Elly Schlein
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Elly Schlein si candida alla guida Pd:
“Della Meloni non ci facciamo niente”

Scende in campo, Elly Schlein: dopo settimane di voci e mezze conferme, arriva la sua candidatura ufficiale alla segreteria del Pd.
La vicepresidente della Regione Emilia Romagna sfiderà così il suo governatore Stefano Bonaccini, puntando tutto sui concetti di diritti, società civile, clima, nuova classe dirigente.
E politicamente sembra aver già indicato con nome e cognome i due “nemici”: Giorgia Meloni e Roberto Calderoli.

La Schlein a Roma, durante l’incontro Parte da noi, dice:

“Io mi rimetto in viaggio, per riascoltare la base, i circoli.
La fase costituente non può finire con le primarie, anche dopo servirà il coraggio di cambiare.
Serve una cosa nuova, perché quello che siamo stati fino a qua non basta.
Non sprechiamo la Costituente, è una sfida, non la vince chi si candida ma una comunità, bisogna valorizzare una nuova classe dirigente, con amministratrici e amministratori”,
“Siamo qui non per fare nuova corrente, ma per lanciare un’onda di partecipazione”.

Il primo avversario interno è Matteo Renzi, o meglio la sua ombra che continua a gravare sul Nazareno.

“A Renzi, che dice di averci portato in Parlamento, dico di non dimenticare che per quanto mi riguarda a portami in Parlamento furono 50mila preferenze.
Renzi ha il merito di aver spinto me e tanti altri fuori dal Pd con una gestione arrogante.
Ha ridotto il Pd in macerie e poi se n’è andato.
Era incapace di fare sintesi delle diversità e ha umiliato chiunque avesse un’idea diversa”.

Poi, direttamente rivolta alla leader di Fratelli d’Italia:

“Non tutte le leadership femminili sono femministe, non ce ne facciamo niente di una premier donna che non aiuta le altre donne, che non ne difende i diritti.
Nella manovra si restringe opzione donna e si differenziano le donne sulla base dei figli”.

La deputata dem tuona ancora:

“Abbiamo di fronte tre sfide cruciali: diseguaglianze, clima e precarietà.
Le destre non nominano mai, è come se vivessero in un altro paese.
Come si fa a parlare di merito se non tutti hanno le stesse possibilità di partenza?”

E poi fissa un primo punto politico programmatico:

“Il disegno di Calderoli sull’autonomia differenziata va rigettato con forza.
Affonda le sue radici nella secessione

FONTE: liberoquotidiano

Elly Schlein
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