Doccia fredda per le elettriche: pagheranno l’imposta sulle auto
La Svizzera cancella l’esenzione dell’imposta sulle auto elettriche: dall’1 gennaio 2024, chi ha una vettura a batteria dovrà infatti pagare la tassa (pari al 4% sul prezzo d’importazione), come disposto dal consiglio federale.
Obiettivo: contrastare le perdite fiscali, che nel 2023 saranno di 125 milioni di franchi (quasi 130 milioni di euro).
Mantenendo la vecchia agevolazione, l’ammanco da qui al 2030 schizzerebbe a 3 miliardi di franchi, equivalenti a circa 3,12 miliardi di euro.
L’agevolazione durava dal 1997, ma dal 2018 al 2022 il numero di veicoli a corrente importati annualmente è lievitato da 8.000 a 45.000 esemplari e gli altri 30.400 sbarcati nel primo semestre 2023 hanno definitivamente convinto il legislatore.
Dal 2024, pertanto, le risorse frutto di tassazione andranno a rimpinguare il Fostra, ossia il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato.
E nel resto del mondo?
Le numerose e variegate agevolazioni fiscali per le elettriche rappresentano un problema per diversi Paesi, tanto che diversi governi stanno studiando – o hanno già attivato – misure per colpire le vetture green riequilibrando la situazione rispetto ai mezzi termici.
In Italia, la tassa di proprietà (bollo auto) delle elettriche non si paga per i primi cinque anni dall’immatricolazione.
Trattandosi di un’imposta regionale, ogni ente locale decide a modo suo.
Immaginando che nel nostro Paese tutte le auto fossero elettriche, le Regioni dovrebbero fare i conti con un ammanco colossale, pari a circa 7 miliardi di euro l’anno.
In parallelo, lo Stato non incassa le accise e l’Iva sui carburanti (una quarantina di miliardi l’anno).
In più, esistono facilitazioni di altro genere.
I Comuni rinunciano a incamerare le multe di circa 95 euro per gli ingressi nelle Ztl (dove quasi sempre le elettriche possono entrare), con Milano, in particolare, che “perde” il ticket di 7,50 euro dell’Area C. Per ora.
Fonte: quattroruote