative di alcune delle microfisiche dell’aerosol e della chimica atmosferica necessarie per stimare i rischi e i benefici della geoingegneria solare in modelli atmosferici di grandi dimensioni»

In altre parole: l’obiettivo è studiare le potenzialità – positive e negative – di questa soluzione al cambiamento climatico per essere pronti a capire se e come utilizzarla nel caso in cui un domani servisse.

FONTE: Corriere della Sera

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