La reazione del governo:
solidarietà a rischio per i tre errori
di Berlino e il «bullismo» olandese.
29 settembre 2022 – Gas e Ue: “La Germania sbaglia. La soluzione resta il tetto al prezzo del gas”.
Draghi conosce bene i tedeschi per averli frequentati.
Da marzo insisteva perché l’Unione applicasse il price cap e — nonostante gli sforzi — con il passare del tempo ha intuito che sarebbe stato arduo raggiungere l’obiettivo.
La prova l’ha avuta ieri, con lo «scudo» da 200 miliardi deciso da Berlino per proteggere famiglie e imprese dal rincaro delle bollette.
Lo un «triplice grave errore»: mina la solidarietà europea, distorce il mercato e farà esplodere il debito tedesco senza risolvere il problema.
Fin d’ora gli è chiaro che al vertice di Praga — l’ultimo al quale parteciperà da premier — si aprirà un conflitto.
«Anche perché — spiega un rappresentante dell’esecutivo — i capi di Stato e di governo non sono d’accordo su nulla».
Palesi violazioni
Già la riunione odierna dei ministri dell’Energia sarà incandescente, se è vero che ieri il rappresentante italiano Cingolani è rimasto esterrefatto dalla decisione di Scholz.
E con alcuni colleghi ha parlato di «palesi violazioni» da parte della Germania ma anche della Commissione, dato che la presidente (tedesca) von der Leyen si è permessa di ignorare la lettera con cui 15 Paesi chiedevano venisse presentata una proposta formale sul tetto al prezzo del gas.
Una scelta vissuta come un atto di bullismo, perpetrato con la collaborazione degli olandesi e deciso dopo aver fatto di tutto per frenare sul price cap.
Ecco a cosa alludeva ieri mattina un funzionario di Bruxelles, quando aveva ammesso che «diversi Paesi membri stanno diventando sempre più nervosi».
La tensione è così alta che fonti diplomatiche definiscono la mossa dei tedeschi «unilaterale e anti solidale».
Venendo meno la solidarietà europea, l’Italia potrebbe decidere a sua volta di non condividere la riserve di gas stoccate e chiudere il rubinetto, mettendo in difficoltà Berlino.
FONTE: corriere.it
Ue divisa sul gas: Germania avanti da sola.
Ira di Draghi: no alle distorsioni.
Meloni: serve una risposta europea
30 settembre 2022
BRUXELLES — Il consiglio Energia straordinario di oggi, il terzo da luglio, si preannuncia teso con forti divisioni tra gli Stati membri e la Commissione Europea.
Il tetto al prezzo del gas importato nell’Ue non sarà sul tavolo dei ministri, non è tra le opzioni contemplate dalla Commissione nonostante la richiesta di presentare una proposta da parte di 15 Stati membri, tra cui Italia, Francia, Spagna, Polonia e Belgio.
Tra questi non c’è la Germania che, scettica verso il gas price cap, gioca la sua partita in solitaria.
La mossa di Berlino è stata criticata dal premier Mario Draghi, che da oltre sei mesi sta chiedendo a Bruxelles un tetto al prezzo del gas.
«Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali»
«La crisi energetica – ha osservato il premier – richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza». Ha detto Draghi
In serata è intervenuta anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che dopo l’annuncio di Berlino si è sentita telefonicamente con Draghi.
«nessuno Stato membro può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo in assenza di una strategia comune, neppure quelli che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario»
FONTE: corriere.it