I vaccini non devono per forza prevenire
l’infezione o la trasmissione:
parola della FDA
Ecco quanto si legge all’interno di un documento della FDA, l’organo statunitense che regola i prodotti farmaceutici, firmato dal suo membro Peter Mark:
“È importante notare che gli standard di autorizzazione e licenza dell’FDA per i vaccini non richiedono la dimostrazione della prevenzione dell’infezione o della trasmissione”
Il documento
– precisamente una lettera pubblicata in risposta ad una petizione con cui era stato chiesto all’FDA di far modificare l’etichettatura dei vaccini anti-Covid Pfizer e Moderna –
sembra demolire definitivamente la convinzione comune secondo cui sarebbe stata dimostrata l’efficacia degli stessi nel bloccare l’infezione e la trasmissione del virus.
Nel documento della FDA
si legge
“Un vaccino può soddisfare lo standard per la licenza se i benefici in termini di protezione contro le malattie superano i rischi legati all’uso autorizzato”
viene specificato come non sia “necessario che il vaccino prevenga anche l’infezione o la trasmissione”.
Stesso discorso per l’autorizzazione in via d’emergenza, visto che i vaccini possono
“soddisfare lo standard richiesto senza alcuna prova che prevengano l’infezione o la trasmissione”
Nella petizione
presentata da CAALM
“Esiste un’opinione diffusa (ma imprecisa) secondo cui l’efficacia contro l’infezione e la trasmissione siano state stabilite da prove sostanziali e questi vaccini contribuiscano all’immunità di gregge”
Nel testo della petizione presentata da CAALM
– una coalizione che sostiene che i medicinali debbano essere adeguatamente etichettati –
ricordava altresì come diverse dichiarazioni imprecise in tal senso fossero arrivate dagli esponenti istituzionali oltre che in maniera implicita dalle cause farmaceutiche e dall’FDA stessa, che avevano fatto passare il messaggio per cui l’adozione diffusa di questi vaccini avrebbe portato all’immunità di gregge.
FDA respinge
Nonostante tutto ciò, però, l’FDA ha respinto la richiesta di modificare l’etichettatura, la quale chiedeva tra l’altro di precisare che gli “studi di fase III” non hanno fornito “prove sostanziali” dell’efficacia del vaccino contro la trasmissione.
L’FDA, però, ha a tal proposito specificato che gli autori della petizione avevano incluso esclusivamente dichiarazioni che suggerivano che i vaccini anti-Covid potessero prevenire l’infezione o la trasmissione, omettendo altre affermazioni fatte dagli stessi esponenti istituzionali secondo cui i vaccini non avrebbero prevenuto l’infezione o la trasmissione.
“Le dichiarazioni a cui si fa riferimento nella petizione non dimostrano la convinzione comune per cui gli studi clinici fornissero prove sostanziali di efficacia contro la trasmissione di SARS-CoV-2”
si legge dunque nella lettera, in cui viene aggiunto come i membri dell’FDA non siano “convinti che ci sia un malinteso diffuso al riguardo”.
Coerenza?
Dichiarazioni che però sembrano poco coerenti con il clima che si respirava durante la pandemia, quando le autorità hanno sostanzialmente inculcato nei cittadini un presunto dovere civico a vaccinarsi per non far ammalare le altre persone.
Un atteggiamento adottato non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri Paesi quali l’Italia.
Basterà citare le dichiarazioni fatte a supporto dell’introduzione del green pass dell’ex premier Mario Draghi, che nel luglio 2021 aveva parlato di una presunta «garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose», o le più recenti affermazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che negli scorsi mesi aveva parlato della consapevolezza degli italiani vaccinatisi di salvaguardare non solo la salute propria ma anche quella «degli altri».
Ipotizzare che negli scorsi anni non sia stata diffusa l’idea secondo cui i vaccini anti-Covid avrebbero fermato l’infezione o la trasmissione, dunque, pare alquanto difficile, per cui la scelta dell’FDA di non specificare che l’autorizzazione non si è basata sull’efficacia contro le stesse pare poco comprensibile.
Ciò soprattutto poiché – come ammesso dalla stessa Pfizer – i vaccini non sono stati testati sulla trasmissione prima di immetterli sul mercato.
Inoltre, l’attuale decisione dell’FDA fa seguito all’enigmatica modifica della definizione della parola vaccino attuata dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC), che nell’agosto 2021 – in corrispondenza temporale con l’approvazione definitiva del vaccino Pfizer – era passato dal definire il vaccino come un preparato in grado di
“produrre immunità”
a descriverlo come
“una preparazione che viene usata per stimolare la risposta immunitaria del corpo contro le malattie”
di fatto eliminando il requisito del produrre reale refrattarietà.
Una dettaglio di non poco conto, che se si somma all’attuale decisione dell’FDA, all’ammissione della Pfizer ed all’atteggiamento assunto dalle istituzioni durante la pandemia, non può che far sorgere tanti dubbi e perplessità.
FONTE: L’Indipendente Online