Fukushima
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Fukushima: Il peggio deve ancora arrivare

Fukushima

E’ una città del Giappone, capoluogo della prefettura omonima sull’isola di Honshū. Nel 2019 la città contava circa 287.000 abitanti.

È nota internazionalmente soprattutto per l’ Incidente nucleare di Fukushima Dai-ichi, avvenuto presso l’omonima centrale a circa 60 km di distanza in linea d’aria.

Insieme al disastro di Černobyl’ del 26 aprile 1986, sono gli unici incidenti nucleari a essere stati classificati come livello 7 della scala INES, cioè il livello di gravità massima degli incidenti nucleari.

La causa scatenante fu il terremoto e il conseguente maremoto del Tōhoku dell’11 marzo 2011.

Al momento della scossa, il sistema di sicurezza antisismico della centrale spense all’istante tutti i reattori con la procedura di SCRAM che si attivò automaticamente.

Fonte: wikipedia

Forse non sarà necessario aspettare una guerra atomica fra russi e americani, per goderci le piacevoli conseguenze di una contaminazione nucleare.

Basterà aspettare che i giapponesi riversino in mare 1 milione e 300.000 tonnellate di acqua contaminata che fino ad oggi è stata stipata nelle centinaia di cisterne che circondano la vecchia centrale (le vedete tutte nella foto del titolo).

I giapponesi sostengono che ormai le cisterne hanno raggiunto la capacità limite, e che bisognerà iniziare a rovesciare in mare il loro contenuto.

Questo naturalmente ha scatenato le proteste dei cinesi, dei coreani, dei russi, e della confederazione delle isole del Pacifico, che saranno i primi paesi a vedere il proprio mare contaminato dalle acque radioattive.

Si calcola infatti che nell’arco di tre anni l’intero oceano Pacifico sarà contaminato, mentre nell’arco di 10 anni la contaminazione dovrebbe raggiungere tutti gli altri oceani del mondo.

Le conseguenze disastrose sull’ecosistema possono essere solo vagamente immaginate.

La confederazione delle Isole del Pacifico accusa apertamente il Giappone di non voler condividere i dati scientifici sulle acque contaminate, come invece avevano promesso di fare.

E mentre le varie nazioni del Pacifico lamentano apertamente i rischi di questa operazione, tutto il mondo occidentale – di cui il Giappone è alleato – sembra voler ignorare questo pericolo.

Evidentemente la “comunità internazionale” esiste solo quando dobbiamo aggredire militarmente un paese che vogliamo depredare.

Ma quando si tratta di mettere in difficoltà uno di noi, allora piuttosto si tace. Anche se il prezzo, in questo caso, rischia di essere un disastro ecologico di portata planetaria.

Massimo Mazzucco

Fonte: luogocomune

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