‘Rientro a testa alta, non sono un untore’
Parla il Dr Dario Giacomini, radiologo all’ospedale di Vicenza, era stato in prima fila nelle battaglie sul no ai vaccini, sul no al Green pass e sul no alle misure del Governo Draghi
L’avevamo lasciato in piazza Unità d’Italia a Trieste, accanto al portuale Stefano Puzzer, mentre insieme annunciavano la nascita del Comitato 15 ottobre.
Dario Giacomini, 46 anni, dirigente medico dell’Usl di Vicenza, prima della pandemia era responsabile di tutte le Radiologie dell’Ovest Vicentino.
Poi è arrivata la pandemia con i suoi drammi e le sue barricate.
Giacomini ha scelto subito da che parte stare: no ai vaccini, no al Green pass, no alle misure del Governo Draghi.
Ha perso il lavoro, ha creato il gruppo ContiamoCi con 5 mila soci e 50 mila seguaci su Telegram.
L’esecutivo di Giorgia Meloni ha cancellato con un colpo di spugna il Covid e le sue regole. E così Dario Giacomini, che era stato sospeso dal servizio, tornerà al lavoro.
Dottor Giacomini, è pronto a rientrare?
“Sì, anche se ci sono stati dei cambiamenti. La mia scelta ha avuto delle ripercussioni. Con un atto aziendale hanno scorporato l’Unità operativa semplice che dirigevo e così è decaduto il mio ruolo. Sono stato ricollocato in un ospedale periferico, quello di Noventa Vicentina. Dunque sono un medico radiologo e svolgo la mia mansione, ma per me è un’Isola d’Elba”.
Oggi è ancora convinto della sua scelta?
“Pfizer non ha mai dichiarato che il farmaco tutelasse dalla trasmissione del contagio. Il decreto legge 44, che imperniava tutto su questo, era una norma non veritiera e sulla base di questa norma decine di migliaia di persone hanno perso il diritto al lavoro”.
Dopo un’esperienza così radicale e radicalizzante come farà a rientrare nel servizio sanitario nazionale?
“Lo farò e lo faremo perché vogliamo fare medicina, vogliamo tornare a fare il lavoro che ci siamo scelti. Sono ferite che lasciano il segno, perché quando ti senti così schiacciato dallo Stato è dura. Ma quelle ferite ci daranno la forza per andare avanti. E soprattutto, ci auguriamo che torni a essere un vero servizio sanitario nazionale”.
FONTE: repubblica.it
Dr Dario Giacomini intervistato dall’Ansa
“Rientrerò in ospedale a testa alta, perchè non sarò mai un untore per alcun paziente.
I vaccini anti-Covid sono stati più che altro un’operazione politica e non mi sono vaccinato perchè convinto che ciò non rappresenti la soluzione per limitare il contagio.
I dati dimostrano infatti che i contagi negli ospedali ci sono stati ugualmente”.
Soprattutto nell’ultimo periodo, avverte
“si sta instillando odio verso i sanitari non vaccinati, si tratta di una pericolosa furia ideologica che potrebbe avere conseguenze gravi”.
Il Dr Giacomini spiega
“Sono stato sospeso a luglio dello scorso anno ma a breve rientrerò al lavoro visto il decreto approvato dal Cdm che sospende l’obbligo vaccinale dall’1 novembre. Finalmente – afferma – come tanti altri cittadini per cui l’obbligo è scaduto invece lo scorso 15 giugno, potrò tornare al mio posto”.
Varie le ragioni alla base della scelta
di non vaccinarsi
“Da subito ho espresso perplessità circa la capacità del vaccino di impedire la trasmissione del contagio da virus SarsCoV2.
I documenti delle stesse aziende farmaceutiche non confermavano questo punto. Inoltre resta aperto il capitolo sugli eventuali eventi avversi nel medio e lungo periodo, con studi che sono ancora in corso.
Quindi, per un principio di precauzione ho deciso di non vaccinarmi e ho contestato il divieto di esercitare la mia professione, perchè questo lede il diritto al lavoro per una scelta di salute personale”.
Inoltre “è mancato, a mio parere, un vero dibattito scientifico, mentre è prevalso un atteggiamento oltranzista e impositorio”.
Giacomini tiene però a precisare di
“non essere contrario ideologicamente alla vaccinazione come principio di sanità pubblica, perché tutti siamo stati vaccinati con altri tipi di vaccini; tuttavia in questo caso mi è sembrata più un’operazione politica che sanitaria.
Infatti il vaccino, pur prevenendo le formi gravi di malattia a livello del singolo – rileva – non previene la diffusine del contagio, neppure con le tre dosi e neppure negli ospedali, dunque questi sono argomenti pretestuosi ed i medici sono equiparabili qualunque sia il loro stato vaccinale”.Al contrario, “gli ospedali erano in forte difficoltà a fronte di un’assente gestione sul territorio della pandemia e quindi si è pensato che la vaccinazione coatta potesse essere la soluzione, ma è stata un’imposizione politica legata in primis ad una sbagliata gestione della pandemia ed i medici non vaccinati sono stati la valvola di sfogo”.
E ancora afferma
“Sono stato in ospedale per oltre un anno, quando il vaccino non c’era ancora – racconta – a contatto con pazienti Covid, e ho visitato tantissime persone anche non infette, ma non ho contagiato nessuno.
Questa è la dimostrazione che si può comunque lavorare, pur in presenza del Covid – argomenta – assumendo ovviamente dei comportamenti prudenti e tutelandosi con presidi protettivi.
D’altronde le malattie infettive, anche più letali del Covid, sono sempre esistiti e le abbiamo combattute anche quando non c’era lo strumento vaccino. Dunque è assurdo essere puniti sulla base della scelta di fare o meno il vaccino”
Inoltre sostiene
“si stanno discriminando i medici non vaccinati, come se la loro professionalità ne fosse intaccata”.
Un aspetto che il Dr Dario Giacomini definisce “pericoloso”
“Si sta instillando l’odio nei cittadini e si stanno additando dei medici dicendo che vanno evitati, ma sono gli stessi che fino a quando non sono stati sospesi hanno curato e salvato delle vite.
Nel mondo ci sono milioni di sanitari non vaccinati.
In Italia si sta creando una furia ideologica molto rischiosa”.
Quanto alla polemica sull’opportunità di far rientrare i sanitari non vaccinati nei reparti più a rischio come le terapie intensive:
“da sempre in questi reparti ci sono strumenti operativi di protezione per evitare che si possa danneggiare il paziente, a prescindere dalla pandemia di Covid”.
“ora torno in ospedale, contento di poter dare di nuovo il mio contributo per la salute dei pazienti con cui – conclude Giacomini – continuo a battermi anche con la mia associazione ‘Contiamoci – per la libertà di scelta terapeutica’, che raccoglie sanitari e liberi cittadini”.
FONTE: Ansa