Durante un’udienza Senato USA, la senatrice Elizabeth Warren ha chiesto di eliminare definitivamente il commercio internazionale del fentanyl bloccando alla fonte i pagamenti in crypto.
La teoria di Warren si riferisce al fatto che i produttori cinesi trovino attraenti le caratteristiche intrinseche delle criptovalute, citando uno studio di Elliptic.
Elizabeth Warren attacca ancora le crypto citando il legame con il traffico illecito di fentanyl
La senatrice statunitense Elizabeth Warren, nota per le sue crociate anti crypto, ha esplicitato al Senato il legame tra monete digitali crittografiche e spaccio internazionale di fentanyl. Chiede di trattare il tema con il pugno di ferro.
L’alto funzionario USA ha citato uno studio di Elliptic, società di analisi blockchain, per evidenziare come più di 90 aziende cinesi contrabbandano sostanze precursori del fentanyl accettando pagamenti in criptovalute, specialmente in Tether (USDT) o Bitcoin (BTC).
Le sostanze spedite dalla Cina genera un mercato di oppiacei enorme che sfocia proprio negli Stati Uniti.
Ogni anno muoiono circa 69.000 persone a causa di questa tipologia di droga.
In sostegno alla teoria di Warren sulla colpevolezza delle crypto in questa questione, è apparsa anche l’assistente segretaria del Dipartimento del Tesoro USA per il finanziamento del terrorismo e i crimini finanziari Elizabeth Rosenbergh affermando che:
“Il motivo per cui lo troverebbero allettante è lo stesso motivo per cui altri criminali finanziari lo troverebbero allettante, vale a dire che c’è un elemento di pseudonimità che cercano”
Secondo le due funzionarie, è necessario smantellare urgentemente il commercio di fentanyl all’interno del Paese, partendo dalla fonte e imponendo dure regolamentazioni sui pagamenti in criptovalute.
In particolare, Warren ha suggerito che il suo “Digital Asset-Anti-Money Laundering Act” potrebbe aiutare ad eliminare il problema della circolazione in USA del fentanyl, che secondo la DEA è una droga 100 volte più potente della morfina.
Il disegno di legge della senatrice sarà introdotto in questo congresso e potrebbe creare dei problemi al settore crypto in america.
Nel frattempo la candidatura alla presidenza dell’avvocato Robert F. Kennedy Jr, nipote dell’ex presidente John Fitzgerald Kennedy potrebbe mettere i bastoni tra le ruote alle idee autoritarie di Elizabeth Warren.
Infatti, Kennedy si è dichiarato pubblicamente a favore di Bitcoin e vorrebbe accelerare l’adozione delle criptovalute nel Paese
La filosofia distopica della senatrice statunitense
Ormai è noto che la senatrice statunitense Elizabeth Warren ha un atteggiamento aggressivo nei confronti del settore delle criptovalute, avendolo chiamato in causa più volte evidenziando solo gli aspetti negativi e mai elogiando quelli positivi della tecnologia che sottende.
È strano come Warren consideri le crypto come responsabili del traffico del fentalyn negli Stati Uniti, senza pensare al ruolo che le aziende cinesi hanno in questo contesto.
Nonostante in Cina le valute crittografiche sono state bannate molte volte, c’è ancora chi riesce a fare affari illeciti accettandole come pagamenti.
Per risolvere il problema basterebbe attaccare alla fonte i gateway e le piattaforme di fiat onramp che permettono a codeste società di convertire nella moneta locale i propri ricavi in crypto, frutto del traffico illegale.
Inoltre, rimane distopico il fatto che la senatrice Warren non abbia mai citato il ruolo che il dollaro USA gioca nella partita della droga in america.
Fermo restando che non è il mezzo a decretare il successo o il fallimento dell’azione in sè, rimane interessante osservare questo aspetto.
Secondo i rapporti del Data Bridge Market Research (DBMR), il solo mercato delle droghe psichedeliche nel Paese, su cui non è mai stato riscontrato un collegamento con il mondo crypto, vale 2,8 miliardi di dollari, con alte prospettive di crescita per i prossimi anni.
Perché dunque non parlare di uno spaccio dell’ordine di grandezza di MILIARDI di dollari e attaccare ad alta voce un altro, quello del fentanyl, dove sono stati segnalati pagamenti in crypto per “soli” 37,8 MILIONI di dollari? (dati Chainalysis).
L’impressione è che l’alto funzionario USA abbia degli interessi politici a portare avanti la sua campagna anti-crypto senza interessarsi minimamente a quelli che sono i veri problemi degli States.
Piuttosto Warren crede che bloccare il progresso tecnologico del Paese, disincentivando le aziende americane a fare business con la blockchain e le criptovalute, sia la scelta più corretta in un momento di forte crisi in cui i dati sul mercato del lavoro non sono rassicuranti.
Fonte: cryptonomist