Le elezioni saranno repentine, forse troppo repentine. Nessuno poteva aspettarsi di andare al voto soltanto a fine settembre. Questo vuol dire che i nuovi partiti, i partiti emergenti (cosiddetti sovranisti) – quelli che si stavano faticosamente organizzando sui territori – non avranno la possibilità di organizzarsi in tempo né per raccogliere le firme necessarie per depositare le liste nuove e i nuovi simboli né per una campagna elettorale che sarà troppo breve per un partito che deve per la prima volta aspirare a raggiungere il quorum necessario, la cosiddetta soglia di sbarramento.
Una soluzione però ci sarebbe: l’unità di tutti i movimenti neonati sul territorio che aspirano alla sovranità del nostro paese. Se tutte queste piccole unità decidessero finalmente di mettere da parte le velleità leaderiste (gli egoismi) e presentarsi tutti con un unica lista, con un unico simbolo, allora una possibilità di incidere ci sarebbe. Sarebbe sicuramente più semplice poter raccogliere le firme di tanti, sarebbe sicuramente più semplice unire le forze nella campagna elettorale.
L’obiettivo – quello di superare la soglia di sbarramento e quindi incidere sulle dinamiche di governo – potrebbe essere alla portata. Ma per farlo bisogna convincere i leader di questi partiti, soprattutto quelli che vanno per la maggiore. Stiamo parlando di partiti attorno ai quali ruota un po’ tutta la galassia sovranista. Allora io lancio un appello: “unite le basi dei vostri partiti, unite le forze, unite i simboli solo in funzione elettorale”.
Poi ognuno avrà il proprio partito – il proprio presidente, la propria storia, il proprio futuro – ma in una urgenza come quella che stiamo vivendo oggi e a poca distanza dalla scadenza elettorale, dovete chiamare a raccolta tutte le persone che hanno fiducia in voi, dovete mettere da parte tutte le divisioni, dovete stringervi la mano e dobbiamo correre tutti insieme, altra soluzione non c’è, chi non capisce questo allora non è dalla parte del popolo ma è dalla parte del potere.
Fonte: Radio Radio TV